Basket Golfo Piombino, multa di 675 euro per offese collettive e frequenti
Lolini: «L’unico linguaggio da portare sugli spalti è quello del rispetto»
PIOMBINO. Non è bastata la sconfitta contro l’Umana San Giobbe Chiusi per 82-83, che continua a far parecchio male pensando alle possibilità di un finale diverso. A far crescere l’amaro in bocca è arrivato il conto della giustizia sportiva. Ammenda di 675 euro al Basket Golfo Piombino per “offese collettive e frequenti del pubblico di casa verso gli arbitri – citando alla lettera il bollettino della Federazione –, nonché verso un tesserato ben individuato della squadra avversaria, anche con finalità di discriminazione razziale”.
Su quanto sia accaduto è nebbia fitta. Sui canali social corrono le prese di distanza e in tanti che hanno assistito alla partita dagli spalti del Palatenda non risultano intemperanze fuori dall’ordinario. E men che meno che si siano levati cori od offese rivolte al playmaker di Chiusi Moreno per le sue origini cubane, a cui il giudice sportivo si riferisce per le offese a sfondo razziale. Di certo, la carica agonistica si è vista per tutti i 40 minuti e non è mancato un gioco di provocazioni e sfida tra il play avversario e chi assisteva dagli spalti. Ma niente che abbia fatto pensare si fosse superata la misura di un tifo corretto.
Il presidente del Basket Golfo Piombino Ottorino Lolini, tuttavia, ha deciso di marcare le distanze da qualunque ombra. «Ogni forma di razzismo o discriminazione non appartiene ai valori della società, né a quelli delle persone che la animano – afferma –. Ciò che è accaduto nell’ultima gara ha colpito profondamente tutti noi: dirigenti, giocatori, staff e tifosi che si riconoscono in un’idea di sport fondata sul rispetto reciproco. Esprimo solidarietà per l’episodio e mi unisco a chi, dentro e fuori dal campo, ha preso le distanze da quelle voci e dagli urli corali». Che aggiunge: «Un gesto che non appartiene alla nostra comunità, e che deve essere occasione di riflessione per ciascuno di noi. Il Basket Golfo Piombino resta convinto che la passione debba unire, non dividere, e che l’unico linguaggio da portare sugli spalti sia quello del rispetto».
È la stessa tifoseria organizzata a marcare le distanze. Tant’è che nell’incrocio di commenti social si è finito per circoscrivere l’episodio al di fuori del gruppo della tifoseria gialloblù. In una nota la Marea Gialloblù «si dissocia assolutamente» dalle offese razziste. E prosegue: «Non abbiamo sentito nessun coro e di certo non dal nostro settore. Dalla Marea certe offese non le sentirete mai. Questa è la ciliegina sulla torta di un trio arbitrale che speriamo di non rivedere più al Palatenda».