Il Tirreno

Lucca

La tragedia

Altopascio, commerciante annegato nel lago: eredi risarciti con oltre 750mila euro

di Pietro Barghigiani

	Le ricerche del corpo di Bellandi dopo la caduta in acqua nel lago di Massaciuccoli
Le ricerche del corpo di Bellandi dopo la caduta in acqua nel lago di Massaciuccoli

L'uomo finì in acqua dopo il rovesciamento del barchino guidato da un amico condannato ora a pagare i danni ai parenti della vittima

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LUCCA. Una seconda sentenza di condanna a risarcire gli eredi, dopo quella pronunciata a luglio dalla Corte d’Appello, arriva dal Tribunale di Lucca per la tragedia nel lago di Massaciuccoli cui perse la vita l’11 maggio 2008 un commerciante di Altopascio.

Il giudice Maria Giulia D’Ettore ha fissato un risarcimento in circa 750mila euro a favore dei prossimi congiunti rimasti di Enrico Bellandi, 55 anni, commerciante di fiori di Spianate, finì in acqua dopo il rovesciamento di un barchino. A essere condannati il proprietario della piccola imbarcazione, Giovanni Betti, 57 anni, e il Fondo di Garanzia per le Vittime della Strada: il barchino non era coperto da assicurazione. In appello nei confronti di Bellandi era stato accertato un concorso di colpa del 20 per cento nel rovesciamento del natante.

Il dramma si consumò in occasione del “42° Palio della Madonna del Lago”. Il commerciante si era alzato qualche secondo prima della perdita di stabilità del mezzo durante la navigazione. Il barchino a motore, senza assicurazione, né sistemi di sicurezza come i salvagenti, da Torre del Lago si stava recando verso Massaciuccoli quando si capovolse. Caddero tutti in acqua (Betti era con il figlio piccolo) . L’unico a non riemergere fu Bellandi Per i giudici d’appello il movimento di Bellandi «pur avendo sicuramente contribuito al ribaltamento del barchino (lungo 4, 99 mt, con il fondo piatto e i bordi bassi, come tutte le tipiche imbarcazioni da lago, nonché gravato a poppa del peso eccessivo di un motore di 25 cv sovradimensionato per l’imbarcazione e tale da alterarne la stabilità) , non ne era stata la concausa principale. Atteso che la stabilità del barchino era stata alterata in via del tutto prevalente dalla velocità non idonea tenuta da (Betti, ndr) che, al fine di avvicinarsi al punto ove si stava svolgendo la gara per assistere alla stessa, aveva guidato alla velocità presunta di 15 nodi in un luogo ove quella di sicurezza consentita agli spettatori era di 4 nodi e che il movimento compiuto (da Bellandi, ndr) poteva unicamente provocare il rollio dell’imbarcazione ma non il rovesciamento».l



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