Piombino, esplode lo pneumatico di una ruspa: operaio muore dopo una lunga agonia. Chi è la vittima
Stava lavorando in un’azienda. I sindacati: «Silenzi intollerabili. Priorità assoluta è tutelare e sostenere la famiglia della vittima»
PIOMBINO. Investito dall’onda d’urto dello scoppio dello pneumatico di una ruspa. Muore per le ferite, a distanza di nove giorni dall’incidente sul lavoro. Salvatore Parlato, 64 anni, operaio della Bertocci Montaggi di Piombino (Livorno), originario della Campania ma residente a Venturina Terme, è deceduto al policlinico Le Scotte di Siena, dove è arrivato la mattina del 29 ottobre in gravi condizioni, a bordo dell’eliambulanza Pegaso.
La salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria, che ha disposto l’autopsia. Sull’accaduto è in corso l’inchiesta per fa luce sulla dinamica.
La rabbia delle sigle
È il silenzio a fare rumore in questa vicenda. A rendere l’ennesima tragedia sul lavoro ancor più inaccettabile, semmai fosse possibile. E lo sottolineano le rappresentanze sindacali in una nota congiunta. «Nei giorni scorsi erano circolate voci sull’accaduto – affermano le segreterie provinciali di Fim, Fiom e Uilm –; avevamo richiesto conferme ufficiali ma, probabilmente a causa di indagini in corso, non abbiamo ancora ricevuto risposte». I sindacati proseguono: «In questa fase, la priorità assoluta è tutelare e sostenere la famiglia della vittima. Successivamente, sarà necessario capire le cause dell’incidente e chiarire eventuali responsabilità».
Ed è in programma per oggi, 10 novembre, una prima riunione dei rappresentanti sindacali «per condividere le informazioni disponibili e valutare le azioni da intraprendere. Ci stringiamo attorno alla famiglia, condividendo il loro dolore».
La ricostruzione
In attesa che l’inchiesta faccia il suo corso i vertici dell’azienda, che abbiamo provato a contattare, scelgono la linea del silenzio. A trapelare è solo il dolore per l’accaduto. Eppure, la coltre ovattata su quanto accaduto la mattina del 29 ottobre d’improvviso si rompe. Ma è servita la tragica morte del 64enne, a seguito delle gravi ferite riportate nell’incidente sul lavoro, perché si accendesse un riflettore sulla vicenda.
Gli elementi noti sono ancora pochi e frammentari. A quel che è dato sapere secondo le prime ricostruzioni, l’operaio avrebbe movimentato una ruspa dal piazzale dell’azienda, che conta una trentina di addetti ed è specializzata in edilizia e carpenteria industriale, per spostarla verso l’officina. Accortosi che il mezzo pesante aveva uno pneumatico a terra si sarebbe adoperato per gonfiarlo. Ed è in questo frangente che sarebbe avvenuto lo scoppio che lo ha travolto e scaraventato a terra. Quel giorno c’è chi si è interrogato sul boato, avvertito anche a distanza, e sulla presenza dell’eliambulanza Pegaso, atterrata nella zona industriale. Eppure, nessuno si è sentito in dovere di dare spiegazioni.
I soccorsi
I primi a prestare soccorso a Salvatore Parlato sono stati i colleghi. Immediato l’arrivo dell’ambulanza allertata dalla centrale operativa del 118 e, a ruota, dell’eliambulanza Pegaso. Le condizioni dell’uomo sarebbero state definite fin da subito gravi. L’operaio è stato stabilizzato e portato al policlinico di Siena.
Sul posto le forze dell’ordine e i tecnici della medicina del lavoro dell’Azienda sanitaria, chiamati a verificare la dinamica dell’accaduto e le condizioni di sicurezza sul lavoro. Nove giorni di agonia, poi il decesso avvenuto il 7 novembre, ma reso noto solo due giorni dopo.
