La messa
Allarme amianto a Sammommè per l’hotel abbandonato da anni
Legambiente: copertura in eternit danneggiata sempre più dal maltempo
Pistoia Legambiente lancia l’allarme: l’ex Hotel Arcobaleno di Sammommè, abbandonato da oltre cinque anni, sta andando in rovina e rischia di diventare un pericolo per l’intera comunità. A preoccupare sono in particolar modo le condizioni del tetto dell’edificio, le cui lastre di eternit si sgretolano ogni giorno di più permettendo alle fibre di amianto di disperdersi nell’aria.
«I lunghi anni di incuria stanno presentando il conto – dice Antonio Sessa, presidente di Legambiente Pistoia – Già da tempo, il vento, il freddo e la pioggia hanno danneggiato alcune di queste lastre che, per mancanza di manutenzione, non sono state né aggiustate né sostituite. Già da più di un anno abbiamo investito l’Asl e l’Arpat del problema, ma per poter attivare una campagna di bonifica occorre che l’input arrivi dal Comune, che invece è del tutto silente. Un primo intervento di emergenza effettuato comunque dall’Arpat è servito almeno ad avere un quadro esatto della situazione. Al contempo, il tetto è stato trattato con un liquido diluente, ma questo è stato solo un intervento tampone».
L’hotel è stato un punto di riferimento dagli inizi del 1900 fino al 2015, anno in cui cessò l’attività. La presenza della piccola stazione ferroviaria assicurava un turismo di prossimità che rendeva la piccola frazione viva in ogni periodo dell’anno, ma, soprattutto, in primavera e in estate. Fino al 2020, l’ex hotel fu comunque utilizzato come centro di accoglienza per migranti, fino a quando l’accordo con la prefettura non fu rinnovato, decretando in pratica l’abbandono della struttura, che, nel frattempo, è finita all’asta, senza che però sia mai emerso un compratore intenzionato a rilevarla. In questi cinque anni poi i vandali l’hanno fatta da padroni, danneggiandone l’interno.
«L’Hotel Arcobaleno era in realtà una centro turistico polivalente- prosegue Sessa – con annesso un bellissimo campo da calcio e con un altrettanto bel campo da tennis. Attirava in paese un discreto numero di turisti che davano linfa al tessuto commerciale di questa piccola comunità. Adesso invece Sammommè langue, con solo un negozio di alimentari e un altro piccolo hotel a conduzione familiare».
Per riportare in vita non solo l’hotel ma anche la frazione, Legambiente aveva accarezzato il progetto di costituire una sinergia con varie associazioni del terzo settore e con la Pro loco del paese ma, tirando le somme, questo sogno si è dimostrato irrealizzabile.
«Purtroppo – fa notare Sessa – i costi per rifare tutti gli impianti e per una ristrutturazione completa sono altissimi e questo non solo ha scoraggiato il piccolo pool di associazioni che si stava formando ma sta anche tenendo lontani altri potenziali compratori».
Quale può essere allora la soluzione per evitare che l’ex hotel diventi uno dei tanti ecomostri ?
«Innanzitutto – conclude Sessa – bisogna che il Comune faccia la sua parte, bonificando al più presto il tetto dalle parti in amianto. Questo intervento è essenziale per la salute pubblica e non può più essere procrastinato. I costi della bonifica potranno essere in seguito richiesti all’acquirente, come accade peraltro in casi analoghi. Come seconda tappa, bisogna che le procedure d’asta siano rese più snelle, per invogliare coloro che vedono un questo rudere un’opportunità e non solo una spesa».l
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