Il Tirreno

Pisa

Il progetto

Arena Garibaldi, lavori di adeguamento: ora il piano è all’esame del Coni. Le tappe e cosa c’è da sapere

di Francesco Loi
Una veduta dell’Arena
Una veduta dell’Arena

Il Pisa Sc ha manifestato la volontà di andare avanti utilizzando le possibilità offerte della Legge stadi

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PISA. Il Comune non cambia strada, si dice nel palazzo. O, meglio, l’ha già cambiata nel tempo. Per questo l’iter seguito a partire dal 2023 può restare lo stesso anche dopo che il Tar ha accolto nei giorni scorsi un ricorso presentato nel 2020 da alcuni cittadini annullando la cosiddetta variante stadio. In pratica, è come se si giocasse un’altra partita. Nel frattempo il Comune si muove sul fronte dell’adeguamento dello stadio attuale per la categoria superiore. E prosegue i contatti con il Pisa Sporting Club per il progetto di riqualificazione dell’Arena.

Anzitutto, con atto del 23 aprile, la direzione edilizia pubblica ha approvato l’affidamento al Coni della redazione del parere in linea tecnico sportiva sulla “Progettazione dell’adeguamento funzionale e strutturale dello stadio”. È un passaggio decisivo, secondo le norme, per avere il nulla-osta finale.

Dopo il sopralluogo della Lega Serie A, con relative richieste di lavori, è stata predisposta una variazione di bilancio da 1,3 milioni di euro per una serie di interventi su strutture e spazi dello stadio. Il progetto è stato affidato ad Archea Associati Srl di Firenze per un importo di 49.880 euro al netto di Iva e oneri. «Il progetto – si legge negli atti – dovrà comprendere, oltre ai rilievi, accertamenti e indagini svolte in loco, l’elaborazione di tutta la documentazione progettuale di livello esecutivo (progettazione architettonica, strutturale impiantistica e antincendio oltre che del coordinamento della sicurezza)» e tutto quanto occorre «per presentare la richiesta di esame del progetto al Coni e ottenere le necessarie autorizzazioni».

Intanto dopo la sentenza del Tar si è scatenata la bagarre politica, sollevando da più parti dubbi e preoccupazioni sull’esito della vicenda. La variante, basata sul progetto non più attuale di Dea Capital e dell’Associazione Calcistica Pisa 1909 (sul quale effettivamente il Tar è intervenuto pesantemente), aveva come presupposto la cancellazione della previsione di un nuovo stadio a Ospedaletto con mantenimento dell’impianto a Porta a Lucca. La validità dell’intera scheda norma sta peraltro per scadere. Dal Comune fanno comunque notare che in ogni caso questo aspetto non è mai stato in dubbio. Si fa riferimento in particolare al punto 4 della sentenza del Tar dove si legge, a proposito del ricorso, di motivo «infondato e, prima ancora, improcedibile per carenza di interesse» in relazione alla «scelta strategica di mantenere in vita e di riqualificare lo storico stadio cittadino, abbandonando il progetto del suo trasferimento in altra zona» che «è stata recepita e confermata dal nuovo piano strutturale intercomunale di Pisa e Cascina», oltre che nell’avvio del procedimento del Piano operativo comunale (Poc) che il consiglio comunale ha approvato nel novembre 2023.

Riguardo poi al progetto del nuovo stadio, o sua riqualificazione, chiuso il progetto Dea Capital, dovrà essere discusso il progetto che sarà presentato dal Pisa Sporting Club. Un’altra vicenda, quindi. E non è un caso che il sindaco Michele Conti abbia già sottolineato che la proprietà del Pisa «ha manifestato la volontà di andare avanti con un nuovo progetto utilizzando le possibilità della Legge stadi».

In sostanza questa interviene riducendo i termini previsti e semplificando le modalità di svolgimento delle conferenze di servizi. Quella decisoria, dice la legge, si conclude con un verbale di approvazione del progetto. E questo «costituisce dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità e urgenza dell’opera», nonché, ed è il passaggio chiave, «variante allo strumento urbanistico comunale». Dunque, una nuova variante.

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