Pisa, morta dopo l'iniezione di silicone: Regina Satariano minacciata via social
Responsabile del consultorio transgenere di Torre del Lago, è stata presa di mira dopo aver denunciato la morte sospetta di Mirella Souza: «Non mi faccio intimorire»
TORRE DEL LAGO. Sui social, dopo la notizia della morte di Mirella, transessuale brasiliana di 54 anni, in seguito ad un trattamento estetico vietato, sono apparse numerose testimonianze. L’uso di olio di silicone per aumentare i fianchi o il seno ma anche gli zigomi, è abbastanza diffuso tra le trans nate in Brasile. Sotto la denuncia pubblicata su Facebook da Regina Satariano, responsabile del consultorio transgenere di Torre del Lago, si è scatenato un “mondo” di commenti. C’è anche chi ipotizza il nome della sedicente operatrice, responsabile del trattamento illecito. Mentre la polizia fa le sue indagini, dopo avere informato la procura, e il cadavere è stato trasportato a Medicina legale a Pisa, sulla rete si fanno nomi e cognomi, si raccontano altre storie finite male. Mirella il 14 agosto avrebbe ricevuto a casa sua a Pisa la visita della falsa “dottoressa”, se così si può definire, e del compagno, arrivati da Roma e subito ripartiti, senza valutare se Mirella aveva subito un danno fisico.
Il passo successivo, per alcuni quasi scontato vista la gravità della vicenda, è stato quello di minacciare Regina Satariano, originaria di Genova, referente per la Toscana del Mit-Movimento Identità Transessuale.
«Ho ricevuto una minaccia non proprio velata da una persona per aver sensibilizzato le ragazze trans a denunciare». È quanto scrive su Facebook Regina Satariano, responsabile del consultorio transgenere di Torre del Lago, che nei giorni scorsi ha raccontato pubblicamente la storia di Mirella, una donna trans morta lo scorso 19 agosto all’ospedale Cisanello in seguito, secondo quanto raccontato da Satariano ad un’iniezione nell’area tra il collo e il seno di una sostanza genericamente definita olio di silicone, vietata da circa 30 anni. Regina Satariano ha puntato il dito contro alcune persone che senza alcuna licenza o preparazione medica eseguono queste pericolose iniezioni, spostandosi in tutta Italia, su chiamata. Trattamenti che spesso vengono praticati a buon mercato e a domicilio, senza pensare ai rischi per la salute. I loro effetti collaterali possono causare anche la morte.
«Ho sempre lottato per i nostri diritti e anche degli altri, ancora prima della maggiore età ero in coda per il diritto all’aborto e poi il divorzio – scrive Regina – con la stessa tenacia ho cercato di dar voce a chi non l’avesse (e quando è stato il caso ho sostenuto persone in difficoltà che, come sempre, dimenticano. C’è chi aveva bisogno di intraprendere un attività che oggi grazie al mio aiuto ha più di 16 dipendenti, ma come diceva mia madre fai del bene e scordalo, fai del male e ricordalo. Tutto questo per dirvi che non mi faccio intimorire da messaggi con toni poco gradevoli sono contenta che le persone che hanno denunciato il caso Mirella siano state le stesse brasiliane che prima di quel giorno avevano paura di ritorsioni. Dunque, oltre ad aver informato le autorità competenti di questo messaggio e di due telefonate poco chiare, volevo dire a queste persone che ho fatto solo quello che era giusto fare».
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