Pisa, i più giovani giocano d’azzardo: boom tra le ragazze minorenni
Aumentano in provincia i casi di studentesse dai 15 ai 17 anni
PISA. Sono sempre di più gli adolescenti e i neomaggiorenni della provincia di Pisa che si avvicinano al gioco d’azzardo. Oltre la metà dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni (il 53,5%) hanno giocato almeno una volta nei 12 mesi precedenti a quando sono stati intervistati. Rispetto al 2019, quando la percentuale complessiva di attestava sul 45,1%, la crescita supera l’8%. Un fenomeno preoccupante che riguarda prevalentemente i ragazzi, coinvolti per il 61,1%, col picco addirittura del 75% (tre su quattro) dei 19enni.
Ma a colpire di più in assoluto è l’aumento di ragazze della provincia con recente dimestichezza con le varie sfaccettature dell’azzardo. Dal 34,6% di giovanissime che nel 2019 dichiaravano di aver fatto almeno una giocata nell’ultimo anno, si è passati nel 2023 al 46,3%, incremento che spaventa particolarmente se si guarda il dettaglio dell’età. Perché il vero e proprio boom riguarda le minorenni tra i 15 e i 17 anni, in età dunque da scuola superiore, la cui fetta di “giocatrici” (anche saltuarie) è salita dal 32,6 al 48,5%.
L’allarme tra i giovani in provincia si riflette nella percentuale di profili problematici tra le più alte di tutta la Toscana (4,5% rispetto al 2,8% del 2019 e sopra la media regionale), a fronte di una popolazione a rischio minimo – quindi per forza più larga – appena superiore (4,9%). Segno che la maggior parte di ragazzi e ragazze che vengono a contatto col gioco d’azzardo sviluppano in breve tempo dei disturbi.
Questo è il quadro che emerge dal rapporto di ricerca “L’Azzardo nella Regione Toscana”, curato dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc).
La ricerca prende in esame tutte le forme del gioco d’azzardo a pagamento: dai giochi di carte come poker e blackjack, alle slot machine, Bingo, lotterie (Lotto, Superenalotto, Gratta&Vinci), scommesse sportive e giochi online a pagamento. Il tutto reso più accessibile dalla capillarità dell’offerta fisica (onsite) e soprattutto dalla diffusione delle piattaforme digitali.
Ne deriva una fotografia accurata del fenomeno sul territorio, che consente una riflessione anche sull’impatto delle politiche pubbliche messe in campo attraverso il Piano regionale di contrasto, che si è concluso alla fine del 2024.
L’analisi si fonda sui due principali studi epidemiologici condotti dell’Ifc e freschi di pubblicazione: Espad Italia 2023 per gli studenti tra i 15 e i 19 anni e Gaps 2024 per la popolazione adulta, tra i 18 e gli 84 anni.
Tra le zone con le percentuali più alte di adulti che hanno giocato almeno una volta negli ultimi 12 mesi figurano quelle dell’Empolese e del Valdarno Inferiore (38%, un punto in più sia di quanto registrato nel 2019 che della media regionale). Seguono l’Alta Val di Cecina e la Val d’Era (36,7%) e l’area Pisana (34,8%), tutte però in leggera diminuzione rispetto al pre pandemia.
Così come diminuisce il gioco “onsite” (sul posto), comunque oltre il 30%, a favore della diffusione delle scommesse online, trend ancora più consistente nella fascia giovanile (10% in provincia di Pisa). Ma il termometro che rende meglio l’idea di che cosa muova il gioco d’azzardo in Toscana è quello economico: nel solo 2023, la raccolta da gioco ha superato gli 8,1miliardi di euro, con una spesa procapite di oltre 2.200 euro.
Numeri da non sottovalutare, che richiedono programmi e attività di prevenzione sempre più efficaci. Articolato in cinque aree tematiche, il piano regionale di contrasto ha dato vita a 58 progetti e oltre 300 azioni concrete in tutto il territorio toscano.
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