Pistoia, bocciata piazza San Lorenzo: «È un lastrone di cemento»
Il timore dei residenti è che diventi una “isola di calore”
PISTOIA. Un lastrone di cemento al posto del giardino alberato che c’era prima. È così che si presenta la nuova piazza San Lorenzo, non ancora nella sua veste definitiva ma già abbastanza esplicita da indignare i residenti e l’opposizione cittadina che fin dal giorno uno hanno criticato il progetto di riqualificazione, chiedendo più verde e meno grigio rispetto a quanto previsto. Dal contestato taglio dei 12 pini è passato quasi un anno e mezzo, un tempo nel quale – con un ritardo di qualche mese per imprevisti legati ai sottoservizi – la nuova piazza ha preso forma. Le voci contrarie alla sua trasformazione, così come prospettata e poi attuata, non hanno mai smesso di echeggiare.
«È uno spregio verso il quartiere, chi ci abita e chi viene all’ambulatorio in via della Crocetta o deve fruire degli altri servizi. Da giovedì alcuni di noi sono rimasti anche senza internet, chissà quando la rimetteranno – commenta Michela Bacci, tra i residenti che non hanno mai mollato la presa, tra raccolte firme e lettera al sindaco – sicuramente la piazza andava sistemata ed è bene che abbiano tolto i parcheggi, ma si è persa una grande occasione per tenere una bella area verde. La Soprintendenza dice che si devono vedere le facciate (della chiesa di Santa Maria delle Grazie, del convento di San Lorenzo e dell’ex oratorio di Sant’Ansano nda), ma sarebbero state visibili anche se ci fosse stato un prato come in piazza dei Miracoli a Pisa. Le nuove piante saranno di contorno e non serviranno a nulla». Critiche che l’amministrazione ha provato più volte a disarcionare. L’ultima volta a metà maggio, col sopralluogo della maggioranza in blocco. «Quando tutto sarà ultimato di piante ce ne saranno molte e San Lorenzo sarà uno dei più grandi polmoni verdi del centro storico» aveva detto l’assessore all’urbanistica Leonardo Cialdi. L’argomento di chi governa è aritmetico: via 12 pini inclinati o malati, anche per assecondare la richiesta della Soprintendenza sul famoso “cono visivo”, e spazio a 73 alberelli e 3.721 arbusti, che ancora non si sono visti. Anziché sorgere in un prato circondato dai parcheggi come prima, saranno però incastonati nella pavimentazione di una piazza di fatto pedonale.
Ma quanta ombra farà la nuova vegetazione? Quanto tempo ci vorrà affinché ce ne sia abbastanza per contrastare il surriscaldamento del lastricato? Continuano a chiedersi i cittadini, preoccupati che il loro ritrovo “al fresco” diventi un’isola di calore. La consigliera d’opposizione Tina Nuti (Civici e Riformisti) osserva che i metri quadri di superficie permeabile caleranno dai 1.012 del giardino precedente a 883, suddivisi in tante piccolissime aiuole. «Basta passare in questi giorni dalla piazza per rendersi conto di cosa vuol dire aver tolto il prato per fare una piazza di cemento – l’attacco di Pistoia Ecologista e Progressista – due anni fa eravamo in quella piazza, sull’erba e sotto i pini, per dire che è folle usare i fondi del Pnrr (2 milioni) per togliere il verde dove già c’è. Ci hanno sempre detto che non c’era tempo per la partecipazione e per rivedere il progetto, che bisognava fare in fretta. E adesso siamo di fronte a un cantiere infinito, un ritardo dopo l’altro, un disagio dopo l’altro. Sono passati due anni dall’approvazione definitiva del progetto. Un tempo sufficiente per cambiarlo, rimettere un prato in tutta la piazza e rendersi conto di come stanno cambiando il clima e le città».
Sempre a metà maggio venne detto che i lavori sarebbero terminati entro giugno o al massimo entro luglio, per poi passare all’area del parcheggio costeggiata da via del Maglio, da finire per ottobre-novembre. Oltre alla piazza, qualche problemino lo hanno avuto anche i lavori di riqualificazione al complesso dell’ex convento. «Tomasi ha fatto campagna elettorale sostenendo che si riportavano in San Lorenzo funzioni pubbliche come l’anagrafe – riprende il gruppo consiliare di minoranza Pep – la verità è che quel progetto era improvvisato. Con costi e tempi che sono saltati appena è iniziato il cantiere. Si è scoperto che il Comune ha dovuto chiedere un nuovo finanziamento (il rallentamento del restauro ha reso la scadenza Pnrr difficile da rispettare, portando alla partecipazione a un bando ministeriale da 8,7 milioni di euro nda) e che l’anagrafe non potrà mai essere trasferita fino alla fine dei lavori, se tutto va bene nel 2028». Il maxi piano di San Lorenzo – in tutto oltre 20 milioni – comprende tanto altro (Villa Benti, la scuola Frosini e il Melograno, le piste ciclabili, parcheggi) e diversi lotti sono già stati completati senza polemiche. Ma sulla piazza e sul suo impatto visivo la giunta si gioca un pezzetto non trascurabile di consenso. E questo la sinistra lo sa, compreso l’ex sindaco Samuele Bertinelli, che sui social posta la foto dell’attuale versione della piazza con scritto: «Un triste monumento all’incapacità di governo».
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