Il Tirreno

Parco, ecco le cave a rischio chiusura

Parco, ecco le cave a rischio chiusura

Rossetti (Pd): il Piano non è ancora legge e può essere modificato. Cavazzuti (Prc): giusto lo stop

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MASSA. Bloccati tutti gli ampliamenti delle attività estrattive autorizzate nelle aree contigue intercluse nell’area Parco delle Alpi Apuane, in attesa dell’approvazione del progetto integrato di sviluppo. In altre parole, fino a quando il progetto non sarà esecutivo, le attività di cava con piano estrattivo “in scadenza” non potranno rinnovarlo e chiuderanno. È quanto previsto dalla delibera regionale n.1 del 17 gennaio 2014 con la quale la giunta regionale adotta il piano paesaggistico.

Un’area Unesco. Una norma di salvaguardia, quindi, di carattere provvisorio, ma che va nelle direzione auspicata dal mondo ambienta (e non solo da esso): ossia, un vincolo netto alle attività estrattive: lo stop all’interno delle aree parco protette.

Un piano nato proprio dalla volontà – come si legge nell’estratto – di “favorire sviluppo economico, tutelando le risorse ambientali e culturali del territorio”. A maggior ragione quando si parla di un’area Geoparco Unesco, come quella del Parco delle Alpi Apuane che, tra l’altro, è uno dei pochi parchi interessati dai vincoli del piano paesaggistico. I quattromila ettari del parco, infatti, sono divisi in due aree: un’area parco tout court ad alta intensità di protezione e un’area contigua protetta. Da queste due aree se ne ricava una terza a macchia di leopardo, il 4% del totale, dove sono situate le varie cave e si chiama “area contigua di cava”.

Ecco le cave nel Parco. Una sessantina le cave attive in tutta l’area parco.

13 a Massa: Nel comune di Massa sono tredici: Piastramarina, Padulello-Biagi, Piastreta, Valsora, Valsora Palazzolo, Fondone-Filone, Romana, Bore Mucchietto, Sottovettolina, Breccia Capraia, Madielle e Marianna.

7 a Carrara: Boccanaglia A, Piastriccioni 5, Piastriccioni 6, Calacatta, Pratazzuolo, Pescina e Fossa Combratta.

5a Fivizzano. A Fivizzano: Fratteta-Castelbaito, Vittoria, Crespina I, Crespina III, Cattani Lisciata. Una a Casola, la Poggio di Sante-Col Pelato.

6 a Minucciano. Piastramarina (in parte anche su Massa), Bianco Campaccio, Scaglia Bardiglio, H, F-L, Carcaraia.

8 a Vagli di Sotto. Carcaraia B, Carcaraia Arabescato, Colubraia, Piastrabagnata, Fossa dei Tomei, Borella, Penna dei Corvi, Faniello (in parte anche su Stazzema).

7 a Seravezza. Buca, Granolesa, Piastrone, Rigo (in fase di attivazione), Macchietta, Mossa (in fase di attivazione), Cervaiole.

21 a Stazzema Pendia Tana, Tavolini A, Tavolini B, Piastraio, Piastriccioni, Borra Larga, Rosso Rubino, Rondone, Faniello (in parte anche su Vagli di Sotto), Col dal Tovo, Col dal Tovo, Loppieto 1, Loppieto 2, La Penna, Sampiera, Bucino, Filucchia 1, Filucchia 2, Piastranera, Piastrone e La Ratta.

Di queste circa l’80% si trovano completamente circondate dall’area tutelata – quelle di Massa tutte - e non confinanti con l’area contigua di Parco. Quindi, se il piano paesaggistico venisse approvato, verrebbero chiuse. Il consigliere regionale Loris Rossetti, che lunedì ha partecipato alla commissione ambiente del Comune di Massa, ha invitato a non fare allarmismi – o urli di gioia – vista la non perentorietà del piano. «Non è ancora legge – spiega il consigliere – ma deve passare dal consiglio regionale che può approvarlo così com'è o modificarlo». Esprime soddisfazione Nicola Cavazzuti, Prc, presidente della commissione ambiente: «Il piano è un buon tentativo di affrontare le problematiche del territorio. Un atto dovuto visto lo stato dell'ambiente e l'intreccio di interessi che obbligano a riflettere sul suo futuro».

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