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Maremma, vacche e vitelli uccisi a fucilate: dopo il toro Lillo, trovati altri resti e carcasse

di Matteo Scardigli

	La carcassa del toro Lillo
La carcassa del toro Lillo

Nuove macabre scoperte per il Frantoio Del Colle dopo l’uccisione del toro “Lillo”. «Ritrovati grazie a una segnalazione anonima». In corso autopsie e ulteriori rilievi

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SCANSANO. «Una segnalazione anonima» porta Roberto Della Gatta, la cui famiglia è titolare (fra le tante aziende in Maremma) del Frantoio Del Colle, in alcuni punti della boscaglia nei dintorni della sua impresa. A resti di bovini: i suoi, secondo lui, che «erano spariti a dicembre»; e carcasse più recenti: «Gli animali sono stati uccisi con fucilate alla pancia», sostiene. Una breccia nel muro di silenzio che l’imprenditore aveva denunciato ieri sulle pagine del nostro giornale.

Un passo indietro. Martedì Della Gatta viene raggiunto da una telefonata mentre si trova fuori regione: hanno ritrovato la carcassa di “Lillo”, toro maremmano da monta, e mancano all’appello almeno altri due animali; e lui si precipita in azienda. Sul posto per un sopralluogo carabinieri e staff forense dell’istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana: foto e rilievi, mentre proseguono le ricerche dei due capi spariti; uno viene trovato giovedì, agonizzante, e muore poco dopo.

Della Gatta assicura al nostro giornale che si tratta della «ennesima intimidazione in pochi anni», elencando altri precedenti in cui ha ritrovato animali uccisi ed episodi in cui alla sua azienda hanno «danneggiato veicoli, fatto furti, graffiato auto, tagliato recinzioni (con decine di vacche in strada, più volte) e rotto vetri, e in cui lui stesso è stato minacciato per messaggio e di persona (o, se non lui, altri del Frantoio)».

L’imprenditore si è fatto l’idea di aver pestato qualche callo e che qualcuno gliela stia facendo pagare, presenta una nuova segnalazione all’Arma e nel frattempo si rivolge all’avvocato Riccardo Lottini. E lancia un appello, anche se con poche speranze: «Chi sa qualcosa si faccia avanti. Ma dubito: diamo “fastidio”».

Il nodo, dal suo punto di vista, sta nella difficile convivenza tra i suoi animali e una parte della comunità: al Frantoio si pratica il pascolamento brado e tori, vacche e vitelli in giro possono rappresentare un problema, a partire dai confinanti. E non è mistero – tutt’altro – che nella zona di Scansano esiste un problema reale di animali anche sulla pubblica via; mandrie, addirittura. Fatto sta che nella mattina di ieri qualcuno quella segnalazione l’ha fatta.

In questo contesto carabinieri ed esperti si stanno muovendo su due binari paralleli con nuovi sopralluoghi (uno proprio ieri): ci sono da esaminare le tracce degli pneumatici del fuoristrada che avrebbe trascinato la carcassa di Lillo in uno spiazzo e le autopsie da eseguire su toro e vitello; la prima è stata fatta, la seconda era in corso ieri.

E sempre ieri Arma e istituto zooprofilattico sono tornati sul posto per esaminare i nuovi ritrovamenti: per accertare che siano quelli del Frantoio e come sono morti. Incerto anche il numero esatto dei capi, dato lo stato di decomposizione in alcuni casi estremamente avanzato.

Della Gatta non vuol pensare che i capi siano stati abbattuti perché avevano sconfinato nei terreni vicini.


 

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