Il Tirreno

Il commento

Il rito della lucertola da strofinare. Ma quei “birrini” guastano la festa

di Sergio Costanzo
Il rito della lucertola da strofinare. Ma quei “birrini” guastano la festa

Come ogni anno, tantissimi studenti al Duomo di Pisa a scopo scaramantico a 100 giorni dal diploma

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Scaramanzia. Nessuno ne è immune. L’etimologia è incerta, forse è un’alterazione di chiromanzia, che è dal greco, cheiromanteìa, ovvero lettura della mano. Il termine è composto da cheir, mano e manteia divinazione. Per scaramanzia si intende l'atto a cui la superstizione attribuisce il magico potere di favorire la buona sorte e di scacciare quella cattiva. Attraverso la scaramanzia, di fatto, si compie il rito di scongiuro, si attua una formula magica o si accoglie un amuleto a cui si attribuisce la capacità di allontanare la iettatura e il malocchio, usati quindi per propiziarsi la fortuna. Il primo errore è pensare che le cose debbano andare come noi vogliamo che vadano. Un conto è desiderare, un conto è condizionare. Comunque, il fenomeno non è solo italiano e, di certo, non recente.

La maggior parte di queste credenze sono legate alla superstizione, al folklore e, talvolta, anzi spesso, anzi, spessissimo alla religione.

In molti edifici, come hotel e palazzi, non esiste il 13 ° piano o non esiste una stanza numero 13. Anche alcuni ascensori non vanno oltre il 12 ° piano.

In Giappone, una delle più comuni credenze che portano sfortuna è quella secondo cui gli specchi possono produrre energie spirituali negative che danneggiano la casa. Per prevenire questo, i giapponesi spesso usano coprire o nascondere gli specchi nei loro appartamenti.

In Cina invece, alcune persone credono che il numero 4 porti sfortuna, mentre il numero 8 porti fortuna. Sempre in Cina si pensa che portare una moneta di rame porti fortuna, mentre indossare una borsa rossa possa portare sfortuna.

In India, non si deve entrare in un cimitero di notte per evitare di essere colpiti da eventi sfortunati. Ma mica solo in India. Si ritiene che il luogo sia pieno di spiriti maligni che possono portare negatività nella vita della persona e danneggiarla. Altro che amore verso i cari estinti. Tra le cose che portano sfortuna, più popolari nelle diverse nazioni sono: regalare un coltello e versare l’olio per terra.

Infine, in America Latina, la superstizione gioca ancora molta parte nella vita delle persone. Bisogna evitare di esprimere tre desideri di fronte a una candela, poiché si ritiene che questo possa portare sfortuna.

Venendo all’Europa, ci sono i gatti neri, i numeri dei giorni del mese, i corvi, il venerdì, o puntare il dito verso l’arcobaleno. Ricordo i miei nonni maledire la disgrazia di rovesciare olio, far cadere il sale, aprire l’ombrello in casa. Guai a mettere il cappello sul letto, anche da militare questo precetto era rispettato, guai a passare sotto una scala poggiata al muro, guai a passare la scopa sui piedi di uno scapolo o di una nubile, fino ad arrivare all’evento nefasto per antonomasia: rompere uno specchio. Sette anni di guai, a meno, diceva mio nonno, di orinare immediatamente sullo specchio rotto per bloccare il maleficio.

Poi, alzi la mano chi ha trasgredito, guai a vedere lo sposo e/o la sposa prima del matrimonio.

A Pisa, gli universitari non debbono salire sulla Torre prima di essersi laureati (io ho rispettato la tradizione). Ci sono le cose da non fare, ma anche quelle da fare ed ecco il rito della lucertola a due code da strofinare in piazza del Duomo. L’evento per cui una lucertola abbia due code è assai raro in natura e per questo considerato fortuito e quindi beneaugurante. Mia nonna aveva una bottiglietta piena di “spirito” dove conservava una coda bifida di lucertola. Ecco che il rito dei 100 giorni alla maturità, è diventato nel tempo una sorta di cerimonia collettiva antimalocchio e giù, a strofinare la porta del Duomo.

Ciò che ho visto in piazza proprio ieri, però, mi ha lasciato assai disgustato. Passino le cartacce residue, il prato calpestato, qualche pallonata al Battistero (ci sta, dai), ma per me è inaccettabile che la metà e oltre dei ragazzi,  girasse con un “birrino in mano”. Ma, cari bimbi, tutta questa lotta per la buona sorte e poi mi cascate sul principio di cirrosi epatica? Tutto questo impegno per essere migliori e poi vi perdete nell’alcool mattutino? Ma non sarebbe meglio, per condizionare la sorte, mettere testa sugli studi e orientare vita, scelte e sorte nel verso giusto? Sono adulto, anziano, bevo birra, ma non alle 10 di mattina, non in una sorta di rituale sciamanico collettivo. Ragazzi, tenete saldo il vostro cervello, prima che qualcuno ve lo scippi. Sperando, non sia già tardi. La Lucertola è protetta da una cancellata, le vostre menti sono molto più permeabili. Intanto, diplomatevi che è già un bel risultato.

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