Massa, torna all’archivio di Stato la lettera ad Ariosto trafugata: risale al 1524
Scritta da Alfonso I d’Este, è stata ritrovata dai carabinieri
MASSA. È tornata a casa, nel luogo in cui è stata conservata per secoli, all’archivio di Stato di Massa: una lettera preziosissima, trafugata in passato e ritrovata dai carabinieri. Ieri la riconsegna.
È il 23 febbraio del 1524, Alfonso I d’Este governa il ducato di Modena, Ferrara e Reggio. C’è un territorio ribelle in quel ducato, zona di briganti, la Garfagnana. E Alfonso d’Este in quelle terre ribelli invia come commissario generale niente meno che Ludovico Ariosto. Quel 23 febbraio il duca scrive al commissario: parla dell’amministrazione della giustizia nella ostile Garfagnana, di briganti e signorotti locali. Alfonso I cita le osservazioni del suo commissario, mostra l’intenzione di voler reagire alle provocazioni e conforta l’Ariosto ampliando i suoi poteri d’azione e confermandogli piena fiducia. In quel periodo, di lettere il duca ne scrive ben 117 ad Ariosto, documenti inizialmente conservati all’archivio della Garfagnana che, a fine ’800 viene “riversato” in quello di Massa. Ma quella preziosissima lettera scompare. Fino allo scorso anno: qualcuno si rivolge all’archivio di Modena. È un commerciante di Verona, in una trattativa privata on line con un venditore inglese – ricostruisce – ha acquistato una lettera che ritiene preziosa. E chiede lumi. L’archivio di Modena contatta immediatamente la soprintendenza Veneta (il commerciante è veronese) quindi il nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Venezia. Iniziano accertamenti tecnici accuratissimi su quel documento ed emerge – spiega il maggiore Emanele Meleleo che del nucleo è comandante – che si tratta di una lettera di risposta di Alfonso d’Este a Ludovico Ariosto, commissario in Garfagnana. La lettera, bene demaniale, quindi patrimonio dello Stato, è stata conservata per secoli all’archivio di Massa e, a confermarlo, c’è sul documento la numerazione assegnata agli atti da Giovanni Sforza, primo direttore dell’archivio di Stato di Massa, dal 1887 al 1903. È proprio un testo pubblicato dallo stesso Sforza a comprovare – sottolinea Francesca Nepori, direttrice dell’archivio massese – la veridicità di quella lettera citata da Sforza tra quelle scritte dal Duca ad Ariosto. Per secoli a Massa, poi la lettera scompare, per finire lo scorso anno oggetto di una trattativa privata on line. La Procura di Verona ha aperto una indagine ed ha chiesto – ed ottenuto – il sequestro del documento, ieri riconsegnato all’archivio di Stato di Massa. Una riconsegna che – nelle parole del prefetto Guido Aprea – conferma il grande valore del lavoro di squadra tra procura, soprintendenza, ministero e carabinieri, ma riveste anche una importanza morale perchè riconsegna al territorio una parte di storia e di identità.
Ieri la riconsegna, davanti agli studenti, con la collaborazione della compagnia dei Carabinieri di Massa e del comandante colonnello Americo Di Pirro. Un pezzo di storia torna a casa e crea legami, contatti tra le terre di questo territorio, tra Massa e la Garfagnana. Alla consegna della lettera anche il sindaco di Castelnuovo Garfagnana Andrea Tagliasacchi che ha riconosciuto l’importanza del documento per tracciare l’epoca estense in Garfagnana. Epoca – ha spiegato – così affascinante che la Garfagnana e Ariosto hanno conquistato anche Capossela ».
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