Il Tirreno

Pisa

L’analisi

Il progetto Pisa funziona: i soldi del club sono spesi bene. Lo dicono i numeri

di David Biuzzi

	Con un monte ingaggi "nella media" della Serie B il Pisa è in piena corsa playoff (Foto Muzzi)
Con un monte ingaggi "nella media" della Serie B il Pisa è in piena corsa playoff (Foto Muzzi)

La classifica del monte ingaggi conferma il posto in zona playoff della graduatoria reale. Busta paga da 16,5 milioni, il Genoa ne paga quasi 31. I casi virtuosi Frosinone e SudTirol

30 marzo 2023
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PISA. Un vecchio adagio recita che i soldi non fanno la felicità. Di sicuro aiutano a vivere meglio, come dimostra anche la classifica dei monte ingaggi della Serie B edizione 2022/2023. In testa, infatti, non c’è la capolista Frosinone ma la prima inseguitrice, il Genoa, con un totale di quasi 31 milioni di stipendi da pagare ai suoi giocatori.

La stima arriva dall’emittente emiliana Trc Modena. Potrebbe non essere esatta al centesimo, ma considerate anche le rose dei giocatori sembra decisamente verosimile. Il Pisa, in questa speciale graduatoria, si colloca al 6° posto, con poco più di 16,5 milioni di monte stipendi (16.563,533 secondo i dati di Trc). Quindi, visto che nella classifica reale la truppa nerazzurra è attualmente 5ª, il condottiero Luca D’Angelo e i suoi giovanotti avrebbero scalato almeno un gradino. Già, avrebbero. Condizionale d’obbligo perché il Cagliari ha gli stessi punti (ma spende poco meno di emolumenti per i suoi giocatori) e perché allo striscione d’arrivo mancano ancora diverse tappe. Ma soprattutto perché le differenza tra busta paga e punti conquistati in alcuni casi sono davvero clamorose. Sul terzo gradino del podio, ad esempio, c’è il Parma che spende oltre 26 milioni ma che oggi ha 4 punti in meno e persino lo scontro diretto (0-0 all’Arena, 0-1 al passivo) peggio. Ancora più clamorosa la situazione del Venezia, che sfiora i 21 milioni per gli ingaggi ma oggi sarebbe ai playout. Certo i lagunari si portano dietro una parte del “monte” della Serie A della passata stagione, così come il Cagliari che è 5° per spesa in stipendi. Ancora sopra al Pisa, però, c’è il Benevento, che sfora il “muro” dei 18 milioni ed è terzultimo in graduatoria dopo 30 giornate di campionato consumate. Messe peggio, in classifica, ci sono solo Spal e Brescia che hanno un monte stipendi rispettivamente di 10 e 6,6 milioni. Ma, ovviamente, c’è anche chi sta meglio. Come, appunto, il Frosinone che guarda tutti dall’alto ma ha l’11ª busta paga della compagnia con poco più di 10 milioni. In quest’ottica, poi, è clamoroso il caso del SudTirol che dal terzultimo posto per monte ingaggi (circa 6,1 milioni) balza al terzo nella classifica dei punti con 51 mattoncini già messi in cantiere. Tra le virtuose, poi, c’è sempre il Cittadella che di questa politica fa la sua ragione di vita: è la società che spende meno, insieme al Cosenza, con 3,2 milioni più spiccioli ma se il torneo finisse oggi avrebbe il posto garantito anche nel prossimo campionato cadetto.

Già, perché i soldi non bastano a vincere le partite. Bisogna saperli anche usare e in questo senso il sodalizio del patron Alexander Knaster è in linea: spende da playoff ed è dentro i playoff. Il filosofo Aristotele, uno dei padri del pensiero, diceva che non è la ricchezza il bene cercato, perché ha valore solo in quanto utile, cioè in funzione di qualcos'altro. Quella del patron, in effetti, è servita per accendere i sogni e trasformare la società Pisa Sporting Club in un’ospite fissa delle zone nobili della Serie B. Con la gestione del presidente Giuseppe Corrado e dei direttori Giovanni Corrado e Claudio Chiellini che ha agevolato e sta agevolando, con il lavoro sul campo di tecnico, staff e giocatori che sta dando corpo a idee, progetti e investimenti.

Quindi è proprio vero: i soldi non fanno la felicità ma se non li sperperi di sicuro aiutano a vivere meglio.


 

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