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Sanità

Massa, turni lunghi e mancato riposo: l’Asl risarcisce tre infermieri

di Melania Carnevali
Massa, turni lunghi e mancato riposo: l’Asl risarcisce tre infermieri<br type="_moz" />

Il tribunale del lavoro ha dato ragione ai dipendenti

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MASSA. Non hanno avuto il riposo compensativo dopo i turni massacranti. Adesso tre infermieri dell’Asl dovranno essere risarciti. Tre sentenze del tribunale del lavoro di Massa hanno riconosciuto il diritto al riposo e al risarcimento per usura psicofisica a tre dipendenti dell’Azienda Usl Toscana Nord Ovest, che avevano svolto turni continuativi senza il giusto recupero. L’azienda ha recepito le decisioni della magistratura e ha dato, con un decreto ad hoc, esecuzione a quanto stabilito.

La vicenda ha origine da tre distinti ricorsi presentati da altrettanti lavoratori del sistema sanitario toscano. I ricorrenti avevano chiesto al tribunale di accertare il mancato godimento dei riposi compensativi dopo i turni di reperibilità attiva svolti nelle giornate domenicali. Inoltre, avevano lamentato un danno da usura psico-fisica nei giorni successivi, durante i quali avevano continuato a lavorare senza la prevista pausa.

L’Asl, costituitasi in giudizio in tutti e tre i casi, aveva chiesto il rigetto dei ricorsi, ritenendoli infondati. Tuttavia, il giudice del lavoro ha accolto integralmente le richieste dei ricorrenti, dichiarando che, secondo la legge, avevano diritto a un effettivo riposo compensativo, da intendersi con riduzione del debito orario. È stato inoltre riconosciuto un danno economico per la perdita del riposo settimanale domenicale e per l’usura psicofisica causata dal lavoro continuativo oltre i dodici giorni consecutivi.

Il giudice ha anche condannato l’azienda a rifondere il 50% delle spese processuali sostenute dai dipendenti, comprensive di accessori e spese vive, con compensazione della parte residua tra le parti.

Di fronte a sentenze pienamente esecutive, l’azienda ha scelto di non opporsi ulteriormente e di procedere con l’erogazione delle somme dovute. Il totale della spesa sostenuta per dar seguito ai provvedimenti ammonta a 19. 534, 63 euro, come riportato nel decreto dirigenziale. L’importo, si precisa, non graverà sull’esercizio corrente, ma sarà coperto tramite il fondo rischi legali, già costituito nei bilanci degli anni precedenti.

I compensi verranno versati direttamente ai tre ricorrenti in occasione delle prossime erogazioni stipendiali, attraverso i canali ordinari e con il supporto operativo dell’ufficio Estar, a cui è stato dato mandato esecutivo.

Non sono stati resi noti, per motivi di privacy, né gli importi specifici riconosciuti a ciascuno.

Questo caso segna un passaggio importante nel riconoscimento dei diritti dei lavoratori del settore sanitario pubblico, soprattutto in relazione alla gestione dei turni di reperibilità e dei recuperi settimanali. I fatti contestati, tuttavia, risalgono al 2008.

Da allora le cose sono cambiate all’interno dell’azienda sanitaria che è corsa ai ripari per cercare di consentire ai dipendenti di godere del riposo compensativo. Rimangono però problemi legata alla carenza di personale.

«I lavoratori sono spesso costretti a saltare i turni di riposo per coprire i servizi scoperti a causa delle carenze – spiega Valerio Musetti del coordinamento Fp Cgil dell’Asl nord ovest -. Devono essere impiegati in reparti diversi come il carcere, la psichiatria o altri settori dove mancano figure professionali. Questa situazione è aggravata durante il periodo estivo, quando i carichi aumentano, in particolare nei pronto soccorso, ma non entrano nuove risorse: mancano infermieri, operatori socio-sanitari, tecnici di laboratorio, tecnici di prevenzione e riabilitazione, oltre naturalmente ai medici».

Secondo Musetti «la criticità principale è la mancata assunzione di personal. Questo è dovuto a una riduzione della spesa pubblica destinata al personale sanitario. Il governo, infatti, finanzia sempre meno questo settore, e il risultato è evidente. Invece di aumentare la spesa per gli armamenti (si parla di miliardi di euro) si rende necessario un piano di assunzioni straordinarie. Il governo dovrebbe garantire risorse per implementare gli organici di personale. Con nuove assunzioni di infermieri, medici, Oss, tecnici sanitari, amministrativi. Oltre a non garantire ciò sta impoverendo ulteriormente i lavoratori del servizio pubblico, non garantendo attraverso il rinnovo del nuovo contratto nazionale il potere di acquisto alle lavoratrici/ori (inflazione al 17,5% e un aumento solo del 5,78% )»l

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