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Pisa, il panettiere costretto a chiudere: «A 60 anni devo mollare. E c’è una colpa ben precisa»


	Federico Biancalana
Federico Biancalana

L’amarezza del titolare di un panificio in via Battelli: «All’improvviso crollate sia le vendite che i miei sogni»

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PISA. «A dicembre sarò costretto a chiudere la mia piccola attività, come nella zona hanno già dovuto fare altri commercianti», dice Federico Biancalana, titolare di un panificio in via Battelli, zona Pratale. Nel quartiere e nelle sue vicinanze si trovano due supermercati. Uno dei quali si è aggiunto di recente.

La mappa del commercio cambia. Via Battelli e dintorni, almeno per certe tipologie, non sfugge al fenomeno chiamato desertificazione commerciale, definita un’autentica emergenza del Paese: in dieci anni si è registrata la chiusura di 111mila negozi di prossimità. Solo a Pisa negli ultimi 12 anni hanno chiuso oltre 250 negozi al dettaglio, il 20% in meno rispetto al 2012, con una media di 22 attività perse ogni anno, dove spiccano i dati negativi di negozi di tessili, prodotti per la casa e ferramenta (-41%), bar (-22%) e attività di commercio ambulante (-16%).

«Sono titolare di un’attività commerciale per la rivendita di pane e generi alimentari posta in via Battelli, con questa mia – scrive Biancalana – voglio porre l’attenzione della comunità e dei rappresentanti della nostra amministrazione su quanto sta accadendo alle piccole attività come la mia».

«Ho deciso di aprire nel 2020 – racconta il commerciante – una rivendita alimentare con prodotti tipici della nostra regione. Tutto ciò con non pochi sacrifici economici e familiari ma con la determinazione, passione e professionalità che mi contraddistinguono. Solo tre anni dopo vengo a sapere che nel raggio di 300 metri apre un negozio della grande distribuzione e all’improvviso crollano sia le vendite che i miei sogni, nonché la mia fonte di sostentamento».

«Vorrei capire – prosegue – se l’amministrazione comunale si è mai posta il problema delle conseguenze di un insediamento così grande nelle vicinanze delle diverse attività già presenti in via Battelli: non vorrei ritenerlo un sintomo di totale indifferenza. Trovo quanto meno assurdo che le associazioni dei commercianti, che dovrebbero tutelarci, si sorprendano nel rendersi conto delle numerose attività chiuse nel giro di un anno (come sarò costretto a fare io). Invece di intervenire e contrastare scelte scellerate, cadono dalle nuvole quando sono magari invitate a interventi televisivi».

«La realtà – conclude Biancalana – è che nella mia zona hanno chiuso quasi tutti e altri si apprestano a farlo e io mi ritrovo, come tanti altri, a sessant’anni e con famiglia a carico a dovermi avventurare nella ricerca di nuovi lavori e con rammarico devo prendere atto che ormai per le piccole attività commerciali non c’è più spazio né alcuna possibilità di sopravvivenza, nel menefreghismo più totale».

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