Due casi di peste suina in 24 ore in Lunigiana. L’Asl: «Situazione sotto controllo»
I test sono stati fatti su due esemplari: uno da una casa di caccia, l’altro invece trovato morto in strada
LUNIGIANA. Due casi verificati di peste suina in poco più di ventiquattro ore. Il primo lunedì (6 ottobre) a Mulazzo, dove – attraverso i test di legge – è stato rilevato positivo alla peste suina un cinghiale abbattuto dai cacciatori e portato in una casa di caccia. Il secondo caso invece risale a ieri (8 ottobre): in questa occasione la positività alla peste suina è stata rilevata su un esemplare di cinghiale trovato già morto al bordo della strada per Pontremoli: la carcassa è stata portata al servizio sanitario di Licciana Nardi, dove sono stati eseguiti i test.
A confermare i casi di positività è la stessa Asl Nord Ovest, contattata direttamente dal Tirreno. Ma allo stesso tempo dall’Asl giunge rassicurazione sul timore che serpeggia – soprattutto fra gli allevatori della Lunigiana – che la peste suina possa diffondersi. «La situazione – spiega infatti l’Asl – è assolutamente sotto controllo. Ogni settimana si rilevano alcune positività. Ma niente sfugge al monitoraggio, che è costante. Ogni volta che viene riscontrata positività su un capo, questo viene distrutto».
Di cosa parliamo
Ci sono due modalità – informa sempre l’Asl – che vengono adottate dagli addetti ai lavori per appurare eventuali positività dei cinghiali alla peste suina. Quelli abbattuti nell’ambito di battute denominate “di depopolamento”, vengono portati in case di caccia; qui dai capi abbattuti vengono prele vati i campioni da analizzare, portati al distretto dell’Asl che esegue i test.
L’altra modalità invece è quella che è stata applicata nel caso del caso del cinghiale trovato sulla strada per Pontremoli. L’esemplare trovato già morto viene portato al servizio Asl, dove i tecnici sanitari conducono le analisi di rito. Se c’è positività, la carcassa del cinghiale viene distrutta.