Un altro inverno a senso unico. Non c’è pace per la provinciale alla Parignana
Aspettando la messa in sicurezza si temono nuove frane
Montecatini Il momentaneo blocco dei finanziamenti alle province rischia di avere conseguenze pesanti e di far lievitare ulteriormente i costi di opere per le quali si erano già stanziati i fondi. È questa la preoccupazione di chi ogni giorno deve percorrere la Mammianese-Marlianese. L’autunno è sempre più vicino, una stagione che – se i piani fossero stati rispettati – avrebbe dovuto segnare la fine di un incubo. Invece no, restano disagi e paura. I disagi sono quelli che quotidianamente devono affrontare appunto le persone che da Montecatini salgono verso la frazione di Montaccolle e verso Marliana o viceversa, comprese diverse attività ricettive, per superare “l’ostacolo Parignana”, come si chiama la località in cui si trova il semiblocco stradale, all’altezza del chilometro 35 della provinciale 633 Mammianese-Marlianese: qui, dove la strada si sviluppa su un doppio tornante, dal 2021 si viaggia su una sola carreggiata a causa di un movimento franoso, con i geoblock che nel corso di questi 4 anni hanno preso il posto delle transenne piazzate inizialmente. Questo vuol dire tempi di percorrenza allungati. Ma il vero problema, per quanto fastidioso, non è solo quello. La vera preoccupazione è un’altra, ossia quelle di perdere anche l’unica parte di carreggiata disponibile. Un altro autunno e un altro inverno sono alle porte, e visto che gli eventi meteorologici estremi non sono più tanto estremi, data la sempre maggiore frequenza con cui si presentano, c’è il timore che il mancato intervento a bloccare la frana possa tradursi in nuovi movimenti del terreno e, a seguire, in una chiusura della strada che avrebbe conseguenze devastanti, costringendo chi abita o lavora sulla collina tra Montecatini e Marliana a percorsi alternativi improbabili. Eppure...
Eppure quei lavori avrebbero dovuto essere già iniziati, anzi, quasi in dirittura di arrivo: c’erano i soldi (609mila euro) e c’era anche la ditta, i lavori sarebbero dovuti partire a maggio per una durata di prevista di cinque mesi. Però, nel frattempo, è arrivata la notizia del taglio, da parte del governo, di una grossa fetta dei finanziamenti destinati e alla manutenzione delle strade e già assegnati, per un totale di 1,7 miliardi di euro. E in quella somma c’erano anche i 600mila euro destinati alla frana di Parignana (nonché i soldi destinati alla frana di San Lorenzo a Pescia). Si sono salvati per il rotto della cuffia solo quei cantieri che erano già partiti: nel caso della nostra provincia quello ormai non più rinviabile per rifare il “vialone del Melani” a Pieve a Nievole. Gli altri no. Tutto fermo. Poi però quei fondi sono stati ripristinati, ma nel frattempo è passata un’estate, gli iter burocratici che caratterizzano la macchina pubblica sono dovuti ripartire, e quel cantiere che avrebbe dovuto essere in dirittura deve ancora partire. A questo resta da capire quando partirà, anche perché ci sarà da tener conto delle difficoltà legate alla stagione, perché un conto è lavorare in estate, un altro è farlo sotto la costante minaccia della pioggia.
Insomma quel togli e rimetti (i soldi) ha allungato i tempi di risoluzione di un problema e rischia addirittura di aggravarlo. Anche perché parliamo di un territorio fragile, e lo dimostrano i segni di cedimento sulla Sp 633 anche al di là del punto a carreggiata dimezzata. Per esempio, a poche centinaia di metri in direzione Vico, all’altezza del cartello del chilometro 35.l
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