Marmo: per i big dello statuario bilanci da record
Oltre due milioni di utile d’esercizio per l’azienda Franchi un milione per Il Fiorino e sul podio c’è anche la Sagevan
CARRARA. Nei giorni immediatamente dopo la serrata alla cave contro il piano ambientale della Regione e in un momento piuttosto delicato per quel che riguarda i rapporti fra industriali e Comune arriva la conferma che il lapideo è un settore in salute, almeno per quel che riguarda i produttori di marmo pregiato come lo statuario.
A parlare sono i numeri, quelli dei bilanci del 2013 depositati alla Camera di Commercio. Cifre (a più zero) messe nero su bianco che tastano il polso al mondo del lapideo confermando che per i “big” lo scorso anno non è stato certo all’insegna della crisi.
E i numeri questa volta sono più significativi delle varie analisi di settore che, comunque hanno attestato un trend positivo per quel che riguarda l’export del materiale lapideo, soprattutto in blocchi.
A guidare la classifica dei bilanci da record è (ed è una conferma) l’azienda Franchi Umberto Marmi.
Il fatturato dello scorso anno è di 29 milioni 693mila euro (erano 24 milioni l’anno precedente). L’utile di esercizio, nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2013, è (dopo aver scontato imposte per complessivi 3 milioni e 132mila euro) di 6 milioni 763mila euro. Conto i 4 milioni 453mila euro del bilancio precedente.
Insomma uno scarto, in positivo di oltre 2 milioni. E, scorrendo la relazione sulla gestione del bilancio della Franchi si legge che: «rispetto all’esercizio precedente il fatturato conseguito con l’attività di commercio e di lavorazione dei materiali lapide è aumentato di 5 milioni 640mila euro, con un incremento del 23,44%».
Sempre grandi numeri nel bilancio dell’azienda Il Fiorino. Il fatturato è di oltre 17 milioni di euro, un milione in più rispetto al’anno precedente. Il conto economico, del bilancio dello scorso anno, si chiude con un utile di esercizio di 2 milioni 251mila euro. Nel bilancio al 31-12-2012 l’utile si attestava invece su 1 milione 690mila euro.
E, sempre scorrendo il bilancio dell’azienda della famiglia Rossi (ricordiamo che i bilanci sono pubblici e quindi consultabili) si scopre che sono stati fatti grossi investimenti. Nel corso dell’esercizio la società ha proceduto all’acquisto di un terreno accanto all’azienda per il valore di 200mila euro, e anche all’acquisto di fondi commerciali a Carrara per 630mila euro.
Nella classifica dei big c’è poi l’azienda Sagevan di Gemignani e Vanelli. Il fatturato del 2013 si attesta sui 16 milioni di euro (erano poco più di 15 milioni l’anno precedente).
L’utile di esercizio è stato, nel bilancio chiuso il 31 dicembre 2013, di 5 milioni 253mila euro, contro i 5 milioni e 62mila euro dell’anno precedente.
Un utile di esercizio importante per un’azienda che ha un attivo netto di 28 milioni 540mila euro, quattro milioni in più rispetto all’attivo registrato al 31 dicembre del 2012, che era di 24 milioni 809mila euro. Rispetto al 2011 l’aumento è stato ancora più significativo: al 31-12-2011 infatti l’attivo si era attestato sui 18 milioni. Insomma per i big del marmo non solo l’ultimo anno ma pare che anche gli ultimi tre anni abbiano avuti tutti e tre un segno “più” davanti.
(a.v.)
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