Il Tirreno

Pistoia

Marika non ce l’ha fatta a vincere l’ultima sfida

Marika non ce l’ha fatta a vincere l’ultima sfida

Volto notissimo della tifoseria arancione, 27 anni, è morta ieri pomeriggio Laureata in giornalismo, ha combattuto con grinta e ironia contro il tumore

14 marzo 2012
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L’ultimo messaggio sul suo profilo Facebook porta la data di venerdì 2 marzo: «Non mollerò mai! Fino alla fine!!!» aveva scritto alle 16,40 rispondendo ad una amica.

Ha mantenuto la parola, Marika Pratesi Innocenti, 27 anni compiuti il 26 gennaio, malata di una grave forma di tumore alla testa. Fino all’ultimo ha lottato con tutte le sue forze contro la malattia che la stava divorando. Ieri, però, ha dovuto arrendersi. La notizia della sua morte, all’ospedale del Ceppo, ha fatto in un attimo il giro della città, suscitando strazio e commozione tra i tanti, tantissimi che conoscevano la giovane e la sua lotta senza quartiere contro la malattia, condotta con un coraggio e una grandezza d’animo che fino all’ultimo non l’hanno abbandonata.

Era conosciuto sopratutto ai frequentatori dello stadio Melani il volto di Marika: la sua era una presenza fissa sui gradoni della tribuna, quando in campo c’era la Pistoiese. E proprio domenica scorsa un gruppo di tifosi, lo Shuffle, le aveva dedicato uno striscione:Marika non mollare, lotta e vinci, la curva è con te. Una passione, quella per il calcio, che la ragazza aveva assorbito dal padre, Mario, che la portava con sé allo stadio fin da piccola. Nel 2002 entrò addirittura a far parte delle formazioni degli Ultras. Ma il pallone non l’ha mai spinta a trascurare i suoi doveri di studentessa.

Marika Pratesi si era diplomata nel 2005 al liceo scientifico Duca d’Aosta e all’università aveva scelto il corso di Media e Giornalismo della facoltà di Scienze politiche di Firenze. Qui si era laureata nel 2008, decisa a coronare il suo sogno, che era quello di diventare una giornalista sportiva.

Intanto, però, era arrivata la scoperta del tumore, il “bastardo”, come lo chiamava lei. Una operazione e i primi cicli di cure erano sembrate inizialmente fermare la progressione della malattia. Nell’ottobre del 2010 i risultati degli esami avevano ridato speranza alla ragazza e alla sua famiglia: sembrava che solo dei controlli periodici sarebbero bastati a tenere a freno la malattia. Così Marika aveva seguito con grande partecipazione la cavalcata della Pistoiese verso la promozione e alla grande festa di Forte dei Marmi, con la partita che suggellò il salto in serie D, aveva voluto esserci anche lei a festeggiare con i tifosi e i giocatori.

Qualche mese dopo, però, Marika era stata costretta a riprendere il calvario della chemioterapia, perché il tumore aveva ricominciato a manifestarsi. Per starle più vicino gli amici avevano creato un profilo Facebook intitolato “Sosteniamo la nostra amichetta Marika”. Ma lei aveva intrapreso l’ennesima battaglia con più piglio e decisione che mai. Questa volta, però, il male aveva assalito un organismo già provato dalla lotta e in pochi mesi è riuscito ad avere la meglio. Chi l’ha potuta incontrare anche solo pochi giorni fa, comunque, racconta di una ragazza profondamente provata ma ancora decisa a combattere, a non darla vinta a quella terribile malattia. La famiglia e gli amici avrebbero voluto accompagnarla fino ad una conclusione positiva, ma purtroppo non è stato possibile.

Fabio Calamati

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