Il Pisa non batte il Frosinone all’Arena dal 2013, la decise Favasuli: «Fu il rigore della svolta»
Ora è collaboratore tecnico del Crotone: «Spero che stavolta i tifosi abbiano una gioia ancora più grande»
PISA. Nel giorno (primo maggio, ore 15) del primo match point promozione il Pisa affronterà un Frosinone che non batte all’Arena da 12 anni. Esattamente dal 24 marzo 2013. Da lì in poi sono arrivati cinque pareggi e tre sconfitte in casa contro i ciociari. Nel Lazio le cose sono andate meglio, ma quello del Frosinone, battuto solo tre volte a Pisa in 13 precedenti, resta uno dei tabù da sfatare. E Filippo Inzaghi in questo stagione ne ha infranti tanti. Momenti diversi, ma comunque importanti. Quel pomeriggio di marzo all’Arena c’era un cielo coperto che non prometteva nulla di buono. Il Pisa navigava in serie C a -4 dalla zona playoff e a +4 da quella playout. Di fronte un Frosinone che voleva tornare subito in B. A sei giornate dalla fine si trattava di un classico spartiacque. Se vinci sogni tornando a -1 dalla zona playoff, se perdi inizi a preoccuparti. Non c’era tanta gente all’Arena e al 6’ Curiale gelò tutti. Pareggiò quasi subito Scappini. Si rimase in parità fino all’ultimo secondo della partita, dopo una traversa di Cesaretti per gli ospiti, quando arrivò la svolta. Al Pisa venne assegnato un rigore, contestato dal Frosinone, e con freddezza Francesco Favasuli segnò il 2-1. Favasuli, classe 1985 e attuale collaboratore tecnico del Crotone in serie C, è l’ultimo calciatore nerazzurro ad aver segnato un gol vittoria all’Arena contro il Frosinone. Uomo simbolo di quel Pisa che sognava di tornare in serie B.
Favasuli, che ricordo ha di quella partita?
«Non era un momento facile della stagione. Era appena stato esonerato Pane ed era tornato Pagliari. Sapevamo l’importanza del match che era da non sbagliare. Al 94’ ci fischiarono un rigore sotto la curva Nord per un fallo di mano. Non era facile, quando vai sul dischetto c’è sempre un’emozione contrastante. È un peso giusto, sai che poi la partita sarebbe finita lì. Io però ero abituato a prendermi le responsabilità e quell’anno realizzai ben 9 gol su rigore. Faccio gol e fu davvero una grande emozione festeggiare sotto la curva Nord. Dopo quella partita arrivarono sette vittorie di fila. Ci fermammo solo nella finale persa a Latina. Restano anche momenti splendidi come la semifinale di Perugia dove andammo in finale con una mia rete».
Domani che partita si aspetta?
«Difficile giudicare. È una partita che per il Pisa potrebbe anche significare qualcosa di grande. Mi auguro che i tifosi vivano le emozioni che abbiamo dato noi in quella partita, ovviamente moltiplicate all’ennesima potenza visto che qui c’è in palio qualcosa di veramente grande. La tifoseria e la città meritano questa gioia».
Cosa le piace del Pisa di oggi?
«La compattezza del gruppo. Senza quella diventa difficile fare un percorso del genere fin dall’inizio. Inzaghi sicuramente ha grandi meriti. Per lui parlano i fatti. Conosce bene la B e ha già vinto a Benevento. È una garanzia in questa categoria».
Qualcosa la colpisce in particolare?
«Mi sembra di capire che questa sia una squadra che lavora molto sulle palle inattive. Nel calcio di oggi fanno spesso la differenza. Ho visto che nello staff c’è Veloso, che è uno specialista sulle punizioni. Anche in questo dettaglio delle palle inattive c’è dietro sicuramente il lavoro di Inzaghi che fa bene a proporre questo tipo di soluzione».
Pisa a parte, chi l’ha sorpresa di più in positivo e chi in negativo?
«Lo Spezia mi ha impressionato favorevolmente. Anche loro hanno fatto un grande campionato. Le delusioni sono Sampdoria e Salernitana. Non me le aspettavo così in basso».