L’incidente mortale
Piombino, l’odissea dei pazienti oncologici per la radioterapia: «Viaggi in navetta per Livorno da incubo»
La denuncia di un malato: «Siamo andati con un vecchio furgone senza aria condizionata, sono dovuto stare a torso nudo». Le associazioni: «Copriamo le lacune di altri»
PIOMBINO. Il bus navetta che trasporta i pazienti oncologici a Livorno per fare la radioterapia non arriva, i malati costrettI ad attendere sotto il sole. Il giorno dopo il problema non è la puntualità, ma il mezzo, visto che si tratta di un vecchio furgone senza aria condizionata. «Ho fatto il viaggio a torso nudo», si sfoga sui social un paziente piombinese. Tanto basta per innescare una polemica che, di certo, fa riflettere. E, infine, le associazioni di volontariato che, sentendosi sulla graticola, si difendono spiegando come siano proprio loro «che ogni giorno mettono a disposizione tempo, energie e competenze per colmare vuoti sempre più ampi, a dover rispondere di disservizi che originano in verità da criticità sistemiche».
L’odissea per Livorno
La scintilla, se così si può definire, parte dallo sfogo social di un paziente oncologico di Piombino. Uno dei tanti che, per compiere le terapie, sale sul bus navetta messo a disposizione delle associazioni e diretto all’ospedale di Livorno. «È un mese che prendo la navetta, con me ci sono altri pazienti più o meno gravi, ricordo che tutti purtroppo hanno un tumore con difese immunitarie basse», spiega.
«Ieri abbiamo aspettato la navetta per le 14 ma non veniva nessuno – racconta – Abbiamo cominciato a chiamare tutte le associazioni, ma nessuno sapeva darci delle risposte». Solo intorno alle 15, dopo un’attesa di un’ora sotto il sole, il mezzo è arrivato. «Vi lascio immaginare quattro pazienti in attesa in mezzo alla strada con questo caldo per un ora», dice. Il giorno successivo va peggio. «Verso le 14,10 è arrivata la navetta, un furgone degli anni Ottanta senza aria condizionata. Purtroppo non possiamo saltare le cure e siamo dovuti salire per forza. Il risultato? Sono andato a Livorno con i finestrini aperti e a torso nudo. Roba da terzo mondo, una vergogna», ha concluso il paziente chiedendo di fare chiarezza all’Asl, ai presidenti delle associazioni di volontariato e al sindaco Ferrari».
La polemica
Tanti i messaggi di sostegno nei confronti del paziente, così come tante le proteste. Il circolo locale di Rifondazione Comunista tenta di andare alla radice del problema: «La convenzione tra Asl e SdS Valli Etrusche con le associazioni di volontariato prevede che “i mezzi messi a disposizione del servizio navetta saranno pulmini idonei per il trasporto di almeno 7 persone oltre all’autista e dovranno essere dotati di aria condizionata e di sistemi per il contatto con la centrale 118”. Questo si può leggere dagli atti pubblicati sul sito della SdS Valli Etrusche, il valore economico della convenzione annuale si attesta su oltre 454mila euro. Oltre a questo viene chiesto un ticket al cittadino, in ragione del proprio Isee, di 3 euro a viaggio per un massimo di 70 euro. La convenzione non si rivolge solo a pazienti oncologici, ma anche a persone con fragilità sanitaria o sociale. Soprattutto loro, i pazienti oncologici, meriterebbero più rispetto dalle istituzioni. Perché nessuno controlla come vengono trasportati i cittadini?».
Il partito, a tale proposito, chiede ad Asl, Sds Valli Etrusche e alle associazioni di volontariato il rispetto di quanto stabilito dalla convenzione.
Le associazioni: «Noi copriamo i vuoti»
La polemica ha tirato in ballo le associazioni di volontariato che, con una nota congiunta firmata da Pubblica Assistenza, Misericordia e Croce Rossa, spiegano: «La reazione pubblica che si è generata ci colpisce profondamente sul piano umano e ci spinge, nel rispetto di chi ha espresso il proprio disagio, a fornire alcune doverose precisazioni. Il servizio di trasporto per malati oncologici che peraltro nasce da un progetto dell'associazione Pubblica Assistenza, è finanziato dalla Società della Salute (Ssd), coordinato da Esculapio e viene svolto, a rotazione, da Croce Rossa Italiana, Misericordia e Pubblica Assistenza. È un servizio portato avanti da personale volontario, con mezzi idonei e nel rispetto delle indicazioni dell’ente committente. Ogni giorno affrontiamo difficoltà crescenti: le richieste di cui veniamo investiti aumentano in maniera esponenziale mentre le risorse – sia umane che materiali – sono sempre più limitate. Nonostante tutto, ci adoperiamo con serietà e impegno per garantire un servizio essenziale, che consenta ai pazienti di accedere alle cure con dignità e in sicurezza. Quando qualcosa non funziona, ci rammarichiamo profondamente per il disagio arrecato e siamo pronti a porgere le dovute scuse».
Al tempo stesso le associazioni si dicono rammaricate quando, in questi momenti, «viene oscurato tutto il lavoro silenzioso e complesso che sostiene ogni singolo trasporto. A chi non è mai capitato un guasto improvviso all’auto, o di accorgersi solo durante il tragitto che l’aria condizionata non funziona? In alcune circostanze, ci troviamo di fronte a scelte difficili: sarebbe meglio annullare il trasporto, sapendo che questo potrebbe significare far saltare una seduta di radioterapia ad uno o più persone, o affrontare comunque il viaggio? Siamo associazioni senza fini di lucro. I fondi pubblici destinati a questo servizio non arricchiscono nessuno: coprono appena i costi vivi. Riteniamo quindi ingiusto che proprio le associazioni, che ogni giorno mettono a disposizione tempo, energie e competenze per colmare vuoti sempre più ampi, siano chiamate a rispondere di disservizi che originano in verità da criticità sistemiche. Siamo gli ultimi anelli di una catena che mostra segni di logoramento: una sanità pubblica sempre più distante dai cittadini, servizi spesso più d’immagine che di sostanza, strategie che invece di colmare le falle finiscono per ampliarle».
Le associazioni garantiscono di continuare, «con umiltà e determinazione», a fare la loro parte. «Ma chiediamo rispetto per chi ogni giorno si mette a disposizione con serietà, umanità e senza alcun tornaconto».