Il Tirreno

Ferrari divide piazza Bovio e lascia il corteo scortato

di Gabriele Buffoni
ll via al corteo su viale della Resistenza (foto Paolo Barlettani)
ll via al corteo su viale della Resistenza (foto Paolo Barlettani)

L’intervento del primo cittadino ha svelato le due anime della protesta tra gli applausi dei comitati locali e i fischi dei gruppi dal resto d’Italia

4 MINUTI DI LETTURA





PIOMBINO. Fischi e applausi. Il sindaco di Piombino Francesco Ferrari non è stato in grado di terminare il proprio intervento - fuori programma - arringando la folla in piazza Bovio. Contestato dai tanti arrivati in città dal resto d’Italia, supportato dai piombinesi che fanno parte dei comitati cittadini che dallo scorso giugno portano avanti la protesta contro il rigassificatore.

Un corteo unito di 3.500 persone – queste le stime della questura di Livorno – si è così spaccato a metà in piazza Bovio dopo aver percorso unito le strade della città. Rivelando le sue due anime: i comitati cittadini da un lato, la protesta nazionale contro i combustibili fossili dall’altro. Il corteo (con l’arrivo della Golar Tundra ormai atteso a giorni); le tensioni politiche nazionali sul tema dell’energia che mettono nel mirino anche l’attuale governo guidato da Giorgia Meloni.

E non a caso a fare da spartiacque ieri dal pulpito di piazza Bovio è stato proprio il sindaco di Piombino, convinto esponente di Fratelli d’Italia. Tanto da essersi più volte dichiarato contrario al terminal gas di Piombino ma non ai rigassificatori altrove, barcamenandosi tra il malcontento dei suoi concittadini e la linea di governo dettata dalla stessa Meloni. Ieri Ferrari non ha preso parte al corteo («Me lo hanno impedito impegni istituzionali», aveva detto nei giorni scorsi), ma si è comunque presentato in piazza Bovio chiedendo di intervenire.

«Vai via! Ipocrita! » gli ha subito gridato un folto gruppo di contestatori. «Non voglio entrare nel merito delle posizioni dei manifestanti – prova a spiegare Ferrari, cercando di catturare l’attenzione della folla – parlerò per pochi minuti della posizione del Comune contro il rigassificatore all’interno del porto». Nulla da fare. A pochi metri dal primo cittadino una giovane esponente di Potere al Popolo (Aurora Trotta, consigliera comunale a Livorno) non sembra intenzionata a sentire scuse. «Ma la tua premier lo vuole, e tu rispondi a lei – grida con rabbia all’indirizzo del sindaco – lo vuoi anche te (il rigassificatore, nda) , sei un ipocrita con i tuoi cittadini, vergogna! ».

Basta percorrere però pochi passi e il clima è diametralmente opposto. È la parte della piazza occupata dai manifestanti piombinesi. Dai membri dei comitati che dal giugno scorso protestano contro il rigassificatore. Quella piazza che ha sempre visto in Ferrari un supporter dei temi cari ai “No Rigass” e non un nemico politico per le sue posizioni comunque contrarie all’abolizione in toto dei combustibili fossili. «Ma chi è che fa così? Ma cosa sono venuti a fare? » chiede una signora in prima fila, intenta a reggere uno degli striscioni contro la Golar Tundra, sorprendendosi dei fischi. Da questo fronte si sollevano gli applausi alle parole del sindaco: un supporto che in parte copre i “buu” e le critiche per un intervento che non era in programma. E che da molti è stato visto come un’incursione forzata nel contesto complessivo della manifestazione.

Alla fine anche Ferrari deve cedere. Riesce solo a ringraziare «Greenpeace, Wwf e Usb – dice al microfono – per essersi costituiti nel giudizio al Tar del Lazio a fianco del Comune di Piombino e con le nostre stesse motivazioni». Poi di fronte al logorante mix di fischi e applausi che tornano a sovrastare le sue parole quando rivolge la propria gratitudine anche alla forze dell’ordine che per tutta la giornata di ieri hanno blindato la città (un dispiegamento di oltre 200 uomini tra polizia, carabinieri e guardia di finanza, con tanto di elicottero in continua ricognizione) sceglie di allontanarsi, scortato dagli agenti in borghese senza concludere il proprio intervento.

«Per la prima volta questa si è dimostrata una piazza ideologica – ribadisce, una volta fuori dal perimetro della manifestazione – non avevo ancora iniziato a parlare che già un gruppo, evidentemente di non piombinesi e di persone che non conoscono affatto le preoccupazioni che questa città ha nei confronti del rigassificatore, hanno iniziato a fischiare cercando di impedirmelo. Il mio voleva essere solo un intervento tecnico, per aggiornare sulle questioni legate al ricorso al Tar: politicamente non sposo interamente le motivazioni di questa manifestazione ma la protesta a Piombino – conclude – non è mai stata ideologica».



 

Primo piano
L’incidente

Calcinaia, muore incastrato tra la motozappa e un ulivo: chi è la vittima

di Andreas Quirici
Sani e Belli