In chiesa le canzoni di Guccini per l’ultimo saluto a Giovanni
Lacrime e ricordi al funerale del giovane stroncato a 30 anni dalla malattia
CAMPO TIZZORO. Anche il cielo ha voluto unirsi al dolore dei familiari e degli amici che ieri pomeriggio si sono incontrati per dare l'ultimo saluto a Giovanni Fortunali. Un'improvvisa pioggia scrosciante ha accompagnato l'uscita del feretro dalla chiesa di Campo Tizzoro, alla fine della messa celebrata da don Gordiano Atitung Nzim, come fossero lacrime dall'alto.
Nessuno è voluto mancare per accompagnare nel suo ultimo viaggio Giovanni, appena 30 anni, giovane vita spezzata venerdì scorso dopo una lunga malattia. Una chiesa strapiena di persone e tanta altra all'esterno nel piazzale. Centinaia di amici. Coloro che hanno condiviso con l'amico momenti indimenticabili e che ieri pomeriggio volevano dargli l'ultimo abbraccio.
Giovanni era conosciutissimo sulla montagna pistoiese. Non solo nella sua natia Campo Tizzoro e a Pracchia, paese di adozione. Piazzaiolo prima per passione e poi per professione, era una persona sempre sorridente, amante della natura e uno spirito libero. Inoltre tre passioni che lo hanno sempre accompagnato: quella per i coltelli che collezionava, quella per lo sport e l'ultima, per la musica.
Quando la notizia della sua scomparsa, nella notte tra venerdì e sabato scorsi, cominciò a circolare, da subito furono in molti a salutare Giovanni con messaggi su Facebook. Ieri pomeriggio, nella chiesa del suo paese, come doveva essere, tanto dolore, lacrime e domande sul perché un destino così tragico, possa colpire una giovane vita annullando un futuro promettente. Una domanda che ha posto anche don Gordiano nella sua omelia.
Alla fine dello svolgimento del rito cristiano, lo spazio è stato lasciato a coloro che volevano tracciare un ricordo di Giovanni. Con le parole ma anche grazie alla musica, quella che Giovanni amava tanto. Ed è stata cantata “Canzone per Piero”, poiché Francesco Guccini era uno dei cantautori preferiti da Giovanni.
«Lui avrebbe voluto che si ricordasse con un sorriso – ha detto Valentina, una parente – e non con le lacrime». «Una volta mi hai raccontato – questo il racconto commosso di un amico – che ti sarebbe dispiaciuto se non fossi riuscito a lasciare un ricordo nei tuoi amici. Ecco, per questo non ti devi preoccupare, perché uno come te non si può dimenticare. Vivrai sempre con noi».
Per ultimo ha preso la parola anche il padre di Giovanni, Licio Fortunali. «La nascita di Giovanni è stato il giorno più bello della nostra vita. C'erano tutti i nonni, i bisnonni e tanta gente Non c'è più nessuno ora. Saranno tutti ad aspettarti e in una foto di gruppo sarebbe facile dire, trova l'intruso, quando sarai insieme a loro. Ma è facile risolvere. La libertà era il tuo modo di essere, gli schemi non si confacevano alla tua persona. Il più grande insegnamento che mi hai dato era questo, essere liberi. Ragazzi siate liberi. Chi ha conosciuto Giovanni sicuramente una risata l'ha fatta e quindi ricordatevi quelle risate e ricordatelo con un sorriso». L'ultimo saluto in chiesa per Giovanni è stato un lungo applauso. Poi una volta portato all'esterno il feretro è stato ricordato con due canzoni di Guccini, la sua amata «L'avvelenata» e «Cirano».