Il Tirreno

Morti sul lavoro

Piombino, fiaccole e dolore per Salvatore: 400 in marcia per avere risposte – Video

di Manolo Morandini

	La fiaccolata
La fiaccolata

La salma di Salvatore Parlato è ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria, che ha disposto l’autopsia. Sull’accaduto è in corso l’inchiesta per fare luce sulla dinamica

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PIOMBINO. Dolore, rispetto, solidarietà. È un silenzio che parla quello della marcia in ricordo di Salvatore Parlato, meccanico esperto di 64 anni in forza alla Bertocci Montaggi, morto per le conseguenze di un infortunio sul lavoro che è emerso solo a distanza di dieci giorni dall’accaduto. Chiede risposte alle tante domande, tutte ancora aperte, sull’accaduto.

A sottolinearlo sono le centinaia di torce che illuminano il corteo di circa 400 persone. In testa c’è un lenzuolo bianco con il nome di Salvatore scritto in rosso, sorretto dai rappresentanti sindacali. E la corona funebre che al termine viene deposta in un luogo simbolo della città. All’inizio di largo Caduti sul lavoro.
 

La scelta della fiaccolata, organizzata da Cgil, Cisl e Uil, non è casuale. Quelle fiaccole accese vogliono contribuire a riportare la luce dove il buio è calato ormai da troppi giorni. Dal 29 ottobre, quando Parlato è rimasto ferito in modo gravissimo, travolto da uno pneumatico di un mezzo pesante che stava gonfiando nel piazzale dell’azienda a Montegemoli. Fino al 7 novembre, quando il lavoratore è morto all’ospedale Le Scotte a Siena, nel silenzio della città. Solo dopo tre giorni dal decesso, il 9 novembre, con una nota dei sindacati Fim, Fiom e Uilm, la morte di Parlato è stata confermata. Nessuno, fino a quel momento, si era preso la briga di comunicare ufficialmente le notizie dell’infortunio e della conseguente morte del lavoratore. Un blackout del sistema a tutela dei lavoratori e del diritto all’informazione pubblica.

Ci sono le istituzioni in marcia, rappresentate dai sindaci di Piombino e Campiglia Marittima e da alcuni dei loro assessori. C’è il sindacato, in prima linea, con i segretari che portano lo striscione. E tanti cittadini. Nessuna bandiera. Alcuni esponenti politici e consiglieri comunali. Da piazza Cappelletti è la voce del silenzio a gridare. Attraversa corso Italia. Si fa spazio. Poi, si ferma. In largo Caduti sul lavoro poche parole per chiudere questa cerimonia laica.

A parlare a nome degli organizzatori è il segretario provinciale della Cgil Gianfranco Francese. «Da domani ricominceremo a chiedere di sapere che cosa è accaduto – dice –. Siamo quasi a tre settimane dall’incidente che ha causato la morte di Salvatore e non sappiamo ancora esattamente che cosa è accaduto. Lo ricominceremo a chiedere a tutte le autorità competenti e a tutti i soggetti che hanno titolo per parlare di dirci che cosa è accaduto il 29 ottobre, e di farsi anche parte attiva per saperlo. Chiediamo a tutte le istituzioni di esercitare fino in fondo il proprio ruolo istituzionale e che si accerti la verità. Questo è l’impegno che prendiamo davanti alla comunità». E conclude: «Non si può morire più di una volta. Salvatore è morto e noi con queste fiaccole vogliamo fare in modo che non muoia una seconda volta nell’oblio e che quello che è accaduto a lui non si debba ripetere».

La salma di Salvatore Parlato è ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria, che ha disposto l’autopsia. Sull’accaduto è in corso l’inchiesta per fare luce sulla dinamica. Gli elementi noti dell’incidente sono ancora pochi e frammentari. Quella mattina del 29 ottobre nel piazzale della Bertocci si sono presentati i tecnici del Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli ambienti di lavoro dell’Azienda sanitaria. La loro relazione sarà parte integrante del fascicolo penale che è affidato al Sostituto procuratore Massimo Mannucci. Si tratta di verificare se vi siano responsabilità penali di terzi per violazione di norme in base al Testo unico sulla Sicurezza sul lavoro.

C’è da ricostruire nel dettaglio l’accaduto, raccogliere testimonianze, prove fotografiche e analizzare la documentazione aziendale. Intanto le attrezzature utilizzate da Parlato e la ruspa sono stati posti sotto sequestro giudiziario.
 

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