Il Tirreno

Ambiente e territorio

Nuovo sos di Apuane Libere sul marmo: «Mattarella ci dia udienza»

Una delle manifestazioni degli ambientalisti a difesa delle Apuane: qui, a Carrara lo scorso dicembre
Una delle manifestazioni degli ambientalisti a difesa delle Apuane: qui, a Carrara lo scorso dicembre

L’associazione preoccupata dagli eventi di questo inizio anno

11 febbraio 2024
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MASSA-CARRARA.  A cinque mesi di distanza dalla prima richiesta ufficiale, l’organizzazione Apuane Libere, con una lettera aperta sollecita nuovamente un incontro al Quirinale. Osserva innanzitutto Apuane Libere: «Il 2024 è iniziato da quaranta giorni e già nubi oscure si stagliano all’orizzonte della catena montuosa delle Alpi Apuane: più e più elementi negativi sembrano convergere a farcelo capire, temendo che ciò possa scatenare una tempesta perfetta. Il primo elemento di preoccupazione è che il neopresidente Andrea Tagliasacchi – ci dicono già poco presente - potrebbe intraprendere addirittura la campagna elettorale per il terzo mandato a sindaco di Castelnuovo Garfagnana: così facendo potrebbe trascurare ulteriormente di conseguenza il proprio ruolo all’interno dell’Ente Parco. Come se non bastasse, anche il posto di Direttore generale risulta scoperto dal 30 dicembre scorso e ricoperto solo provvisoriamente, non a tempo pieno e tramite un accordo col parco di Migliarino San Rossore, dallo stesso direttore di quest’ultimo».

E aggiungono: «Il secondo elemento, già più volte segnalato, è che il corpo dei guardiaparco può contare solo su cinque agenti per una superficie di 200 chilometri quadrati di territorio impervio, per di più senza mezzi idonei che dalla Regione Toscana latitano ad arrivare. Il terzo punto è che le numerose segnalazioni e denunce ambientali presentate dalla nostra associazione e dalle Autorità di controllo per abusi commessi nei siti estrattivi, rimangano ferme sulla scrivania del neopresidente in attesa di essere tradotte in sospensioni per i necessari ripristini ambientali: chiunque potrà constatare come la sezione “ordinanza di sospensione e riduzione in pristino” nel sito del parco risulti ancora tragicamente vuota».

Sostiene inoltre Apuane Libere che, a loro avviso, sembra che «forse la Regione Toscana e le varie istituzioni politiche territoriali, puntino più a promuovere e sostenere il settore lapideo che non la tutela della biodiversità contenuta nel Parco stesso: a questo proposito la Giunta capeggiata da Eugenio Giani ha recentemente promosso tavoli tematici sul comparto dimenticandosi però di invitare non solo le associazioni ambientaliste, ma anche gli enti preposti alla vigilanza e alla tutela dell’ambiente. Una amministrazione regionale che investe ipocritamente ben 3 milioni di euro dei cittadini per la messa in sicurezza idraulica del Torrente Carrione, senza far notare che quell’operazione si è resa necessaria a causa proprio delle attività lapidee che illecitamente inquinano l’acqua con la marmettola e ostruiscono l’alveo del fiume con detriti: in barba ai molti dossier che stessa Ispra ha prodotto, i colpevoli rimangono ignoti. D’altra parte, anche in quei rari casi nei quali - dopo tempi biblici - il colpevole viene individuato, le sanzioni rimangono assolutamente ridicole in rapporto agli incalcolabili danni causati».

L’associazione fa l’esempio di una ditta che è stata riconosciuta responsabile «di gravi difformità avendo estratto ben 575 metri cubi in più di quanto autorizzato: ebbene, la sanzione che è stata comminata dagli uffici del Comune di Massa - di soli 10.000 euro – rappresenta una vera e propria esortazione a non rispettare le prescrizioni impartite e una svendita totale delle nostre montagne in termini economici».

Gli ambientalisti se la prendono anche con Linea Verde, «trasmissione che tutti ritenevano a sfondo ambientale», e che secondo Apuane Libere nel recente servizio avrebbe invece descritto e promosso «l’estrazione del marmo come un materiale destinato ai piccoli e locali artigiani: peccato che, come si evince dai dati della stessa Confindustria, questo sia vero per meno dell’1% dell’estratto, mentre l’80% finisce letteralmente polverizzato dalle multinazionali del carbonato di calcio e il 19% in quelle del settore edilizio. E questo, senza fare alcun minimo accenno alle pesanti ripercussioni ambientali dell’attività estrattiva».

Non è finita: «Per concludere, va inserita in questa lista anche l’”offerta didattica ed educativa” proposta dall’ente Parco per l’anno scolastico in corso, con lo scopo di creare una coscienza ambientale nei bambini e nei ragazzi. Molto bello se non fosse che questi ultimi vengono portati a visitare il Corchia Park, dove si possono ammirare cave attive, già segnalate all’autorità per il taglio di cavità carsiche tutelate e per l’inquinamento del complesso carsico dell’Antro del Corchia: non proprio una gita educativa, secondo noi».

Insomma, il quadro dipinto dal presidente Gianluca Briccolani porta a ritenere, sottolinea - che questo «potrebbe portare a un anno pessimo per il Parco, lasciando libertà totale a quelle attività estrattive che stanno sbriciolando queste povere montagne, inquinando la nostra acqua e distruggendo fragili e preziosi ecosistemi. Tutto questo sembra andare verso una politica di lassismo, che agevola l’opera di distruzione di un bene comune, al solo fine di riempire le tasche di pochissimi imprenditori privati. Per tutta questa situazione gravissima – conclude Briccolani – abbiamo ritenuto opportuno sollecitare nuovamente quell’udienza al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che da cinque mesi abbiamo richiesto, perché fortemente preoccupati».

 

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