Pisa in A, il messaggio del "Cholo" Simone: «Sono tornato ragazzino». E fa una promessa
L’allenatore dell’Atletico Madrid, raggiunto dal Tirreno, esulta per la promozione della sua ex squadra: «Io e la mia famiglia abbiamo lasciato a Pisa tanti amici»
PISA. «Con il Pisa di nuovo in serie A torno anch'io a essere ragazzino, e ringiovanisco di 35 anni. Bravi nerazzurri, quest’anno voglio venire all’Arena a vedervi giocare!».
E questo il saluto che Diego Pablo Simeone, uno degli allenatori più celebrati e vincenti al mondo, manda – tramite Il Tirreno – alla tifoseria nerazzurra e a una città che non ha mai dimenticato.
«Arrivai a Pisa – racconta - che avevo appena vent'anni, nella mia prima esperienza da calciatore fuori dall'Argentina. E nella città della Torre conobbi l'Italia e il calcio europeo. Fu molto triste per me dover ripartire ma purtroppo, dopo una retrocessione sfortunatissima dal massimo campionato (fino all'infortunio di Piovanelli eravamo una delle squadre più brillanti), in serie B non riuscimmo a risalire e, con la conferma del Flaco Chamot e il ritorno di Larsen fresco campione d’Europa, il regolamento non consentiva di tenere tre stranieri. La città mi è rimasta nel cuore, vedere finalmente i nerazzurri di nuovo in serie A è una vera gioia: io e la mia famiglia abbiamo lasciato a Pisa tanti amici».
Fra questi il suo avvocato Luca Giaconi: è tramite lui che abbiamo contattato Diego Pablo.
Classe 1970, il centrocampista di Buenos Aires fu una delle grandi scoperte di Romeo Anconetani. Aveva fatto parte del primo elenco dei convocati della nazionale biancoceleste per i mondiali di Italia ’90 ma poi non era rientrato nei ventidue definitivi. Romeo però ci aveva visto giusto, come quasi sempre accadeva. E quando dovette cedere Simeone, lo fece a malincuore. Diego andò a giocare nel Siviglia di Carlos Bilardo, con un compagno d'eccezione come Diego Maradona che festeggiò così il suo arrivo: «Ecco il Cholo, che correrà anche per me». Per Simeone fu il definitivo trampolino di lancio perché i suoi club successivi furono l'Atletico Madrid, l'Inter e la Lazio con cui vinse campionati e coppe europee. Con la nazionale argentina di cui in seguito diventò anche capitano conquistò per due volte la Coppa America (la prima proprio mentre giocava nel Pisa) e un argento olimpico.
Poi la grande carriera da allenatore, fra Argentina, una breve parentesi in Italia con una salvezza quasi miracolosa a Catania, e Spagna: da ben 14 anni è alla guida dell'Atletico Madrid, col quale ha vinto due volte la Liga e diverse coppe spagnole ed europee oltre ad aver disputato due finali di Champions. E sì che da quelle parti la concorrenza si chiama Real Madrid e Barcellona.
Simeone fra l’altro non è un… caso isolato in famiglia. Una sorella, Natalia, è una famosa procuratrice e avvocato di talento; nei Colchoneros (i “Materassai”, così sono chiamati i giocatori dell’Atletico per via della maglia biancorossa a strisce) gioca il più giovane dei tre figli maschi del Cholo, Giuliano, mentre il maggiore, Giovanni, fa parte del Napoli capolista in serie A e ha già segnato un centinaio di gol nel massimo campionato italiano dopo gli esordi nella serie A argentina. Entrambi sono nel giro della nazionale Albiceleste.
Una curiosità: per anni Diego Simeone è stato uno dei più grossi contribuenti di Pisa, dove aveva mantenuto la sua residenza italiana. Nella nostra città ha abitato prima in largo Ciro Menotti e poi nei pressi di via Battelli. Il pubblico dell'Arena lo ha ammirato per la sua grinta eccezionale – che poi ha saputo trasmettere ai suoi giocatori quando è diventato allenatore – e naturalmente per le qualità tecniche. Non tutti avevano capito l'affermazione di Mircea Lucescu che disse di lui: «Questo ragazzo diventerà uno dei centrocampisti più forti d'Europa», ma i fatti dettero presto ragione all'allora allenatore del Pisa.
Tutti ricordano quel campionato dei nerazzurri, l’ultimo in serie A prima di quest'anno: una bellissima partenza, un gioco brillante e degli ottimi risultati prima della crisi conseguente anche al grave infortunio di Lamberto Piovanelli. La salvezza purtroppo non arrivò e nella stagione successiva, con una falsa partenza e poi un drastico calo nelle ultime giornate, sfumò la promozione per i ragazzi allenati prima da Luca Giannini e poi da Ilario Castagner; fu proprio il Brescia di Lucescu a vincere quel campionato. Insieme a Simeone quell'anno giocavano fra gli altri i compianti Andrea Fortunato e Franco Rotella.
Molti anni, addirittura un terzo di secolo, sono passati da allora. Ma l'amore di Simeone per la nostra città e il ricordo della sua prima avventura europea ci sono ancora. Una parte di Buenos Aires e di Madrid oggi festeggia con noi, e Simeone aspetta il suo… erede fra i marcatori: fu sua l’ultima rete del Pisa in serie A, il 19 maggio 1991 contro la Juve di Baggio e Schillaci.