Il Tirreno

Pisa

Navicelli a secco, si draga

Una veduta dell’area produttiva dei Navicelli gestita dalla Port Authority di Pisa (archivio)
Una veduta dell’area produttiva dei Navicelli gestita dalla Port Authority di Pisa (archivio)

Intervento straordinario per venire incontro, nell’immediato, alle necessità dei cantieri. Ma la collaborazione diventerà stabile

09 agosto 2022
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PISA. Un settore produttivo che non conosce crisi quello degli yacht e in particolare dei mega yacht. E al pari delle richieste dei super ricchi aumentano le dimensioni delle imbarcazioni da sogno che i cantieri si trovano ad allestire, anche all’interno dei capannoni di Navicelli a Pisa. Con tutto quello che ne consegue, però, in termini di gestione di spazi e percorsi perché barche sempre più grandi possano raggiungere il mare dalle aree produttive pisane. Soprattutto in tempi di siccità come questi: meno acqua nel canale dei Navicelli significa anche minor pescaggio e maggiori difficoltà per le imbarcazioni che vengono prodotte nei cantieri di raggiungere il mare.

Così, per rispondere a questi due fattori, la Port Authority di Pisa ha di recente affidato ad una ditta un appalto da 60mila euro per un dragaggio straordinario del Canale dei Navicelli. Un intervento per rispondere ad un problema immediato e urgente, ma – fa sapere l’Authority– guarda anche al futuro.

«Da ora in avanti – si legge in una nota dell’autorità portuale pisana – grazie ad una sinergia stretta tra Port Authority e le attività imprenditoriali dell’area, ogni sei mesi sarà redatto un report per fare il punto delle profondità del canale, ed intervenire con la riprofilatura, per ora puntuale, prevenendo ogni possibile disagio».

«La prima cosa che abbiamo fatto – spiega il presidente della partecipata, Salvatore Pisano – è quella di aver indetto, tramite piattaforma Start, una gara per un appalto extra rispetto alla ordinaria manutenzione. La siccità infatti, unita a fenomeni di bassa marea, può creare seri problemi alle imbarcazioni in uscita. Per questo, come primo passo, siamo intervenuti per risolvere l’emergenza».

L’importo della gara affidata di recente alla ditta Capater è di 60 mila euro e il dragaggio riguarderà diversi tratti del canale dei Navicelli. «Allo stesso tempo – aggiunge Pisano – in collaborazione con il Comune di Pisa stiamo cercando di ripristinare alcune aree già disponibili sul territorio per poter stendere il sedime raccolto dal Canale, aree già in passato usate per tali finalità, sedime che opportunamente trattato potrà poi essere riutilizzato, sia in campo industriale che come terreno per vivai e serre. Riaperte le aree per lo stoccaggio del sedime – spiega Pisano – possiamo passare alla seconda fase della profilatura, su ampia scala, e conseguente dragaggio ancora più importante, da effettuare con l’avvio del nuovo anno e seguendo anche le indicazioni degli imprenditori della cantieristica».

L’altra grande novità di questi giorni è infatti la nuova sinergia stretta tra la Port Authority di Pisa e i cantieri che operano nell’area della Navicelli. «L’obiettivo è quello di lavorare ancor più in sinergia affinché tutte le produzioni di questa zona, sempre più innovative e dislocanti abbiano le migliori condizioni per operare. Per questo – dice Pisano – invieremo ogni sei mesi una batimetria aggiornata a tutti i cantieri. In questo modo anche loro, durante la costruzione delle imbarcazioni, avranno modo di considerare con largo anticipo se possano esserci punti critici per la navigazione o per l’uscita dal canale di queste grandi imbarcazioni. E noi avremmo tempo e modo di riprofilare il canale prima che questo rappresenti un problema. La nuova riprofilatura dovrà coinvolgere, oltre a Port Authority e comune di Pisa, anche la Regione Toscana, la Provincia di Pisa e l’Arpat, per le rispettive competenze e per possibili stanziamenti. Senza dimenticare – conclude il presidente di Port Authority – il progetto sperimentale avviato col Cnr di Pisa, teso a far sì che i sedimi derivanti dal dragaggio possano essere sfruttati e venduti commercialmente, per trasformarli da rifiuti a potenziali risorse».

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