Il Pisa vuole riprendersi casa
Una sola vittoria interna e soltanto 32 minuti in vantaggio all’Arena in questo 2023. Anche col Benevento il copione sarà complicato ma c’è bisogno del cambio di passo
PISA. «Mo ce ripigliamm' tutt' chell che è 'o nuost'». Ovvero ora ci riprendiamo tutto quello che è nostro. Lo dice Pietro Savastano all'inizio della seconda stagione di Gomorra, quando annuncia ai fedelissimi riuniti in un garage la riconquista di Napoli. E anche il Pisa, ora vuole riprendersi qualcosa di suo: la propria casa, l’Arena. Già perché in questo non semplicissimo (ma, per carità, manco pessimo) primo spicchio di 2023 a mancare all’appello sono proprio i punti persi su quello che è, dovrebbe essere, il terreno amico.
Nel nuovo anno solare, infatti, sono 5 i punti conquistati nelle 5 partite consumate in casa. Un solo squillo, il 2-1 in rimonta con il Perugia in una partita resa pazzesca dalla decisioni del direttore di gara, e due pareggi per 1-1, peraltro sempre inseguendo, contro Venezia e Palermo. Due anche le sconfitte, contro Cittadella e SudTirol, proprio a marchiare, da subito, un anno non complicato. Il bilancio numero piange anche sotto il profilo dei gol, il sale del pallone, con quelli incassati, 6, che superano quelli realizzati, 5. E, soprattutto, con almeno una rete al passivo in ogni partita disputata all’Arena.
Non serve uno scienziato né Pep Guardiola, insomma, per capire che qualcosa non va. Oltretutto è forse un altro dato quello che rende ancora meglio l’idea. Complessivamente, recuperi esclusi, il Pisa dall’inizio del girone di ritorno ha consumato 450 minuti sul proprio campo ma, a conti fatti, è stato avanti nel punteggio (sempre escludendo gli extra-time, peraltro diventati anche abbondanti) per 32, poco più di mezzora. Esattamente quelli trascorsi tra la prodezza firmata Marius Marin a completare il sorpasso sugli umbri e ribaltare il match, al the end della stessa partita. Tradotto, i nerazzurri si sono ritrovati sempre sotto. Col Perugia ma anche con Cittadella (arrivando fino al parziale di 0-2), SudTirol, Venezia e Palermo. Ed è chiaro che rincorrere è più faticoso di correre. Numeri che pesano anche sulla classifica e in special modo su quella, parziale, del girone di ritorno.
Da una parte, insomma, c’è il grande, enorme spirito di una brigata, quella di Luca D’Angelo, che non molla mai di un virgola (e, infatti, succede anche in trasferta) dall’altra si è persa la formula che aveva permesso, dopo il ribaltone tecnico, di tornare a fare quasi sistematicamente il pieno tra le mura amiche spazzando via, in ordine di apparizione, Modena, Ternana, Cosenza e Ascoli fino a salutare il 2022 dell’Arena con un e cristallino tris rifilato al Brescia.
Ripescare quella formula, ora, diventa quasi un obbligo. Ce n’è maledettamente bisogno non solo per blindare il posto ai playoff ma anche per arrivarci bene (in griglia), agli spareggi, e poi giocarseli nel migliore dei modi possibili. Non manca molto, perché l’andamento delle partite racconta che il Pisa ci sta sempre dentro, ma qualcosa sì. Evitare partenze lente, proprio per non trovarsi sempre sotto, e la frenesia di chi vuole “tutto e subito” sarebbe già abbastanza. Ma occorre farlo in fretta, già da sabato col Benevento. Avversario che, rispetto ai nerazzurri, nei problemi d’avvio ci è rimasto avvolto e invischiato fino al collo. La dimostrazione, in sostanza, che il Pisa ha già fatto molto. Ora, però, può e deve fare di più. E proprio come pochi mesi fa (nella semifinale dei playoff) la sfida contro i sanniti non sarà semplice (copione tattico probabilmente simile ad alcune di quelle già finite non benissimo) ma può spalancare porte importanti sul futuro.