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Pisa, multe ricevute con raccomandata: ecco la “soprattassa”

Pisa, multe ricevute con raccomandata: ecco la “soprattassa”

Per chi non aderisce al sistema elettronico Send lievitano le spese di notifica

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Pisa La possiamo chiamare la “tassa sulla carta”: dieci euro che vengono chiesti come “spese di notifica” a chi non ha aderito a uno dei sistemi elettronici di consegna di avvisi di pagamento per le multe del codice della strada. Anche Sepi, infatti, ha adeguato il suo sistema alla piattaforma Send, che prevede come prioritario la spedizione dei documenti per via telematica. E che “punisce” chi non ha questa possibilità (o non vi aderisce) con una sovrattassa da 10 euro.

Un esempio lo porta un nostro lettore, David Thomas Braithwaite, che si è trovato a ricevere (per posta tradizionale) due contravvenzioni dall’importo totale di 97 euro. Quando è andato al tabacchino per pagare, però, gliene sono stati chiesti 117: venti in più.

Come è possibile che avvenga questo? Per rispondere bisogna per l’appunto capire come funziona il sistema Send. Si tratta di una piattaforma attraverso la quale le pubbliche amministrazioni (enti, ma anche società di riscossione) caricano i propri avvisi per la spedizione al malcapitato destinatario. Il cittadino, da parte sua, deve attivare il servizio di notifica. E per fare questo, ovviamente, deve essere dotato di attrezzatura e conoscenza tecnologica: in sostanza è necessario un accesso “certificato” attraverso lo Spid o la carta di identità elettronica.

Una volta attivato, ci sono diversi canali attraverso i quali ricevere le notifiche. Il primo è direttamente attraverso il portale Send: in questo caso la notifica è perfezionata il giorno della consultazione. C’è poi l’utilizzo dell’app IO, attraverso la quale si gestiscono i rapporti con la pubblica amministrazione: anche in questo caso la consegna si intende effettuata (ai termini di legge) il giorno della consultazione. Se invece si è scelto di farsi contattare attraverso un indirizzo di posta elettronica certificata, la validità decorre a partire dal settimo giorno dopo la consegna del messaggio. Inoltre, sono previsti anche “avvisi di cortesia” tramite posta elettronica ordinaria o messaggi sul cellulare: in entrambi i casi si viene riportati alla piattaforma Send e si può così aprire l’avviso consegnato.

Quando il documento viene caricato per l’invio, Send cerca se l’utente ha attivato uno di questi canali digitali. Se non lo ha fatto, l’avviso viene recapitato fisicamente, attraverso una raccomandata. Ed è qui che i costi per il cittadino cambiano in maniera decisiva. In caso di consegna digitale, infatti, si limitano a due euro. Ma se il recapito viene effettuato in maniera tradizionale, si arriva ai circa 10 euro che sono stati chiesti al signor Braithwaite. Con una complicazione in più. Quando l’atto viene preparato, non si può sapere quale sarà il metodo di consegna utilizzato, che dipende dall’adesione o meno del cittadino a Send. Di conseguenza, non si sa nemmeno se il costo sarà di due o di dieci euro. Il conto finale lo si potrà fare solo al momento del pagamento: è per questo che il nostro lettore si è sentito chiedere i dieci euro in più soltanto quando è andato in tabaccheria per mettersi in regola. Va anche detto che questa “variabilità” del costo finale è indicato sui fogli che i cittadini ricevono a casa o sul proprio domicilio digitale. Una novità che nei prossimi mesi riguarderà tutti: il sistema Send (previsto nell’ambito del Pnrr) dovrà essere infatti adottato da tutte le amministrazioni pubbliche entro il gennaio del 2026.l

L.C.



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