Il Tirreno

Pistoia

Pistoia, la badante si difende: «Mai torto un capello alla povera Marisa»

Massimo Donati
Pistoia, la badante si difende: «Mai torto un capello alla povera Marisa»

Letitia Negoi risponde alle domande e respinge tutte le accuse ma il gip convalida l’arresto e dispone la custodia in carcere

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PISTOIA. Non ha mai tirato neppure un schiaffo alla povera Marisa, non le ha mai torto un capello. Certo, qualche parola brusca di troppo, qualche offesa dettata dalla rabbia del momento, quando, avendo a che fare con una persona malata di demenza senile ventiquattr’ore su ventiquattro, la pazienza alla fine si esaurisce. Ma nessuna minaccia, nessuna intimidazione. Risponde alle domande del giudice e si difende Letitia Negoi, la badante romena di 61 anni arrestata sabato scorso a Pracchia dai carabinieri con l’accusa di maltrattamenti, aggravati dall’aver, quanto meno, contribuito a causare, con i suoi comportamenti, la morte dell’anziana pensionata a lei affidata, Marisa Chiappelli Cadria, 90 anni.

Ieri mattina, la badante romena – che assisteva da circa un anno e mezzo, in una villetta della frazione montana, la signora Marisa e il marito Leopoldo Themel, anch’egli novantenne e non autosufficiente – è stata scortata in tribunale, a Pistoia, per essere sottoposta all’interrogatorio di convalida del fermo.

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Assistita dall’avvocato Gianluca Sebastio, ha voluto rispondere alle domande del giudice delle indagini preliminari, Alessandro Buzzegoli, «replicando con chiarezza alle contestazioni che le venivano rivolte» spiega il legale.Il gip ha comunque convalidato l’arresto e ha disposto la misura della custodia cautellare in carcere.

«Ha risposto a tutto – aggiunge l’avvocato Sebastio – ha spiegato in modo preciso ciò che è avvenuto. Anche alle accuse di aver proferito quelle dure parole alla sua assistita: parole dettate dalla rabbia del momento, ma senza alcuna volontà intimidatoria. Ma non l’ha mai picchiata, non le ha mai torto un capello».

Letitia Negoi, che è risiede ad Agliana, dove solitamente tornava per il fine settimana da Pracchia, ha spiegato anche ciò che sarebbe avvenuto la notte del decesso: una ricostruzione, per gli investigatori, piena di incongruenze, tra gli elementi alla base della decisione del pm di disporre il fermo.

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«Tutta questa situazione – spiega l’avvocato Sebastio – è frutto di un grande equivoco che trae origine dal fatto che a fare quella segnalazione ai carabinieri è stata una coppia di villeggianti che era lì da pochi giorni. Persone che si sono preoccupati sentendo urlare la signora, non sapendo che era affetta da demenza senile conclamata, che giorno e notte spesso gridava per questo motivo. Tanto è vero che i vicini di casa, che sapevano della sua malattia, non si erano mai allarmati».

Per quanto riguarda il paventato pericolo di fuga, Letitia Negoi ha spiegato al giudice di non aver mai avuto intenzione di tornare in Romania. Anzi.

«La sua volontà era quella di restare lì per prendersi cura del marito della signora – spiega il legale – Lo stesso figlio della signora mi ha contattato, e si è detto disponibilissimo a riprenderla per accudire il padre. E mi ha chiesto di manifestarle tutta la sua vicinanza».

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