Il Tirreno

Immobili

Marble, ipotesi demolizione ma i proprietari dicono “no”: la storia infinita dell'albergo mai aperto

di Giovanna Mezzana

	Il Marble Hotel all’imbocco del casello autostradale (Foto d’archivio)
Il Marble Hotel all’imbocco del casello autostradale (Foto d’archivio)

Carrara, ultimatum di Arrighi, Piccinini: «Cerchiamo investitori seri». Tre proposte spuntate nell’ultimo anno, dal supermercato al centro commerciale, «non erano solide»

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CARRARA. Nessuno avrebbe detto che quando nel 2011 il noto imprenditore Pierluigi Piccinini acquistò all’incanto mattoni e cemento del futuribile Marble Hotel – un completando maxi albergo all’imbocco del casello autostradale – sarebbero trascorsi più di venti anni per un nulla di fatto (o quasi). Sarà che l’Amministrazione comunale si è già spesa su questo fronte – con i buoni propositi e le interlocuzioni dell’assessore all’urbanistica Moreno Lorenzini con la famiglia Piccinini, per esempio, sarà che la vexata quaestio è sempre stata per la giunta della sindaca Serena Arrighi un fianco scoperto, sta di fatto che lancia un ultimatum la prima cittadina: «O la proprietà ci dà risposte certe e credibili – dice – oppure siamo pronti a fare di tutto per restituire decoro all’area, a cominciare dall’abbattimento» dell’hotel. Reazione? È interdetto l’architetto Gian Luca Piccinini, uno dei figli del “patron” scomparso: «Raderlo al suolo? Perché la sindaca non mi ha detto di questa sua intenzione? », «Ero negli uffici comunali – aggiunge stupito – anche di recente»; poi conferma quanto già aveva detto al Tirreno a marzo, ovvero, non si è mai fermata la ricerca di investitori che compartecipino o realizzino da soli un Progetto Marble: nel secondo caso, previa, vendita, è evidente.

Si pensa a demolirlo?

Dopo 24 anni di attesa, semestre più, semestre meno, spunta, insomma, l’ipotesi ruspa, almeno nell’intenzione manifesta della giunta Arrighi. In effetti non si tratta di un avvertimento del tutto nuovo: già l’assessore Lorenzini – nell’estate 2024 – non aveva escluso che si potesse anche coventrizzare il Marble Hotel, se si fosse finiti in un cul-de-sac. Non vorrebbe più pazientare la sindaca dopo aver ascoltato «per anni» «le solite risposte» e «i più svariati progetti». E cioé, primo: la proprietà ha manifestato nel tempo più di un’intenzione, «tanto quella di recuperare l’esistente – dice Arrighi – quando quella di una nuova costruzione»; secondo: «Hanno sempre assicurato di avere contatti in corso con numerosi acquirenti e finanziatori», dettaglia ancora Arrighi. Che tira le somme: «Hanno detto di essere in procinto di intervenire» e «immancabilmente, tuttavia, ogni impegno è stato disatteso e la scadenza mai rispettata». E quindi? «Abbiamo bisogno di sapere – conclude – se ci sono o meno risorse da investire e di conoscere un cronoprogramma». «Per la città» che aspetta.

Riavvolgiamo il nastro

Quando Piccinini senior acquista nel 2011 quel che allora era il Marble Hotel, «è convinto del potenziale del progetto – rammenta oggi il figlio Gian Luca – ed è supportato dalle promesse dell’allora Amministrazione circa la (allora realizzanda, ndr) rotatoria e l’accesso» all’hotel. E in effetti Piccinini-padre investe, eccome se investe. Consolida l’edificio, realizza un grande parcheggio interrato, «ma la mancanza di un adeguato accesso dalla viabilità principale – valuta il figlio architetto – blocca presto ogni prospettiva di sviluppo». Nel 2013 i lavori si fermano. E in stand-by rimangono fino al 2018, quando – con l’intervento di Salt – si depone il Dna per fare la rotatoria all’ingresso del casello autostradale. Poi però c’è la pandemia da Covid e tutto si ferma di nuovo. È la primavera di quest’anno e con la scomparsa dell’imprenditore-padre dell’iniziativa, il progetto Marble Hotel passa nelle mani del figlio che a marzo al Tirreno esclude sia l’ipotesi della demolizione (ma anche quella dell’esproprio); in quell’occasione, ancora, conferma che secondo lui «l’ipotesi migliore è quella dell’albergo», resta però il rebus del numero delle camere e non esclude altre destinazioni; intende completare la struttura e dichiara di «essere in contatto con sei-sette soggetti seri», investitori, ovviamente.

Cosa c’è nel piatto

Veniamo dunque all’oggi. «Abbiamo ricevuto almeno tre proposte nell’ultimo anno», precisa l’architetto Piccinini. E poi dettaglia: «Chi proponeva un supermercato, chi un centro commerciale, ma nessuna proposta aveva la solidità necessaria». Poi assicura: «Niente inerzia, però, siamo tutt’altro che fermi». La linea è la seguente: «Siamo sulla strada giusta – assicura – ma aspettiamo un investitore che sappia portare avanti con o senza di noi l’iniziativa», e «prima di sbilanciarci, vogliamo essere certi che possa farlo davvero, rapidamente». Intanto «la società (l’apuana Versil Home, ndr) sta verificando la fattibilità delle proposte e ha in atto – aggiunge – un piano di commercializzazione per attrarre investitori qualificati». Secondo la proprietà restano questioni da chiudere, e qui entra di nuovo in gioco il Comune e altri enti: «La classificazione inondabile dell’area che richiede una correzione cartografica – descrive – l’accesso viario al parcheggio, e la convenzione per gestire il parcheggio scambiatore». E la storia (infinita) continua: fino a quando?


 

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