Quirinale
Rapina alla banca di San Vincenzo: telecamere al setaccio. Scattano le perquisizioni
Si stringe il cerchio intorno ai ladri che sono fuggiti con un malloppo da 330mila euro: indagini a tutto campo
SAN VINCENZO. Due persone che i testimoni hanno descritto come uomini tra i quaranta e i cinquant’anni con accento del sud Italia. Si stringe il cerchio intorno ai rapinatori che nella mattinata di lunedì hanno preso in ostaggio dipendenti e clienti della filiale sanvincenzina della Castagneto Banca per poi fuggire con un malloppo da 330mila euro.
Lunedì stesso la polizia ha acquisito le immagini delle innumerevoli telecamere di videosorveglianza esistenti in zona e anche i carabinieri hanno effettuato controlli straordinari del territorio con tanto di perquisizioni a casa e nelle auto di alcuni potenziali sospettati. Un elemento appare certo: per le modalità d’azione utilizzate (chi ha agito l’ha fatto a volto semi scoperto e impugnando taglierini) non sembra che i due ricercati possano essere assimilati al commando armato che nel marzo scorso ha assaltato i portavalori sull’Aurelia per poi essere sgominato dai carabinieri. Ma andiamo con ordine.
I fatti
Alle 10 di lunedì mattina (29 dicembre) due uomini sono entrati alla Castagneto Banca dalla porta principale. Prima uno poi, dopo qualche minuto, l’altro. Una volta dentro hanno sfoderato dei taglierini, minacciato un’addetta per farsi aprire la cassaforte e immobilizzato tre dipendenti e tre clienti legandoli con delle fascette di plastica da elettricista. Dopodiché hanno preso il malloppo (330mila euro) e sono fuggiti dalla porta sul retro.
«I ladri hanno scelto di agire in questo momento – ha raccontato subito dopo il colpo Stefano Belmonte, responsabile direzione Operations di Castagneto Banca – visto che sono giorni in cui ci sono parecchie movimentazioni bancarie».
L’intervento
A rapinatori fuggiti, comunque, il personale della banca ha lanciato l’sos e sul posto è intervenuta la volante del commissariato di polizia di Piombino seguita dal colleghi della Scientifica. I poliziotti hanno sentito le testimonianze dei presenti e hanno acquisito i filmati delle telecamere. Da tutto questo è emerso che i due hanno agito a volto semi scoperto e sono entrati dalla porta principale, quindi dovrebbero aver messo il dito sul sensore. E ciò significa che potrebbero aver lasciato le impronte digitali.
Le indagini
Ed è proprio da qui (testimonianze, video e impronte) che sono iniziate le indagini della Squadra mobile della questura di Livorno, i cui agenti – guidati dal vicequestore aggiunto Riccardo Signorelli – hanno ricevuto dal sostituto procuratore Massimo Mannucci, titolare dell’inchiesta, la delega per portare avanti le indagini.
I prossimi passi
Nel frattempo sono state attivate anche le altre forze dell’ordine operanti sul territorio con l’obiettivo di pattugliare in maniera capillare le strade e di rintracciare, sulla base degli elementi in possesso, i responsabili del colpo. Sono quindi stati organizzati una serie di pattugliamenti da parte di polizia e carabinieri con tanto di posti di blocco e perquisizioni nei confronti di potenziali sospettati.
