Gambero Rosso, chi è il fornaio toscano (figlio d'arte) tra i più bravi d’Italia
Massimo riconoscimento nella guida Pane e Panettieri d'Italia per Davide De Nanti, di Fivizzano, che lavora ad Ascoli Piceno nel panificio "L'Assalto ai forni" dove il 25 aprile è stato esposto lo striscione antifascista
FIVIZZANO. Uno dei pani più buoni d’Italia è preparato dalle abili mani di un fivizzanese. Così è stato decretato dal Gambero Rosso che nell’annuale assegnazione ha premiato con il blasone dei Tre Pani – che è il massimo riconoscimento previsto dalla guida Pane e Panettieri d’Italia – il panificio l’Assalto ai Forni di Ascoli Piceno. Qui il pane è sfornato da Davide De Nanti, fivizzanese, appunto.
La “certificazione”
I Tre Pani sono il massimo riconoscimento, quello più atteso ogni anno dai maestri italiani dell’arte bianca. Sono 64 i panifici in tutta Italia ai quali è stato assegnato l’ambito riconoscimento da parte di diversi esperti, che valutano diversi criteri: tra cui la qualità degli ingredienti, la tecnica di produzione, la varietà dell’offerta, il gusto e la fragranza del pane e dei prodotti, nonché la presentazione e l’ambiente del locale e il servizio offerto. E qui le mani del fivizzanese Davide contano molto. Se tutto torna in maniera eccellente, alla fine del percorso, c’è il premio per le panetterie che si distinguono per la qualità, l’innovazione e l’eccellenza nel loro lavoro.
Chi è
Deve essere davvero soddisfatto il panettiere lunigianese, che è figlio d’arte. Davide Nanti, 34 anni, è stato introdotto all’arte del pane dal padre Dario, decano dei fornai lunigianesi. Ha trascorso tanti anni di duro lavoro sempre svolto con grande passione, è stato in giro nei forni della Toscana, per poi raggiungere le Marche del sud, Ascoli Piceno, da Lorenza Roiati, eccellenza della panificazione, nel suo piccolo panifico dal nome indimenticabile: L’Assalto ai forni.
L’emozione
«Sono molto contento di questo riconoscimento– commenta – Il pane è sempre stato al centro del mio quotidiano, grazie a mio padre. I premi però sono solo premi. Il mio mestiere invece ha un ruolo sociale importante», ne è convinto il fornaio.
Tradizione lunigianese
Il premio sigilla comunque, nel migliore dei modi, tanti anni di sacrificio, ed è anche la sintesi di una tradizione di panificatori fivizzanesi che non ha niente da invidiare ad altre scuole di panificazione italiane.
Sulle cronache
Se si mettono insieme i tasselli, si ricorderà che il forno di Ascoli Piceno era balzato al centro delle cronache nazionali per una vicenda successa il 25 aprile, giorno in cui si festeggia la liberazione dal nazifascismo. Del forno avevano parlato tv nazionali e scritto giornali, per uno striscione che Lorenza Roiati, la titolare, nipote di partigiani, aveva affisso con De Nanti all’esterno della sua attività commerciale per celebrare la festa, sul quale era scritto: «25 Aprile Buono come il pane, bello come l’antifascismo», motivo per cui il negozio fu sottoposto per ben due volte nella stessa mattinata a controlli identificativi da parte della polizia di Stato. L’episodio aveva fatto molto discutere.