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Lucca, smantellato spaccio di droga: tra i clienti anche tredicenni. Chi sono i 5 arrestati

di Luca Tronchetti
Lucca, smantellato spaccio di droga: tra i clienti anche tredicenni. Chi sono i 5 arrestati

Cinque gli arresti alla stazione, gli investigatori hanno lavorato per mesi. La polizia è riuscita anche a filmare centinaia di scambi

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LUCCA. Che la stazione – che dovrebbe essere il biglietto da visita di ogni città, specie quelle a vocazione turistica – fosse un luogo di spaccio e che da tempo fosse monitorato con grande attenzione dalle forze dell’ordine non era certo una novità. Ma, al di là dei servizi di controllo (spesso interforze, polizia e vigili del nucleo sicurezza urbana con l’ausilio di unità cinofile della municipale) effettuati con cadenza regolare e che avevano portato a singoli arresti, denunce e a piede libero, fogli di via e altri provvedimenti di competenza del questore, non c’era stata sinora un’accurata e minuziosa indagine in grado di stroncare un gruppo di spacciatori – tutti originari del Marocco e della Tunisia – in grado di rifornire una numerosa clientela formata soprattutto da giovani studenti e con alcuni adolescenti poco più che tredicenni che si rifornivano soprattutto di hashish. Sono stati documentati un centinaio di scambi droga-denaro.

Gli arresti della polizia

Dopo mesi d’indagine con tanto di appostamenti e uso di telecamere appartenenti dalla polizia – all’interno della stazione non c’è traccia di sistemi di videosorveglianza che sarebbero stati utili e non solo in questo caso, ma anche per l’individuazione dei responsabili di altri reati – sono state eseguite in questi giorni cinque misure cautelari in carcere e due divieti di dimora chiesti e ottenuti dalla procura della Repubblica in base all’ordinanza del giudice delle indagini preliminari nei confronti di altrettanti extracomunitari di età compresa tra i 20 e i 30 anni accusati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti (hashish e cocaina) avvenuto nelle pertinenze della stazione ferroviaria i a poche centinaia di metri dalla questura.

Base operativa

Uno spaccio a cielo aperto, segnalato anche da numerosi cittadini, che nei mesi scorsi era agevolato dalle impalcature e dalle transenne – sistemate per lavori di ristrutturazione – che permettevano ai pusher di nascondersi meglio agendo così, praticamente indisturbati, anche in pieno giorno utilizzando pure delle “sentinelle” che si confondevano tra i viaggiatori che salivano o scendevano dai treni e potevano così aumentare la variegata clientela, anche di passaggio e non solo stanziale, formata da operai, impiegati, donne e numerosi minorenni tra cui diversi di età inferiore ai 14 anni. Alcuni degli acquirenti, spesso consumatori abituali e segnalati alla Prefettura, ascoltati dalla squadra Mobile della polizia diretta dal commissario Rossana Di Lauro hanno confermato di aver ripetutamente acquistato lo stupefacente dagli indagati. Punto di raccordo tra spacciatori e clienti era un kebab situato vicino alla questura. Quel locale era diventato luogo abituale di ritrovo e di scambi illeciti. Un punto di riferimento per i pusher che nascondevano la droga nei bidoni e cestini dell’immondizia vicino al locale mediorientale. Con questo accertamento il questore Edgardo Giobbi, ai sensi dell’articolo 100 Tulp, ha sospeso per 30 giorni la licenza di esercitare la vendita al kebab vicino alla questura, ma anche a un altro locale in città sempre legato alle stesse persone.

I cinque in carcere

Da alcuni giorni era detenuto Messaoud Raquib, 28 anni e venerdì sono stati tradotti nel penitenziario di San Giorgio: Aimed Khellouf, 31 anni; Benelalia Toufiq, 28 anni; Mohcine Esakro, 24 anni e El Haddaoui Boujiemma di 29 anni. Per tutti l’accusa è di spaccio di sostanza stupefacente.

Il monito del magistrato

Per il procuratore facente funzioni Lucia Rugani da sempre sensibile alla fenomeno sia la politica che il sistema sanitario dovrebbero fare di più per arginare il fenomeno ormai dilagante: «Queste condotte non sono normali. Dobbiamo considerare le ripercussioni – sia sulla salute fisica e mentale, sia sui comportamenti che portano a violenze, furti e altri reati – che l’uso degli stupefacenti determina sulle giovani generazioni con famiglie completamente rovinate. Lo spaccio è un tipico reato, peraltro redditizio, del magrebino che è invogliato a raggiungere il nostro Paese e l’Europa perché attratto dai facili guadagni della vendita di stupefacenti, un’attività svolta in modo quotidiano e sistematico e in luoghi differenti per cercare di eludere i controlli: boscaglia, vicino a luoghi di incontro (bar) o anche a domicilio e sempre attraverso l’uso di sms o whatsApp telefonici». 


 

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