Il Tirreno

Beni culturali

Carrara, sculture in marmo tirate a lucido: «Altolà al “fucile” idropulitore». Restauratrice scrive alle Belle Arti


	La pulizia della statua con il "fucile" idropulitore e la restauratrice Emma Castè
La pulizia della statua con il "fucile" idropulitore e la restauratrice Emma Castè

RetiAmbiente, che cura l’igiene urbana, replica: «Il getto non è ad alta pressione e non si usano prodotti abrasivi»

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CARRARA. Una foto postata su Facebook fa balzare sulla sedia la restauratrice carrarese Emma Castè: lo scatto immortala un operatore che – imbracciando un fucile idropulitore – investe con un getto d’acqua il volto dell’altorilievo del Monumento a Giuseppe Verdi – scolpito in marmo Bianco di Carrara, datato 1919 – che si trova in una delle aiuole di piazza D’armi. «Santo cielo – dovrebbe aver esclamato tra sé – Devo fare qualcosa»: ritiene infatti, spiega al Tirreno, che quella modalità di pulizia – così come nella foto si vede venga eseguita – sia eccessivamente aggressiva. Perché l’addetto è «in una posizione errata». E perché «è troppo elevata la pressione del getto». In tre parole: «Non si fa». Così dal suo indirizzo email parte una comunicazione che ha diversi destinatari.

La lettera

Notissima restauratrice, curatrice anche della storica rassegna Torano Notte e Giorno, Castè scrive al vertice di RetiAmbiente Carrara, società portata a battesimo di recente e che ha ricevuto da Nausicaa il ramo del servizio di igiene urbana; e per conoscenza: al presidente di RetiAmbiente (cioè la “holding” che ha sede a Pisa); a Carlo Orlandi, assessore alle società partecipate, e a Gea Dazzi, assessora alla cultura; a Angela Acordon, che è alla guida della Soprintendenza archeologica, Belle arti e paesaggio per Lucca e Massa-Carrara.

Gli interrogativi

In qualità di restauratrice, Emma Casté pone due quesiti. Primo: «Se la Soprintendenza – spiega ancora al Tirreno – ha dato nulla osta a operazioni di pulizia dei monumenti le cui foto vengono postate sulla pagina FaceBook di RetiAmbiente Carrara». E cioè: l’altorilievo dedicato a Giuseppe Verdi (l’unico fotografato sotto la pulizia dell’operatore) ; la meravigliosa fontana di piazza Alberica dedicata a Beatrice D’Este, scolpita nei primi decenni del 1800 da Pietro Fontana; la straordinaria fontana del Gigante, in piazza del Duomo, del 1500, la cui “bozza” è dello scultore Baccio Bandinelli. Secondo: «Se la Soprintendenza – chiede la restauratrice – è a conoscenza che venga impiegata un’idropulitrice “su tutto”. Io non credo, con noi restauratori è così tanto esigente. ..».

«Perché no»

Ed ecco da dove prendono origine i suoi dubbi: «Dalla foto si vede che l’operatore punta il volto dell’altorilievo da sotto – descrive – Se c’è una venatura, si può creare una crepa. Non è norma usare l’idropulitrice su tutto, non è un’operazione regolare».

L’auspicio

«Confrontandomi con colleghi – aggiunge – è emerso che questo tipo di pulizia sia in uso anche in altri Comuni: ma Carrara è il simbolo della scultura in marmo, dovrebbe dare il buon esempio. All’Accademia di Belle Arti c’è un corso dedicato al restauro del marmo: ecco, si potrebbe affidare la pulizia agli studenti dell’Accademia», sotto l’occhio vigile, ovviamente, dei docenti. «Carrara – conclude – dovrebbe, insomma, esportare un modello di restauro dell’opera in marmo».

Qui RetiAmbiente

Il Tirreno ha sottoposto la questione a RetiAmbiente Carrara. Ecco la risposta dell’amministratore unico Fabrizio Volpi: «Per migliorare il decoro della città gli operatori non adoperano getti d’acqua ad alta potenza, né agenti chimici aggressivi. Per rimuovere polvere e residui superficiali simili a fanghiglia è stato sufficiente usare un getto a bassa pressione e nessun detergente acido o tanto meno abrasivo». Finisce qui?
 

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