Boicottano i test Invalsi: studenti sospesi
Circa venticinque gli alunni dell'istituto Santoni coinvolti nella vicenda. Proteste anche al liceo classico Galilei
PISA. Circa venticinque studenti sospesi per aver boicottato i test Invalsi. La denuncia arriva dalla Rete degli studenti medi: "Lo scorso 12 maggio, come ogni anno, si sono svolte le discutibili prove Invalsi. Ancora una volta gli studenti, al fianco di genitori e professori si sono mossi per protestare contro questo inutile metodo di valutazione che giudica lo studente come una meccanica macchina di conoscenze e di applicazione logica, non come una persona, favorendo l’appiattimento e l’omologazione delle diverse doti e qualità degli studenti".
Come Rete degli Studenti Medi, "nostro malgrado ci siamo trovati a far fronte ad un grave episodio avvenuto nell’istituto Santoni di Pisa, dove non sono mancate le contestazioni. Nei giorni antecedenti la mattina di martedì 12 i rappresentanti degli studenti avevano proposto ai ragazzi di consegnare il foglio in bianco in segno di protesta, e questi oltre ad aver fatto ciò hanno deciso legittimamente di cancellare anche il loro codice identificativo in modo da rendere anonima la prova. A questa contestazione non è mancata un’immediata dura risposta da parte della dirigenza scolastica, che ha provveduto a punire con la sospensione tutti gli studenti che hanno aderito a quest’iniziativa. Il risultato? Circa 25 studenti con l'avviso di sospensione, solo per aver commesso un atto di protesta innocuo, in quanto la cancellazione del codice della prova non comporta alcun danno economico o fisico, ma solo al non riconoscere lo studente che l’ha eseguita. Noi come sindacato studentesco, ponendoci l’obiettivo di tutelare gli studenti da episodi simili, ci sentiamo di condannare questo provvedimento. è previsto entro la fine della settimana un incontro assieme a questi studenti ed i loro genitori per discutere l’accaduto, difendere i ragazzi dall'ingiusta ritorsione del dirigente e coordinarci per un'eventuale azione legale. La scuola dovrebbe essere un ambiente in cui insegna a vivere in una società moderna e democratica, provvedimenti simili trasmettono solamente il messaggio opposto".
Proteste contro la riforma della scuola si sono avute anche al liceo classico Galilei: "Nel giorno in cui viene approvato il ddl della Buona Scuola di Renzi gli gli studenti si sono uniti ancora una volta per manifestare il loro dissenso nei confronti di questa riforma! Noi studenti nutriamo un’idea di scuola diversa da quella di Renzi: crediamo nelle nostre potenzialità e nella possibilità che abbiamo di lanciare dei messaggi forti attraverso queste iniziative. Abbiamo il coraggio di far vedere come la pensiamo e che non ingoiamo e basta riforme che demoliscono la scuola inclusiva, aperta a tutti, che accompagna i ragazzi nel percorso di crescita e non li mette in competizione, che non dà il potere al preside di nominare i professori o valutarli secondo criteri poco consoni, che difende il diritto allo studio e chiede veri investimenti per l’edilizia scolastica".
Sulla vicenda delle sospensioni interviene anche la politica. "L’obbedienza non è più una virtù. Lo insegnava Don Milani ai suoi studenti per costruire una scuola capace di far crescere i ragazzi e le ragazze dentro quell’idea di scuola pubblica che la nostra Costituzione sancisce all’articolo 34. Purtroppo questi insegnamenti vengono dimenticati da molti dentro il clima sempre più autoritario che il Governo Renzi, riprendendo le politiche di Berlusconi, sta alimentando nel paese anche con la riforma della “cattiva scuola”.
E' quanto scrivono Ciccio Auletta e Marco Ricci, di Una città in comune-Prc, Andrea Corti e Tiziana Nadalutti, della Lista SI – Toscana a Sinistra.
"Riteniamo molto grave ed ingiustificabile - proseguono - la decisione di sospendere diverse decine di studenti nelle scuole pisane che negli scorsi giorni hanno deciso con un atto di disobbedienza civile, critico e consapevole, di boicottate i test Invalsi. Simili provvedimenti sono degni di uno stato antidemocratico. Questa azione repressiva è un ulteriore tassello di quella autoritaria di scuola che il Governo sta facendo passare nelle aule del Parlamento in queste ore nonostante la mobilitazione di migliaia di studenti, insegnanti e genitori. L’unica cosa che il preside dell’istituto dove sono state inflitte queste "punizioni" nei confronti di studenti, colpevoli solo di esercitare il loro sacrosanto diritto di critica, è ritirare subito questi provvedimenti e aprire le aule al confronto su questi temi. Risulta infine pretestuoso e quasi comico che gli studenti siano stati accusati di danno a proprietà pubblica per aver cancellato il codice identificativo del test. L’unico danno lo stanno facendo coloro che con tagli e riforme classiste stanno distruggendo la scuola pubblica nel nostro paese".