Il Tirreno

Lucca

In tribunale

Lucca, quattro giovani davanti al giudice per violenza sessuale di gruppo

di Pietro Barghigiani

	(foto d'archivio)
(foto d'archivio)

Una ragazza li accusa di aver subìto rapporti mentre erano in auto

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LUCCA. Un primo rapporto a tre era stato consensuale. Poi nel corso della serata al gruppo si erano uniti altri due giovani e, secondo l’ipotesi dell’accusa, la ragazza, sui sedili posteriori dell’auto, sarebbe stata costretta a subire altri approcci pesanti non desiderati.

Accusati di violenza sessuale di gruppo, quattro giovani lucchesi, di età di poco superiore ai 20 anni, sono finiti davanti al gup Alessandro Dal Torrione che ha rinviato a gennaio l’udienza per discutere gli abbreviati chiesti da tre imputati. Un quarto non ha scelto riti alternativi e sosterrà le sue ragioni nella discussione in camera di consiglio confidando in una sentenza di proscioglimento.

La ricostruzione

È una storia che ha preso la strada del Tribunale iniziata dopo una serata tra amici. La ragazza ne conosce due in particolare. E con loro decide, senza costrizioni, di avere un rapporto a tre. È solo la prima parte di una vicenda controversa che in un primo passaggio, attraverso l’incidente probatorio, aveva convinto la Procura (pm Paola Rizzo) a chiedere l’archiviazione. L’allora gup Antonia Aracri, non persuasa dell’assenza di responsabilità dei quattro giovani, aveva disposto l’imputazione coatta. E così la Procura è tornata a chiedere il rinvio a giudizio.

Gli imputati (difensori Gianmarco Romanini, Nicola Barsotti, Laura Silvestri) hanno respinto l’accusa di aver costretto l’amica a subire rapporti contro la sua volontà. Quella sera, dopo il sesso a tre consumato consensualmente, il gruppo era passato da un locale e aveva incontrato altri due ragazzi. I cinque avevano poi deciso di fare un giro in auto da Lucca verso la Piana. Sarebbe questo il momento in cui, chi era sui sedili posteriori, avrebbe imposto un atto sessuale alla ragazza.

Una costrizione che diventa una denuncia e per avere un primo riscontro, tra prove e attendibilità della parte offesa, la Procura chiede un incidente probatorio in cui vengono sentiti tutti i protagonisti della vicenda. Per il pm l’approdo naturale è l’archiviazione che il gup, però, respinge imponendo l’imputazione coatta. Quella che ora verrà discussa in camera di consiglio sull’interpretazione di consenso e costrizione nel secondo rapporto sessuale in auto.

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