Ecco Amnesia, il noir girato tra i misteri di Monsummano
La sfida cinematografica di tre giovani amici amanti del grande schermo. Il regista Dario Boldrini: «La notte e la voce narrante protagoniste del film»
MONSUMMANO. «C’è un’oscura presenza che di notte si aggira intorno alla torre di Monsummano Alto e...».
Tranquilli, non spaventatevi. Si tratta della trama di un film noir che, da gennaio scorso, viene girato, quasi sempre al calar delle tenebre, nei luoghi più suggestivi di Monsummano. Il titolo di quest’opera cinematografica ancora in divenire è “Amnesia”.
La trama si innesta su un vuoto di ricordi che affligge la mente di un giovane come tanti, con un lavoro normale e un’esistenza ordinaria. Il dipanarsi della storia si svolge esclusivamente a Monsummano, che, tuttavia, come potremo appurare alla prima proiezione, non costituisce soltanto lo sfondo passivo delle riprese, ma va a interagire con lo svolgimento dei fatti, quasi indirizzando gli eventi. Artefici di questa piccola, grande impresa, sono tre giovani del luogo: Dario Boldrini, 26 anni, programmatore informatico, Emanuele Apa, 22 anni, futuro architetto, e Alessia Pacini, 23 anni, studentessa in scienze infermieristiche.
Il loro sogno cinematografico di portare la parte più misteriosa di Monsummano sul grande schermo ha riscosso anche il gradimento dell’amministrazione comunale che, grazie all’interessamento della giovanissima consigliera comunale Alessandra Goti, è venuta a conoscenza del progetto concedendo il suo patrocinio.
«Trattandosi di un film noir – si schermisce Dario Boldrini, regista e sceneggiatore – non posso rivelare troppi particolari della vicenda. Posso soltanto dire che due aspetti giocano un ruolo fondamentale nella realizzazione di questo film: la notte e la voce narrante, che, come poi potremo vedere, assumerà una funzione direi determinante».
Ed è a questo punto che il nostro regista rivela una sua grande speranza per il buon esito della sua fatica.
«Abbiamo già preso contatti con Luca Ferrante, attore professionista e attualmente impegnato nella gestione del teatro Ives Montand. Entro pochissimi giorni ci incontreremo e mi auguro che sia proprio la sua voce a dare alla nostra storia quel valore aggiunto che solo un professionista come lui può fare».
Intanto, con pazienza certosina, i tre amici appassionati di cinema visionano ogni giorno le scene fin qui girate, portando avanti la loro narrazione con nuove riprese da effettuarsi, manco a dirlo, solo di notte.
«Per il momento abbiamo girato oltre 40 minuti di riprese – conclude Dario Boldrini – e puntiamo a far scattare l’ultimo ciack quando avremo superato abbondantemente l’ora di programmazione. Gli elaborati cinematografici vengono considerati cortometraggi se non superano i 20 minuti, ma per accedere ai vari festival promozionali occorre di norma un’opera che si sviluppi ben oltre i 60 minuti. La partecipazione ai festival sarà il nostro banco di prova. Un’eventuale distribuzione nelle sale prende sempre spunto dalle reazioni che il film suscita nelle varie kermesse».
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