Tari non versata, pignorati i conti alla Fondazione Collodi
Procedura esecutiva del Cosea per conto del Comune di Pescia
Pescia I conti correnti della Fondazione nazionale Carlo Collodi sono stati bloccati. La ragione risiede nel mancato rispetto - da parte della stessa Fondazione - delle condizioni contenute nell’accordo conciliativo sottoscritto col Comune di Pescia nel settembre del 2024 relativo alla rateizzazione della Tari non pagata (la tassa sui rifiuti).
L’accordo in questione, cui si è giunti a seguito del ricorso della Fondazione in commissione tributaria (dopo gli avvisi di accertamento ricevuti), prevedeva che l’ente rimborsasse il Comune di una somma pari a 300mila euro in luogo degli oltre 700mila ad esso spettante tramite un pagamento rateale. La Fondazione però non ha onorato le condizioni dell’accordo transattivo causando il decadimento dello stesso e la procedura esecutiva da parte del Cosea, che in quanto ente riscossore del servizio rifiuti urbani per conto del Comune di Pescia può ottenere coattivamente il soddisfacimento del proprio diritto.
A schierarsi a favore della Fondazione Collodi è l’ex sindaco Oreste Giurlani, che definisce il pignoramento dei conti come «l’ennesima azione di devastazione nei confronti della Fondazione» che impedendo il pagamento dei fornitori e degli stipendi pregiudica l'apertura del Parco di Pinocchio. «È fuori discussione che le tasse, in questo caso la Tari, debbono essere pagate, ma forse, prima di procedere al pignoramento dei conti, sarebbe stato opportuno chiedere spiegazioni alla Fondazione stessa – scrive Giurlani in una nota alla stampa – il Comune di Pescia avrebbe magari scoperto, con questo confronto (un metodo che viene richiamato spesso e mai praticato), le difficoltà finanziarie in cui si trova la Fondazione dopo due anni di Covid e un anno di chiusura del ponte di Ponte all'Abate, con la conseguenza di un crollo delle presenze e degli incassi».
In realtà, il Comune ha sempre cercato la mediazione con la Fondazione. A darne assicurazione è il vicesindaco Luca Tridente. «Gli avvisi di accertamento ai fini della riscossione della Tari relativi agli anni che vanno dal 2013 al 2018 sono partiti nel 2019, quindi il consigliere Giurlani non può non esserne a conoscenza – sottolinea Tridente – prima che partisse la procedura esecutiva, la Fondazione e la società Sviluppo Turistico Collodi (che gestisce il giardino e il parco e anch’essa destinataria degli avvisi, ndr) sono state avvisate, avviso cui è seguito il silenzio e per questo è scattata la procedura. Si è trattato di semplice applicazione della legge, dal momento in cui non è stato rispettato l’accordo transattivo. Ciò non di meno da parte del Comune c’è sempre stata e continua ad esserci una disponibilità a trovare un accordo. Non c’è nessuna volontà di penalizzare o perseguitare la Fondazione come sostiene Giurlani».
Anche in questa fase, infatti, pare essere stata avviata un’interlocuzione tra i legali Cristian Giangrande del Cosea e Giovanni Giovannelli per parte della Fondazione Collodi. «Il mandato all’avvocato Giangrande di trovare una soluzione anche in questo caso è stato dato dal Comune», conclude Tridente.