«Venite, ho ucciso la mia compagna» poi si spara. L’ultima telefonata, «il periodo difficile» e i due colpi di pistola dopo la lite
I due figli della coppia, di 17 e 20 anni, non erano in casa: sono arrivati più tardi, avvisati dalla polizia. La donna avrebbe compiuto 45 anni domani, il 23 luglio
PISA. Abbracci, lacrime, sguardi persi nel vuoto. Ma anche rabbia e volti impenetrabili di fronte a un dramma familiare che si è consumato poco prima delle 14 di oggi, 22 luglio, nell’abitazione di una palazzina all’ultimo dei tre piani nella zona residenziale all’interno del quartiere popolare di Sant’Ermete a Pisa. Secondo la polizia, Alessandro Gazzoli, 50 anni, guardia giurata, ha esploso almeno due colpi di pistola sul volto della donna con la quale era fidanzato fin da quando i due erano adolescenti, Samantha Del Gratta, che proprio il 23 luglio avrebbe compiuto il suo 45° compleanno. Poi ha chiamato il centralino della questura pronunciando poche parole: «Venite, ho sparato alla mia compagna». E, a quel punto, ha rivolto l’arma contro se stesso, uccidendosi.
L’arma nel cassetto
Omicidio suicidio. Non ci sono dubbi per la Squadra mobile che indaga su quanto accaduto. Ma la tragedia, per il momento, non ha elementi per capire cosa abbia spinto Gazzoli a tirare fuori la sua Glock 19 calibro 9x21 che usava per lavoro e che, probabilmente custodiva nel cassetto del comodino dalla parte del letto dove solitamente dormiva. Con l’arma in pugno, ha rivolto la canna verso la persona con la quale aveva messo su famiglia con due figli di 20 e quasi 18 anni, e ha premuto il grilletto. Gli agenti intervenuti per primi hanno trovato la porta d’ingresso aperta. Poi si sono messi alla ricerca della coppia, trovandola nella camera matrimoniale. Nessun segno di lite, assenza di ferite su entrambi.
Periodo difficile
La ricostruzione fornita dalla questura sulla dinamica parla di colpi esplosi frontalmente a brucia pelo, probabilmente al culmine di una lite. Il calibro della pistola personale e legalmente detenuta da Gazzoli prevede l’uso di cartucce camiciate, come quelle in dotazione alla polizia di Stato.
In gergo si dice che feriscono meno, “limitandosi” a penetrare nel punto d’ingresso. Dettagli di una tragedia che la polizia ha, per ora, ricostruito attraverso il racconto di amici e vicini di casa. In assenza di biglietti con cui spiegare il tragico gesto, denunce per maltrattamenti, interventi delle forze dell’ordine nell’abitazione di via Ferdinando Agostini della Seta, acquistano valore le testimonianze che parlano di un periodo difficile attraversato dalla coppia. Anche se le eventuali tensioni non hanno mai varcato la soglia dell’appartamento. Per tutti nel quartiere, Alessandro e Samantha erano quelli nati e cresciuti a Sant’Ermete, fidanzati da una vita e sempre insieme.
Fatto inspiegabile
Ma i problemi esistevano. Forse dovuti al fatto che il 50enne sarebbe stato messo in ferie forzate dal Corpo vigili giurati, che ha la sede principale a Firenze e una filiale a Pisa. Nonostante l’assenza di quest’ultimo periodo, Gazzoli era uno dei veterani, con circa vent’anni di servizio. E lo sgomento tra i colleghi, così come tra la gente di Sant’Ermete, è stato grandissimo appena la notizia ha cominciato a circolare di telefono in telefono e sul web. Un fatto inspiegabile per tutti e su cui potrebbero fare chiarezza i due figli che, però, nelle ore immediatamente successive all’esplosione dei colpi di arma da fuoco nella camera dove dormivano i genitori, hanno mostrato segni evidenti di essere sotto choc.
Fratelli assenti
E ci mancherebbe, vista la tragedia a cui sono sottoposti da oggi pomeriggio. I due non erano in casa nel momento in cui il padre ha fatto fuoco verso la loro mamma, uccidendosi poi subito dopo. Qualcuno in strada, di fronte alla palazzina a tre piani, ipotizzava che se i fratelli fossero stati presenti, magari questa tragedia sarebbe rimasta solo nelle intenzioni dell’uomo. Col senno di poi, però, queste vicende non si risolvono. L’unica certezza, al momento, riguarda l’evoluzione e l’epilogo dei fatti. Manca il motivo che, però, cambierà poco la sostanza. Ormai quella resterà per sempre la palazzina dove alle 13,45 di una giornata afosa d’estate si è consumata una tragedia familiare.