Reddito di cittadinanza, 24 persone finiscono nei guai
Denunciate per avere avuto il sussidio senza i requisiti
MASSA. Le strategie messe a punto sono diverse, ma l’obbiettivo è sempre lo stesso: assicurarsi il reddito di cittadinanza nonostante i requisiti proprio non ce li abbiano.
Così c’è chi, nell’autocertificazione, “si dimentica” di indicare che nel suo nucleo familiare c’è qualcuno proprietario di immobili e pure qualcuno che ritira un affitto. Poi c’è chi ha una figlia sottoposta a misura cautelare (motivo di revoca del reddito), ma lo tiene – o ci prova – ben nascosto. E ancora, c’è una donna che vive con altre 3 persone: uno stato di famiglia con 4 componenti, 3 dei quali con un contratto e uno stipendio regolare. Peccato però che di quegli stipendi la donna nell’autocertificazione non faccia menzione. Qualcuno lavora, seppur non con continuità, ma considera il dato trascurabile e non lo comunica, così il reddito di cittadinanza continua ad arrivare. Poi ci sono gli stranieri: per ottenere il sussidio devono contare su una permanenza minima sul territorio italiano di 10 anni, gli ultimi due consecutivi. Beh qualcuno, che in Italia c’è da molto meno o negli ultimi 24 mesi è andato e venuto, trasmette dati errati per garantirsi l’entrata fissa.
Ventiquattro persone (15 straniere e 9 italiane), tutte denunciate dai Carabinieri dell’ispettorato del lavoro, alla dipendenze della dottoressa Annamaria Venezia che l’ispettorato lo dirige. Una indagine capillare che conta sulla collaborazione delle singole stazioni dell’Arma sul territorio provinciale. Gli inquirenti puntano la lente di ingrandimento sul periodo compreso tra il 2019 e il 2022: dalle indagini, grazie ad un complesso e accurato percorso investigativo, emerge che c’è chi, in terra apuana, conta sul reddito di cittadinanza senza averne i requisiti.
L’attività di carabinieri e ispettorato del lavoro si concentra su oltre 160 persone che percepiscono il reddito di cittadinanza e per 24 di loro, come dicevamo, 15 stranieri (di cui 14 extracomunitari) e 9 cittadini italiani, arriva la segnalazione alla Procura della Repubblica per le valutazioni del caso: stando agli accertamenti, complessivamente, nel quadriennio oggetto di indagine, hanno sottratto al fisco, per aver percepito illegittimamente il reddito, una cifra di circa 190mila euro.
Secondo gli inquirenti, le condotte contrarie alle norme ci sono e il quadro indiziario a carico dei 24 denunciati è chiaro: tutti quanti avrebbero infatti dichiarato falsamente di essere in possesso dei requisiti per ottenere il beneficio e, tramite i centri di assistenza fiscale o tramite Poste Italiane, avrebbero trasmesso all’Inps le relative istanze incassando complessivamente – hanno calcolato gli inquirenti – oltre 190mila euro.
Contestualmente alla denuncia, i 24 sono stati segnalati all’Inps per la revoca immediata del reddito di cittadinanza: l’ente di previdenza adesso avvierà le procedure per recuperare le somme versate a chi – stando alla tesi accusatori a – le ha percepite illecitamente.
E potrebbe non finire qui perché il lavoro di carabinieri e ispettorato è ancora in corso e sono al vaglio le posizioni di altri residenti nella provincia apuana cui è stato riconosciuto il sussidio, strumento concepito per il contrasto alla povertà e alla diseguaglianza.
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