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La sentenza

Pescia, pensionata cade sulla mattonella: condominio condannato a risarcirla con 80mila euro

di Pietro Barghigiani

	Le mattonelle su cui cadde la signora
Le mattonelle su cui cadde la signora

L’infortunio all’uscita da un negozio di parrucchiera: si fratturò una gamba e il bacino

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PESCIA .Pescia La caduta fu banale, il risarcimento no. Quelle mattonelle appoggiate sul terreno erano visibili, ma basculanti. Una fonte di pericolo più che un ornamento per evitare di mettere i piedi sull’erba dell’aiuola. Una signora, ora 69enne, il pomeriggio del 7 ottobre 2022 mentre usciva dalla parrucchiera, in via Amendola, finì ko dopo essere rimasta incastrata con un piede tra le pietre che di inciampo non avevano la memoria, casomai il rischio di far perdere l’equilibrio a chi le calpestava. Così fu per la pensionata che nell’impatto con il suolo si ruppe una gamba, il bacino e un polso. Un disastro che si tradusse in una richiesta danni al condominio. Il Tribunale di Pistoia (giudice Matteo Marini) ha riconosciuto le ragioni della donna assegnandole un risarcimento di circa 80mila euro, più 14mila euro di spese legali. Una somma ridotta per una quota del 30 per cento come concorso di colpa della signora, cliente abituale del negozio di parrucchiera e, quindi, consapevole dell’esistenza di quelle mattonelle che poi si rivelarono fatalmente “mobili” e ingannevoli. I due testi sentiti in Tribunale hanno confermato che «la signora camminando sulle pietre poste nell’aiuola, che delimita il confine tra il condominio e il pubblico marciapiede, cadeva a terra perché una delle suddette pietre rialzandosi al suo passaggio si era spostata sollevandosi ed incastrandole un piede». Hanno anche aggiunto di aver «potuto vedere che la scarpa della signora era rimasta incastrata tra due pietre anche dopo il soccorso della malcapitata». Per il Tribunale, acquisite le foto delle pietre, «le mattonelle sembrano solamente appoggiate sul terreno senza alcuna stabile infissione ma di sicuro gli spazi tra le stesse sono privi di ogni materiale di congiunzione che avrebbe potuto (e dovuto) portarli quantomeno all’altezza delle piastrella in questo modo dando un’omogeneità e una continuità “altimetrica” con la superficie calpestabile: in altre parole, le “fughe” invece di creare continuità con il piano sono diventate di piccoli scalini in cui le persone possono inciampare e cadere ed il fatto che ciò sia accaduto all’attrice non è una sfortunata fatalità quanto l’avveramento di un oggettivo e concreto rischio creato dal proprietario». Quello che il giudice rimarca nella sentenza è che «stupisce in negativo che i testi abbiano dichiarato che al momento della loro escussione, la situazione era rimasta la stessa di quel 7 ottobre 2022 senza che fossero prese le dovute misure di sicurezza». 

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