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Cargo arenato a Massa, corsa contro il tempo per evitare il disastro ambientale. Ci sono danni a poppa

di Giovanna Mezzana
Cargo arenato a Massa, corsa contro il tempo per evitare il disastro ambientale. Ci sono danni a poppa

Sub al lavoro per ispezionare lo scafo della Guang Rong, stese le barriere anti-inquinamento. A bordo 100 tonnellate di gasolio

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MASSA. Procedono con il tatto più che con la vista i sommozzatori che stanno scandagliando lo scafo della Guang Rong, la nave-cargo che dopo aver scarrocciato a poche decine di metri dalla costa apuana – la sera del 28 gennaio – si è arenata su di un lato del pontile, ha iniziato a urtarlo spinta dalla forza delle onde, e ha provocato il distaccamento della rotonda all’apice del molo. A causa delle mareggiate dei giorni scorsi la visibilità dei fondali è ancora scarsa, e così i sub procedono toccando, palmo a palmo, lo scafo: devono verificare se e quanto sia stato danneggiato. Ci sono i sommozzatori della guardia costiera di Genova, della polizia di Stato della Spezia, dei vigili del fuoco di vari comandi toscani, a partire da quello di Livorno.

Panne che assorbenti

A circa 36 ore dal naufragio, il 30 gennaio – incaricata della società armatrice Stema di Mestre – l’impresa livornese Fratelli Neri ha iniziato a stendere in mare fila delle cosiddette panne, quei “salsicciotti” bianchi che in molti avranno visto: servono per filtrare e per assorbire e trattenere eventuali fuoriuscite di carburante dai serbatoi della nave che contengono 100 tonnellate di gasolio e seimila litri di olio lubrificante.

Panne che circoscrivono

Ieri, invece, gli addetti della Fratelli Neri hanno disposto un’altra tipologia di panne: anziché salsicciotti, sono dei corpi galleggianti con una gonna che sta appena sotto il pelo dell’acqua; vengono impiegati per circoscrivere lo specchio acqueo e dunque per contenere gli effetti di una eventuale dispersione di gasolio.

Si rafforzano le misure

La giornata di oggi – il mare dovrebbe rimanere calmo fino a martedì/mercoledì – sarà dedicata al rafforzamento dei due dispositivi antinquinamento: le barriere assorbenti e le barriere galleggianti. Quelle descritte sono, insomma, tutte attività propedeutiche a quello che sarà il prossimo obiettivo principe da centrare: succhiare via il carburante.

Le casse di gasolio

Per togliere gasolio e olio lubrificante dalla Guang Rong bisognerà prima ispezionare le casse che contengono miscela e olio. E capire se e quanto si sono danneggiate.

Il rischio ambientale

Solo a quel punto si saprà se ci sono state delle fuoriuscite di carburante, che al momento si escludono. Ci sono del resto i risultati dei campionamenti di Arpat, che acclarano che «non ci sono segnalazioni di rilasci significativi di sostanze inquinanti dalla nave, nell’area interessata». E il comandante della capitaneria di porto di Marina di Carrara, il capitano di fregata Tommaso Pisino, spiega che «le iridescenze che sono state notate sul pelo dell’acqua – descrive – sono l’effetto dei residui delle acque di sentina», mix di acqua e olii vari che “accompagnano” ogni imbarcazione.

La mappa

Va da sé che le casse di gasolio saranno delle sorvegliate speciali. Per chi volesse sapere dove sono, ecco qua la locazione: a poppa ci sono due casse grandi di carburante, più una di servizio, mentre a prora ci sono due cisterne più piccole. Ancora non sono state ispezionate le casse perché occorre salire a bordo e nessuno si è ancora arrampicato sulla Guang Rong.

L’ispezione

Per il momento infatti l’ispezione della nave – si è proceduto a quella dello scafo – è stata fatta dal mare. Dai sommozzatori, si diceva. Il capo-nucleo dei sommozzatori della guardia costiera ha suddiviso lo scafo e ha attribuito a ciascun reparto operativo la propria quota da scandagliare. «È la parte poppiera quella con più danni, sulla struttura, sull’elica – descrive il comandate Pisino – Ce lo aspettavamo. Ci vorranno però ulteriori verifiche per capire l’entità del danneggiamento». C’è un’unica quota di scafo che non è stata ispezionata: il centro-nave del lato dritto dell’imbarcazione che al momento rappresenta una fonte di pericolo per i sommozzatori; lì c’è una gru e il carico di tout venant – la grossa ghiaia che arriva dalle cave di marmo – rischia di cadere giù.

La novità

Intanto ieri è arrivata la Nave Diciotti della guardia costiera, che fungerà da nave di appoggio per l’attività dei sommozzatori. L’unità ammiraglia dispone anche di una dotazione antinquinamento costituita da ulteriori panne a da skimmer, dispositivi che catturano materiale sversato. «Speriamo di impiegarla esclusivamente come base di appoggio per i sub», chiosa il comandante Pisino, che insieme al prefetto Guido Aprea – ciascuno per le proprie competenze – coordina tutte le operazioni. Intanto sopra la Guang Rong continuano a girare gli elicotteri della guardia costiera: dall’alto la visuale è al top. l
 

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