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L’inchiesta

Montecatini, due in carcere per l’incendio al Principe: chi sono, le accuse e il movente

di Massimo Donati
Montecatini, due in carcere per l’incendio al Principe: chi sono, le accuse e il movente

Sono accusati anche di aver cercato di incendiare “La Villa Resort” di Pieve a Nievole due settimane dopo. Ad appiccare il fuoco in entrambi i casi sarebbe stato un 23enne: in cella il complice dell’attentato riuscito

31 ottobre 2024
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MONTECATINI. Non solo l’incendio che, nelle prime ore del 23 marzo scorso, aveva distrutto il “Principe lounge bar”, nel cuore di Montecatini. Ma anche quello che aveva tentato di appiccare un paio di settimane dopo a “La Villa Resort” di Pieve a Nievole, domato sul nascere prima che potesse avere le stesse devastanti conseguenze dal titolare del locale, richiamato dal sistema di allarme. Secondo gli investigatori della squadra mobile della questura di Pistoia, dietro entrambi gli attentati ci sarebbe la stessa mano, quella di un cittadino albanese e, per il primo episodio, di un suo connazionale: dalla mattina di martedì, i due si trovano in carcere, colpiti da un’ordinanza cautelare disposta dal gip del tribunale su richiesta della procura.

Gli indagati

Si tratta di un 23enne clandestino senza fissa dimora nel nostro paese, Adrian Kasa, ritenuto l’esecutore materiale, e del 49enne Arben Aliaj, residente a Montecatini, identificati grazie alle telecamere dei sistemi di videosorveglianza disseminati per la città e agli accertamenti tecnici su cellulari e ripetitori telefonici.


Il movente

Massimo riserbo da parte degli inquirenti sul movente e soprattutto sui mandanti: si parla di questioni legate allo spaccio di stupefacenti, ma dietro potrebbe esserci ben altro, come il tentativo da parte di qualche associazione malavitosa di esercitare il proprio controllo sui locali della movida di Montecatini. Unico legale tra i due episodi, il fatto che il proprietario cinese del “Principe” di Montecatini fosse stato, fino a un paio di anni prima, anche il gestore del ristorante “Koi” all’interno del resort di Pieve a Nievole.

Le indagini
Le indagini della polizia, scattate immediatamente, si sono protratte per circa quattro mesi. Come spiegato in un comunicato autorizzato dalla procura della Repubblica, grazie all’acquisizione a tappeto delle registrazioni effettuate dalle telecamere di videosorveglianza private e pubbliche nella zona interessata dall’incendio divampato attorno alle 4,30 del 23 marzo all’interno del “Principe lounge bar” di Corso Roma, nello storico edificio del Kursaal – e di quelle collocate agli incroci stradali, sia adiacenti che lungo le strade di accesso alla città – gli investigatori della squadra mobile hanno individuato l’autovettura utilizzata dagli autori. Da lì, attraverso una complessa analisi dei video estrapolati, hanno constatato che pochi minuti prima che le fiamme divampassero, l’auto in questione (una Kia Picanto bianca) era parcheggiata a qualche centinaio di metri dal locale, in via Nizza. In un video, si vede uscire dall’abitacolo un uomo con una tanica in mano (identificato poi come Adrian Kasa), contenente verosimilmente il liquido infiammabile utilizzato, mentre il complice (Arben Aliaj: l’auto è intestata alla moglie) resta al volante ad aspettarlo. Pochi istanti dopo, lo stesso uomo che poco prima era sceso con la tanica, torna correndo verso l’auto, che riparte a tutta velocità per le vie cittadine.
«Grazie all’estrapolazione dei fotogrammi acquisiti – spiega la polizia – unitamente ad ulteriori riscontri incrociati eseguiti durante l’indagine, quali attività tecnica di intercettazione telefonica ed ambientale, tabulati e celle telefoniche nonché servizi di osservazione, controllo e pedinamento, gli investigatori sono risaliti all’identità dei soggetti a bordo dell’auto la notte del 23 marzo: i due uomini destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare».
Che tra l’altro sarebbero stati sentiti ammettere le loro responsabilità in una successiva intercettazione. 

Il fallito attentato
Lo stesso schema investigativo è stato applicato in seguito al tentato incendio che, intorno alle 4,30 del 6 aprile successivo, ha interessato “La Villa Resort” di via del Poggetto. Dall’analisi dei fotogrammi estrapolati dalle registrazioni delle telecamere di videosorveglianza presenti all’interno e nel circostante giardino, è emersa subito una forte similitudine nella fisionomia tra l’uomo che la notte del 23 marzo aveva incendiato il “Principe” e quello che – dopo aver rotto il vetro della portafinestra come nella precedente occasione – era entrato nel locale, cospargendo la benzina che aveva nella tanica sul pavimento del ristorante e sul bancone del bar. Quindi, prima di darsi alla fuga, aveva dato fuoco a un rotolo di carta da cucina e l’aveva gettata a terra per innescare l’incendio. Evidentemente, però, troppo distante dalla benzina.

Il titolare del locale, che si trovava nella struttura, è stato svegliato dal sistema di rilevamento dei fumi ed è corso a vedere cosa stava succedendo, riuscendo a spegnere il rotolo in fiamme con un asciugamano bagnato, Per poi chiamare la polizia.

In quell’occasione, Kasa non si sarebbe fatto accompagare sul posto da Aliaj ma da un altro complice rimasto ad aspettarlo al volante di un’Audi A 6.

I due indagati, accusati di incendio doloso e danneggiamento in concorso, si trovano adesso nella casa circondariale Santa Caterina di Pistoia, in attesa di essere interrogati dal giudice delle indagini preliminari.

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