Il Tirreno

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La protesta

Porto di Livorno, per la nave israeliana è il giorno della verità: lavoratori pronti allo sciopero se attracca – Gli aggiornamenti

di Martina Trivigno

	La nave nella mattinata del 30 settembre (foto Stick)
La nave nella mattinata del 30 settembre (foto Stick)

In città dopo la nave Usa boicottata adesso tocca alla portacontainer: il cargo è in rada in attesa di entrare

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LIVORNO. Al largo della costa livornese, al riparo da venti e correnti, la Zim Virginia aspetta un via libera che tarda ad arrivare. A ostacolare il suo ingresso in porto è un grido di strenua resistenza che parte dal basso. Da quei lavoratori che dovrebbero scaricare (e poi ricaricare) la portacontainer che batte bandiera israeliana. Ma loro – i portuali livornesi – hanno già deciso: incroceranno le braccia se la nave approderà al Terminal Darsena Toscana, bloccando le operazioni portuali di sbarco/imbarco e stoccaggio, riconducibili all’economia dello Stato israeliano. Lo hanno già fatto una volta con la nave cargo americana “Slnc Severn”, che trasporta materiale di allestimento militare e caterpillar da consegnare a Camp Darby e che a destinazione non ci è mai arrivata (perlomeno non passando da Livorno). E sono pronti a farlo di nuovo con la nave Zim Virginia. Uno “scudo umano” che contiene in sé un messaggio politico potentissimo: «Da qui non passa nessuno fino a quando il governo israeliano, guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu, non cesserà il fuoco a Gaza».

I traffici commerciali

La portacontainer era attesa in porto a Livorno intorno alle 1,30 della notte tra domenica e ieri e subito la Filt-Cgil di Livorno ha comunicato l’interruzione delle clausole di raffreddamento e l’indizione dello sciopero per tutte quelle operazioni portuali collegate a Israele. Anche l’Unione sindacale di base (Usb) ha dichiarato lo stop e a distanza di oltre 24 ore, la Zim Virginia era ancora in rada. Ferma, in bilico. «I lavoratori e le lavoratrici del porto di Livorno, sostenuti dalla Filt-Cgil, incroceranno le braccia se la portacontainer farà il suo ingresso in banchina – spiega Gianfranco Francese, segretario generale della Cgil di Livorno – . Da giorni, la mobilitazione per far cessare l'assedio a Gaza vede coinvolti migliaia di lavoratori e lavoratrici protagonisti degli scioperi generali e delle manifestazioni che hanno invaso le piazze di tutto il Paese. Il Movimento internazionale per Gaza a sostegno della più grande missione umanitaria non governativa della storia, la Global Sumud Flotilla, sta svolgendo l’importante ruolo di “equipaggio terrestre” per far aumentare la pressione sul governo israeliano e su tutti quei governi complici del genocidio del popolo palestinese. In questo contesto geopolitico, tra i lavoratori portuali livornesi è emersa l’esigenza di astenersi da tutte quelle operazioni riconducibili all’economia dello Stato israeliano».

Cosa è successo fin qui

Ma questa non è la prima volta che i portuali alzano la testa per dire no al genocidio. Anzi, Livorno è diventata una delle “capitali” della mobilitazione a sostegno del popolo palestinese e contro l’arrivo della nave americana Slnc Severn prima e Zim Virginia poi. Una protesta che si è intrecciata con le tensioni internazionali legate al conflitto in Medio Oriente e con la vicenda della Global Sumud Flotilla, la missione per portare aiuti umanitari e rompere il blocco navale israeliano. Tutto è iniziato proprio da qui – l’8 e il 9 settembre scorsi – con il primo attacco di droni, avvenuto in Tunisia, ai danni della Flotilla. Ma è nelle settimane successive che si è consolidata una rete che ha visto coinvolti i lavoratori portuali.

Cortei e scioperi

Poi, il 17 settembre scorso c’è stata la fiaccolata per il «cessate il fuoco» promossa da Cgil, Uil, Comune, Pd, M5S, Avs, Rifondazione Legambiente, Anpi, Anppia e Arci a cui ha preso parte oltre un migliaio di persone. Il 19 settembre, invece, in diecimila hanno sfilato in centro nel giorno dello sciopero generale proclamato dalla Cgil per chiedere «lo stop del genocidio palestinese». Tre giorni dopo – il 22 – Usb ha fatto lo stesso. Due sigle diverse per un coro unanime: «Fermate il massacro». La tensione, però, è salita alle stelle quando si è diffusa la notizia dell’arrivo, previsto per il 23 settembre e scongiurato, della nave cargo Slnc Severn.

Il presidio

Ieri mattina (29 settembre, e per tutto il giorno), la Cgil di Livorno ha organizzato un presidio davanti al varco del Terminal Darsena Toscana, dove è previsto l’arrivo della Zim Virginia oggi intorno alle 6. «Vorrei che la passione di questi lavoratori arrivasse a tutti i bambini e le donne di Gaza. Noi siamo qui per loro – conclude il segretario Francese – . A Gaza e in Palestina non c’è una guerra, ma il massacro di un popolo inerme: tutto ciò nell'indifferenza totale dei governi occidentali, tra cui quello italiano». La resistenza continua. 

La mattina del 30 settembre

Non è entrata in banchina né alle 6 e neppure alle 8 come invece era stato comunicato ai portuali (anche se l’ingresso non era mai stato confermato)

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