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La tragedia

Pisa, muore in bici contro il camion: la dinamica e il ritratto della vittima. Anche il figlio perse la vita in un incidente stradale

di Sabrina Chiellini

	La polizia municipale sul luogo della tragedia e la vittima, Gentile Ghelardi
La polizia municipale sul luogo della tragedia e la vittima, Gentile Ghelardi

Gentile Ghelardi, 67 anni, era un aviere in congedo della 46esima Brigata Aerea. Possibile un malore, poi lo schianto e la caduta: «Il veicolo era in divieto di sosta». Il proprietario del furgone, un 65enne residente a Vecchiano, indagato per omicidio stradale colposo

12 gennaio 2024
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PISA. Hanno sentito il rumore sordo di un tonfo. Si sono affacciati lungo la strada e davanti a loro c’era il corpo senza vita di un ciclista sull’asfalto di viale D’Annunzio, vicino alle ruote posteriori di un furgone in sosta vietata, sul margine della strada. Una scena che gli operai al lavoro in un’abitazione lungo l’Arno non dimenticheranno. Quel ciclista era Gentile Ghelardi, 67 anni compiuti il 6 gennaio, luogotenente dell’Aeronautica, in servizio alla 46esima Brigata Aerea fino ad alcuni anni fa, quando era andato in congedo. Approfittando della giornata di sole, la vittima aveva deciso di fare il solito giro con la sua bici da corsa, sua grande passione nel tempo libero. Una pedalata da Pisa, dove abitava, verso il litorale per poi tornare a casa. Lungo il viale però Ghelardi ha incontrato la morte in circostanze che potranno essere chiarire meglio solo se verrà disposta l’autopsia.

L’allarme al 118 è arrivato poco dopo le 10 anche se fin dal primo momento è stato chiaro che per il pensionato non c’era niente da fare, è morto sul colpo. E questo hanno potuto accertare i soccorritori, arrivati con la Misericordia di Pisa, in un tratto di strada già tristemente noto per gli incidenti stradali. Come quello che è costato la vita all’ex luogotenente, in un tratto rettilineo e con la carreggiata abbastanza larga, così che sulla dinamica restano aperti alcuni interrogativi. La polizia municipale che si sta occupando di ricostruire la dinamica ha sequestrato sia il furgone che la bicicletta. Il ciclista, che indossava il caschetto, potrebbe avere avuto un malore. Se fosse così avrebbe poi perso il controllo della due ruote fino a schiantarsi contro il furgone in sosta, con le quattro frecce accese, con le ruote su una parte della carreggiata. Per questo motivo il proprietario del furgone, un 65enne residente nel comune di Vecchiano, anche se al momento dell’impatto non era alla guida è stato indagato per omicidio stradale colposo.

Drammatici i momenti successivi al tremendo impatto contro l’improvviso ostacolo lungo la carreggiata. Gli agenti della Municipale oltre alla testimonianza del proprietario del veicolo coinvolto nell’incidente hanno sentito anche la versione di due operai che erano al lavoro su un cantiere edile. «Abbiamo sentito un forte rumore – racconta uno dei due operai – abbiamo attraversato la strada per soccorrerlo ma ci siamo resi conto che non c’era più niente da fare».

Drammatico l’arrivo della moglie e della figlia sul luogo della tragedia rimaste fino alla rimozione della salma. Per la famiglia un dolore che riapre una vecchia e mai guarita ferita. Quella di una mamma che ha perso un figlio di 16 anni in un incidente stradale e ora si trova ad affrontare lo stesso dolore, per la scomparsa del marito, compagno di una vita.

Per buona parte della mattina gli agenti della Municipale, intervenuti con più pattuglie, sono rimasti sul luogo dell’incidente per cercare di ricostruire distanze e dinamica. Oltre all’ipotesi del malore c’è quella di una eventuale distrazione da parte del ciclista. Così come non si può escludere che la vittima abbia avuto cercato di evitare qualcosa mentre percorreva viale D’Annunzio e così sia finita contro il camion. Saranno le eventuali indagini disposte dalla Procura, visto che sull’incidente mortale è stata aperta un’inchiesta, a chiarire del tutto dinamica e cause dell’incidente.


Il ricordo di amici ed ex colleghi di lavoro: «Un grande sportivo, sempre controllato»

Un destino crudele si è abbattuto ancora una volta sulla famiglia Ghelardi. Alcuni anni fa il dramma per la morte del figlio adolescente in seguito a un incidente stradale aveva lasciato Gentile Ghelardi e la moglie senza parole. Ora è sempre un incidente stradale a portarsi via anche il militare dell’Aeronautica in congedo da alcuni anni, dopo che aveva lavorato a lungo (era in servizio nell’Aeronautica dal 1975) nella sala operativa della 46esima Brigata Aerea a Pisa.

L’ipotesi del malore improvviso ha colto di sorpresa non solo i familiari ma anche gli amici. Perché Ghelardi era uno sportivo, si prendeva cura della propria forma fisica, apparentemente non aveva problemi di salute. «Quando abbiamo sentito la notizia – dice un collega – quasi non volevamo crederci. È davvero singolare quello che è successo e proprio a lui che già aveva perso un figlio in un incidente». Positivo il ricordo che lascia in chi ha lavorato fianco a fianco con lui.

«Sul lavoro era una persona molto scrupolosa, non lasciava mai niente al caso, sempre cordiale con tutti. Era anche un grande sportivo, aveva seguito alcuni corsi ed era massaggiatore. Tanti ciclisti si sono rivolti a lui negli anni per risolvere i problemi che si possono avere quando si va in bicicletta a certi livelli. Era un salutista, non aveva problemi a farsi chilometri e chilometri in sella alla sua bicicletta anche ora che aveva 67 anni».

Non è chiaro quando potrà svolgersi il funerale, visto che la salma per il momento resta a disposizione dell’autorità giudiziaria che probabilmente disporrà alcuni accertamenti ulteriori per non lasciare dubbi aperti sulle cause dell’incidente mortale, avvenuto mentre l’ex aviere tornava a casa. Incidente che lo ha sorpreso lungo una strada che Ghelardi conosceva bene. Chissà quante volte l’aveva percorsa nelle giornate di allenamento e di svago, a volte da sole e altre in compagnia degli amici. Lui che era convinto che pedalare fosse un’ottima abitudine per mantenersi in forma. «Cercheremo di metterci in contatto con la famiglia – aggiunge un collega – per ora di questo incidente abbiamo saputo poche cose, siamo molto addolorati per questo improvviso dolore che colpisce tutta la famiglia della 46esima».

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