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Pescia, la Ferraia “sfrattata” dalla sede. «Affitto più caro, è per noi insostenibile»

di Maria Salerno
Pescia, la Ferraia “sfrattata” dalla sede. «Affitto più caro, è per noi insostenibile»

I rionali devono lasciare l’ex circolo Silvio Pellico in piazza Santo Stefano

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Pescia Nuova sede cercasi per il rione Ferraia. Il più antico dei rioni pesciatini (e il più vincente: 17 i cenci vinti, l’ultimo l’1 settembre scorso), il primo ad essersi costituito nel 1980, rischia di ritrovarsi senza un posto dove ospitare le proprie attività e la copiosa dotazione di cui dispone: costumi storici (alcuni dei quali assolutamente di pregio), scarpe, bandiere, archi, frecce, chiarine, tamburi nonché attrezzatura da cucina come forno, lavastoviglie, piatti e chi più ne ha più ne metta.

Il prossimo 31 gennaio, infatti, dovrà lasciare l’ex circolo Silvio Pellico, nei pressi di piazza Santo Stefano, da sempre cuore pulsante del rione giallorosso. L’affitto subirà un rincaro che per i rionali è insostenibile. I rioni, infatti, sono enti no profit che si autofinanziano per mantenere in vita le tradizioni che da oltre 40 anni portano avanti. Non hanno grandi disponibilità economiche, eppure svolgono una funzione sociale di primo piano. Sono luoghi d’aggregazione dove i ragazzi (e non solo) si ritrovano.

«Soprattutto a Pescia, che non offre tanto, i rioni rappresentano un momento di vita associativa importante, ne abbiamo avuto una chiara prova subito dopo il Covid – sottolinea Matteo Bartolini, vicepresidente del rione – una ventina di ragazzi si ritrovano spesso intorno ad un tavolo anche solo per il piacere di stare insieme. Tutto questo gli mancherà». Si tratta sicuramente di uno dei momenti più critici dei suoi 45 anni di storia per il rione che fin dalla sua costituzione dichiarò il proposito di riportare alla luce le antiche tradizioni locali e riproporre la sfida, un tempo espressa con spettacolari sassaiole nel letto del fiume Pescia, con i concittadini situati nell'altra sponda del fiume, i domaioli. I primi costumi che vennero utilizzati quando il gruppo si costituì furono arrangiati grossolanamente e senza alcun riferimento storico, oggi sono diventati motivo di orgoglio, oltre ogni confine cittadino.

È profondo il rammarico e la preoccupazione che questa situazione provoca nei ferraioli. «Ma proprio in questo momento buio, più che mai, abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti – è l’appello – di ogni socio, di ogni simpatizzante, di chiunque abbia a cuore questa realtà che è parte viva del tessuto sociale del nostro quartiere e di Pescia». Trovare una nuova sede è l’auspicio più grande, ma intanto occorre tamponare «una ferita che sanguina». Il primo passo, quello più urgente, è il trasloco di tutte le attrezzature e materiali. Sono già state individuate delle soluzioni temporanee che permetteranno ai ferraioli di non perdere nulla del loro patrimonio. Ma questo non basta. L’amministrazione comunale ha fatto presente di non disporre al momento di soluzione alternative, ma qualsiasi aiuto, in qualsiasi forma sarebbe ben accetto da parte di tutti.

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