Il Tirreno

Montecatini

Viabilità

Un altro inverno a senso unico. Non c’è pace per la provinciale alla Parignana

di Luigi Spinosi
Un altro inverno a senso unico. Non c’è pace per la provinciale alla Parignana

Aspettando la messa in sicurezza si temono nuove frane

3 MINUTI DI LETTURA





Montecatini Il momentaneo blocco dei finanziamenti alle province rischia di avere conseguenze pesanti e di far lievitare ulteriormente i costi di opere per le quali si erano già stanziati i fondi. È questa la preoccupazione di chi ogni giorno deve percorrere la Mammianese-Marlianese. L’autunno è sempre più vicino, una stagione che – se i piani fossero stati rispettati – avrebbe dovuto segnare la fine di un incubo. Invece no, restano disagi e paura. I disagi sono quelli che quotidianamente devono affrontare appunto le persone che da Montecatini salgono verso la frazione di Montaccolle e verso Marliana o viceversa, comprese diverse attività ricettive, per superare “l’ostacolo Parignana”, come si chiama la località in cui si trova il semiblocco stradale, all’altezza del chilometro 35 della provinciale 633 Mammianese-Marlianese: qui, dove la strada si sviluppa su un doppio tornante, dal 2021 si viaggia su una sola carreggiata a causa di un movimento franoso, con i geoblock che nel corso di questi 4 anni hanno preso il posto delle transenne piazzate inizialmente. Questo vuol dire tempi di percorrenza allungati. Ma il vero problema, per quanto fastidioso, non è solo quello. La vera preoccupazione è un’altra, ossia quelle di perdere anche l’unica parte di carreggiata disponibile. Un altro autunno e un altro inverno sono alle porte, e visto che gli eventi meteorologici estremi non sono più tanto estremi, data la sempre maggiore frequenza con cui si presentano, c’è il timore che il mancato intervento a bloccare la frana possa tradursi in nuovi movimenti del terreno e, a seguire, in una chiusura della strada che avrebbe conseguenze devastanti, costringendo chi abita o lavora sulla collina tra Montecatini e Marliana a percorsi alternativi improbabili. Eppure...

Eppure quei lavori avrebbero dovuto essere già iniziati, anzi, quasi in dirittura di arrivo: c’erano i soldi (609mila euro) e c’era anche la ditta, i lavori sarebbero dovuti partire a maggio per una durata di prevista di cinque mesi. Però, nel frattempo, è arrivata la notizia del taglio, da parte del governo, di una grossa fetta dei finanziamenti destinati e alla manutenzione delle strade e già assegnati, per un totale di 1,7 miliardi di euro. E in quella somma c’erano anche i 600mila euro destinati alla frana di Parignana (nonché i soldi destinati alla frana di San Lorenzo a Pescia). Si sono salvati per il rotto della cuffia solo quei cantieri che erano già partiti: nel caso della nostra provincia quello ormai non più rinviabile per rifare il “vialone del Melani” a Pieve a Nievole. Gli altri no. Tutto fermo. Poi però quei fondi sono stati ripristinati, ma nel frattempo è passata un’estate, gli iter burocratici che caratterizzano la macchina pubblica sono dovuti ripartire, e quel cantiere che avrebbe dovuto essere in dirittura deve ancora partire. A questo resta da capire quando partirà, anche perché ci sarà da tener conto delle difficoltà legate alla stagione, perché un conto è lavorare in estate, un altro è farlo sotto la costante minaccia della pioggia.

Insomma quel togli e rimetti (i soldi) ha allungato i tempi di risoluzione di un problema e rischia addirittura di aggravarlo. Anche perché parliamo di un territorio fragile, e lo dimostrano i segni di cedimento sulla Sp 633 anche al di là del punto a carreggiata dimezzata. Per esempio, a poche centinaia di metri in direzione Vico, all’altezza del cartello del chilometro 35.l

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano
Meteo

Maltempo in Toscana, l’allerta sale ad arancione: dove può colpire il fronte temporalesco e la fascia oraria

Estate