Tangenti e appalti nei lavori pubblici a Uzzano, funzionario condannato a risarcire: chi è e i punti chiave dell’inchiesta
Uzzano, Lorenzo Lenzi, 54 anni, dovrà pagare 240mila euro al Comune
UZZANO. Era l’architetto del 5 per cento. A volte la percentuale scendeva al 3. “Provvigioni” che se chieste o intascate da un pubblico ufficiale per favorire un privato in un appalto si chiamano tangenti. Quelle che hanno portato in carcere Lorenzo Lenzi, 54 anni di Pescia, che poi ha definito con un patteggiamento a 4 anni e mezzo una vicenda di mazzette e favori ribattezzata dalla procura di Pistoia “Coffee break”. Un’inchiesta con decine tra indagati e arrestati alla fine del 2021 che mise in luce un sistema di appalti pilotati nei comuni di Uzzano e Pescia con l’accordo esplicito tra politici, funzionari e imprenditori (l’ex sindaco di Pescia dal 1992 al 2001 Renzo Giuntoli patteggiò 4 anni, ndr). Dopo il fronte penale arriva ora quello della Corte dei conti. Lenzi è stato condannato a risarcire il Comune di Uzzano con 240mila euro. Un importo che i giudici contabili hanno calcolato sommando il «danno da tangente, pari a 62.768,72 euro; danno da violazione del rapporto sinallagmatico, pari a 51.915 euro; danno all’immagine, pari a 125.537,44 euro». Per Luciano Bianchi, stesse accuse mosse a Lenzi e medesima pena patteggiata, ma come funzionario del Comune di Pescia la sentenza è stata quella dell’estinzione del giudizio per la sopravvenuta morte dell’imputato. Due dipendenti pubbliche non sono state ritenute colpevoli di danno erariale. Una terza definirà il procedimento pagando il 40 per cento di quanto le viene contestato.
I reati
Lenzi ammise subito le sue colpe. Arrestato per corruzione aggravata, concussione e turbata libertà degli incanti, l’architetto non negò quello che le intercettazioni ambientali e telefoniche avevano messo nero su bianco nell’indagine condotta dalla squadra mobile di Pistoia. Il “Coffee break” che aveva dato il nome all’inchiesta era il riferimento al quale gli indagati ricorrevano per sistemare i loro affari, dicendo appunto di andarsi a prendere un caffè. Spartizioni, mazzette e lavori da fare e assegnare agli imprenditori che allungavano la bustarella. Vecchia storia, ma sempre attuale. Lenzi aveva favorito l’assegnazione di appalti pubblici in favore della società Costruire Srl di Montecarlo (il titolare Luca Marchi, 58 anni, aveva patteggiato 4 anni e mezzo) e di altre società riconducibili alla persona sempre di Marchi, «ricevendone in cambio, con l’intermediazione, in un primo momento, del geometra Santo Savasta (che ha patteggiato anche lui, ndr) della Costruire Srl e poi di Renzo Giuntoli, somme oscillanti fra il 3% e il 5% del valore degli affidamenti».
I lavori
Scorrendo gli atti in cui compare l’architetto Lenzi gli inquirenti avevano notato che dal 2015 al 2020 erano stati affidati lavori alla società Costruire Srl per un totale di 37 determine, più di 1 milione e 300mila euro di affidamenti complessivi.
“Il pensierino”
In una intercettazione fra Marchi e il suo collaboratore Savasta, che curava i rapporti con l’architetto Lenzi, si evidenzia «che la percentuale di ribasso da offrire era stata concordata con quest’ultimo al fine di assicurare l’aggiudicazione dell’appalto e che fosse, pertanto, necessario portargli “un pensierino”».
Libro paga
Quello che non è stato raccontato nel dibattimento processuale - perché il patteggiamento di Lenzi ha lasciato tutto nei fascicoli dell’udienza preliminare - viene sintetizzato dalla Corte dei Conti quando scrive che «è provato, sulla base della documentazione acquisita nel procedimento penale, che il convenuto (Lenzi, ndr) ha regolarmente percepito delle “tangenti”, commisurate a una percentuale del valore affidato, per favorire le società riconducibili a Luca Marchi nelle assegnazioni degli appalti del Comune di Uzzano. A tal proposito nell’ordinanza di applicazione della misura cautelare è espressamente evidenziato che Lenzi fosse da anni nel “libro paga” di Luca Marchi e sono riportati ampi stralci delle conversazioni, sia telefoniche sia ambientali, che confermano tale assunto». La pausa caffè per concordare appalti e tangenti è andata avanti per anni fino all’arrivo della polizia nell’autunno 2021.
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