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Pisa, entro il 2027 lo studentato da 372 posti letto: i dettagli della maxi operazione

Pisa, entro il 2027 lo studentato da 372 posti letto: i dettagli della maxi operazione

C’è la firma sul contratto preliminare d’acquisto per l’area ex Saint-Gobain da parte della società Finint Investments attraverso il Fondo Pitagora

13 giugno 2024
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PISA. Ben 372 posti letto per studenti fuori sede o stranieri che scelgono di frequentare l’Università di Pisa. Aule studio, lavanderia, servizi di portierato e sicurezza, uffici per il supporto amministrativo nelle pratiche, pronto intervento h24 anche in caso di guasti negli alloggi. Per non parlare di aree verdi esterne, attrezzate anche per lo sport. Il tutto in un edificio all’avanguardia non solo per i servizi ma anche per l’impatto ambientale. Quando? Tutto pronto, questa la previsione, per l’anno accademico 2027/2028. Dove? A due passi dall’Aurelia, nella zona di Porta a Mare. Diecimila metri quadrati di area ex industriale, debitamente bonificata, da restituire alla città e mettere a servizio della principale economia pisana: l’Università.

La maxi operazione di trasformazione su via Ponte a Piglieri è promossa da Finint Investments, società di gestione del risparmio del Gruppo Banca Finint operativa nel mercato italiano della gestione di fondi alternativi. Finint Investments ha stipulato, attraverso il Fondo Pitagora, un contratto preliminare di compravendita dell’area ex Saint-Gobain. Non la prima esperienza del genere per la società che, tuttavia, ha scelto proprio Pisa per realizzare uno dei propri progetti di punta, come spiega la dottoressa Sara Paganin, Director - Head of Housing & Urban Regeneration di Finint Investments.

«La scelta di Pisa non è casuale – spiega Sara Paganin – Il Fondo Pitagora ha come obiettivo quello di presentarsi su tutto il territorio nazionale concentrando l’attenzione su realtà di minori dimensioni che vantano atenei di assoluta eccellenza che richiamano un gran numero di studenti dall’Italia e dall’estero. Esattamente il caso di Pisa che vanta un elevato tasso di studenti fuori sede, al momento costretti a ricorrere a soluzioni abitative di privati spesso vetuste, con canoni non bassi, senza poter usufruire di quei servizi necessari per chi si trasferisce».

Quella di Pisa è una operazione che stavate perseguendo da tempo. A che punto siamo?

«È stato firmato un preliminare di acquisto condizionato al rilascio del titolo edilizio e abbiamo fatto pochi giorni fa un primo incontro in municipio con il sindaco Michele Conti. Contiamo che la proprietà depositi il progetto prima dell’estate al quale seguiranno i tempi tecnici del Comune per rilascio del titolo edilizio. A quel punto, entro fine anno, andremo al rogito per poi partire con i lavori nel primo trimestre del 2025. Un intervento come quello che abbiamo in mente richiede mediamente 24 mesi di lavori, dunque riteniamo che il nuovo studentato possa essere pronto per l’anno accademico 2027/2028».

Di che genere di investimenti si tratta, in ordine di grandezza?

«Tra l’acquisto dell’area, i lavori, l’allestimento parliamo di una cifra stimata in 28 milioni. Verranno realizzati almeno 370 posti letto e stiamo lavorando con i progettisti e il soggetto che curerà la gestione vera e propria dello studentato sulle migliori soluzioni possibili per gli studenti».

Anche perché non si parla solo di posti letto.

«Esatto. Quella che sarà costruita a Pisa è una struttura all’avanguardia, uno studentato di ultima generazione dove oltre alle camere singole e doppie gli studenti potranno trovare tutti quegli spazi comuni che servono per studiare e socializzare. Una palestra, un’area conviviale, il servizio lavanderia, oltre ad aule studio e spazi adeguati per le esigenze degli studenti. A ciò si aggiungono gli spazi all’esterno, l’ampia area verde dove realizzare un campo da basket e probabilmente anche altri servizi. Questo è il lavoro di progettazione che ci aspetta nei prossimi mesi».

E sul piano dell’impatto ambientale? Come sarà il nuovo studentato?

«Parliamo di un fabbricato che viene realizzato da zero e che quindi è progettato e sarà realizzato per ottenere la più alta classe energetica: un immobile ad elevate prestazioni con i massimi livelli di risparmio energetico e sostenibilità ambientale. Perseguiamo l’obiettivo di ottenere per l’edificio la certificazione Leed che qualifica, appunto, la progettazione, la costruzione e la gestione di edificio sostenibile».

Non c’è solo Pisa nelle strategie di Finint Investments. Dove state operando e dove avete intenzione di farlo?

«Guardiamo, oggi, con molto interesse anche a Verona e Trento dove, come a Pisa, si registra una carenza di offerta di posti letto. Restando alla Toscana ci piacerebbe trovare situazioni su Firenze e Siena. La nostra è tuttavia una iniziativa che guarda all’Italia intera e al Sud Italia con particolare interesse per città con atenei prestigiosi come Napoli, Catania e Bari. Queste sono le città più attenzionate ma non le uniche. Nel frattempo abbiamo portato a termine un intervento analogo, per dimensioni, a quello di Pisa, nella città di Trieste: stiamo per consegnare l’immobile che apre a settembre. Con il Fondo Pitagora è in corso una operazione a Padova. I lavori sono da completare ma la struttura è in parte già locata. Infine a Modena aprirà nel 2025 uno studentato da 360 posti».

Qual è la risposta degli studenti all’offerta di posti letto nelle soluzioni che avete realizzato e andrete a realizzare anche a Pisa?

«Assolutamente positiva, a Padova ad esempio nel giro di una settimana tutte le stanze sono state locate. Quello che riscontriamo è che si tratta di un bisogno reale e che le strutture sono apprezzate dai ragazzi».

E invece che effetto fa uno studentato di ultima generazione – come quello pensato per Pisa – sui territori dove andate a investire?

«Rispetto alle dinamiche del mercato immobiliare può diventare uno stimolo per la riqualificazione dell’intera offerta. Ma in realtà le ripercussioni sono di carattere territoriale poiché andiamo a realizzare una struttura nella città che qualifica l’università, attrae ulteriormente studenti e quindi favorisce i consumi e muove in positivo l’economia locale. Inoltre questo genere di investimento aiuta la riqualificazione dei quartieri, spesso va a ripopolare aree dismesse, le rende vive, e sicure».


 

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