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Infarti gravi, l’Ospedale del cuore di Massa tra i migliori per cure tempestive: «Merito del gioco di squadra»


	L'Ospedale del cuore e Marco Torre, direttore generale di Monasterio
L'Ospedale del cuore e Marco Torre, direttore generale di Monasterio

Il direttore di Monasterio: «Dati di eccellenza confermati negli anni con una crescita continua». Andrea Figaia (Cisl): «Orgoglio del territorio, chi lavora qui rinuncia a qualcosa ma lo fa perché lì è speciale»

29 ottobre 2024
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MONTIGNOSO. In Italia migliora la qualità dell’assistenza ospedaliera per le malattie cardiovascolari. E tra gli ospedali migliori spicca, come sempre, l’Opa. È quanto emerge dal Programma nazionale esiti (Pne) – curato dall’Agenzia nazionale dei servizi sanitari e presentato ieri a Roma – che si riferisce all’attività ospedaliera erogata nell’anno 2023 da 1.363 ospedali pubblici e privati e a quella relativa al periodo 2015- 2023 per la ricostruzione dei trend temporali.

Il Programma nazionale esiti non stila classifiche, ma è un osservatorio sull’assistenza ospedaliera in Italia. Il cosiddetto treemap consente di restituire una rappresentazione grafica sintetica della qualità delle cure, mediante una serie di indicatori relativi a 8 diverse aree cliniche, quindi di rilevare le aree critiche sulle quali intervenire. Sono stati calcolati complessivamente 205 indicatori.

Secondo i dati del Pne, nel 2023 circa un terzo degli ospedali è stato valutato solo per una o due aree cliniche. Delle 356 (331 nel 2022) strutture valutate per almeno 6 aree cliniche solo 3 hanno una valutazione di qualità alta o molto alta per tutte le aree cliniche considerate. Nel 2023 il 59% delle strutture che trattano malattie cardiovascolari raggiunge livelli di qualità alti o molto alti, nel 2022 erano il 51%.

In base alle valutazioni di Agenas, in media il 63% dei pazienti (nel 2022 era il 57%) con infarto grave sono stati trattati con angioplastica coronarica tempestivamente entro 90 minuti dall’accesso nella struttura di ricovero, superando la soglia del 60% indicata nel Regolamento sugli standard relativi all’assistenza ospedaliera.

Tre ospedali con alti volumi di attività (più di 100 ricoveri l’anno per infarto Stemi) hanno garantito la procedura salvavita entro 90 minuti a oltre l’85% dei pazienti Stemi e tra questi c’è, appunto, l’ospedale del cuore Pasquinucci. Gli altri due sono il PO Barone Romeo di Patti (Messina) e l’Ospedale di Treviso.

«I dati Agenas – spiega Marco Torre, direttore generale di Monasterio – confermano l’altissima qualità delle cure erogate da Monasterio nei suoi due ospedali, l’Ospedale del Cuore di Massa e l’Ospedale San Cataldo di Pisa. Altissimi i volumi di attività associati ad esiti di eccellenza in ogni ambito. Un esempio peculiare è proprio il caso dell’infarto grave (Stemi): alti volumi, tempi di intervento brevi e altissima percentuale di pazienti trattati entro i 90 minuti. Questi risultati sono ottenuti grazie al prezioso gioco di squadra di Monasterio con Atno e le associazioni di volontariato che animano la rete dell’emergenza-urgenza del nostro territorio. A gratificarci è il fatto che i dati di eccellenza siano confermati negli anni con una crescita continua in termini di capacità di risposta alle esigenze del paziente».

Commenta anche i dati Andrea Figaia, segretario di Cisl Toscana Nord: «Ritengo sia un ritorno di immagine eccellente per questo nostro “povero” territorio. L’Opa è di fatto centrale nel contesto cardiochirurgico regionale e nazionale, ed è in grado di dare risposte così tempestive ed efficaci per la presenza di personale con altissime capacità professionali e morali, sia medico che del comparto. Queste professioniste e professionisti vanno ringraziati per l’alta qualità che sanno esprimere. Chi sceglie di lavorare al Pasquinucci a volte decide anche di rinunciare a qualcosa (soldi, turni, tempo) ma lo fa perché lì c’è un’idea di “ospedale” e c’è soddisfazione nel lavoro».

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